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GIGANTE CONSTELLATION BRANDS SALE DEL 52%, GRAZIE AD UN RITROVATO VIGORE DEL MERCATO NORD-AMERICANO. SI GUARDA A MARCHI DEL VINO PIÙ COSTOSI PER RIDURRE I RISCHI AZIONARI

Il profitto 2011 del gigante mondiale del beverage Constellation Brand cresce grazie al ritrovato vigore del mercato nord-americano, ma il fatturato aziendale non decolla, gravato dalla cessione delle compartecipazioni viticole del marchio a stelle e strisce in Australia e Inghilterra, richiesta dai propri investitori per ridurre i rischi. E Constellation Brand, che ancora fonda la sua forza per il 90% sulle entrate derivanti dalla vendita del vino, guarda ai marchi enoici più costosi per ridurre questi rischi.

Ecco la strategia di una delle più grandi realtà industriali al mondo del wine & spirit per fronteggiare la crisi globale e i rischi per la propria stabilità: in una parola, lasciare i marchi del vino di prezzo più basso e contare sempre di più su quelli ad alto valore aggiunto.

Il profitto del primo trimestre 2011 di Constellation Brands, che comprende marchi quali Robert Mondavi, Corona e Svedka vodka, è salito del 52% a 75 milioni di dollari, grazie al miglioramento delle vendite di vino e liquori in Nord America, che sono aumentate del 3%.

Ma il fatturato dell’azienda è invece sceso del 19% a 635 milioni di dollari, a causa della vendita delle proprie compartecipazioni australiane nella produzione viticola e di quelle nei canali commerciali di vino in Inghilterra.

Constellation Brands, società quotata in borsa, ha perso il primo posto mondiale come produttore di vino - oggi detenuto da E. & J. Gallo - dopo la cessione dell’80% delle sue attività vinicole in Australia e in Gran Bretagna.

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