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GUIDA E ALCOL, DIBATTITO SUL LIMITE DELLO 0,5% DI ALCOL NEL SANGUE. MARCONCINI, PRESIDENTE STRADE DEL VINO DELLA TOSCANA: “ALZARE LA SOGLIA ALLO 0,8%”. IL NUTRIZIONISTA CALABRESE: “VA BENE LA TOLLERANZA ZERO, MA IL VINO NON E’ ALCOOL”

Italia
Ecco la tabella del Ministero dei Trasporti

0,5% di alcol nel sangue, la soglia massima oltre la quale iniziano le sanzioni per guida in stato di ebbrezza. Un limite fissato dal decreto legge 117 in vigore dal 4 agosto 2007, e sentito, letto e riletto dozzine di volte in queste ultime settimane dense di notizie e opinioni sugli incidenti stradali correlati all’abuso di “alcolici”, in cui poca distinzione si è fatta tra vino, birra, rum, vodka, gin … .

Un limite scientifico, sicuro come l’orizzonte. Ma c’è un’altra certezza: la via che porta al superamento del limite è diversa per uomini e donne, varia a seconda del peso corporeo, del tipo di bevanda ingerita e di tante altre variabili. A testimoniarlo una tabella diffusa dal Ministero dei Trasporti (nella foto).

Una soglia che fa discutere, dunque, e vede in lizza il partito di chi, in virtù di tutte queste variabili, invoca la tolleranza “zero” e propone che chi deve guidare non deve bere neanche una goccia di vino, birra o quel che sia, e chi invece la ritiene irragionevolmente bassa, sempre per via di tutte le casistiche di cui sopra, e ne chiede un innalzamento allo 0,8%, come ha fatto Mauro Marroncini, presidente delle Strade del Vino della Toscana, con una lettera inviata al Ministro delle Politiche Agricole Paolo De Castro. “Comprendiamo la necessità di prendere provvedimenti - scrive Marconcini - ma ci sembra che definire “ubriaco” chi beve due porzioni da 125 ml, cioè un quarto di litro di vino, sia un’affermazione eccessiva. Chiunque faccia un pasto completo con un primo, un secondo di carne e della frutta può consumare tranquillamente due bicchieri di vino”.

E, anche qualcuno che simpatizza per il partito della “tolleranza zero”, per quanto riguarda il vino, fa dei distinguo. Un esempio illustre arriva da Giorgio Calabrese, nutrizionista, presidente della commissione dietologi del Ministero delle Politiche Agricole e vicepresidente del Consiglio scientifico nazionale per la ricerca degli alimenti e della nutrizione.

Calabrese, in un’intervista rilasciata al quotidiano “La Stampa” (19 agosto 2007), pur condividendo il limite dello 0,5%, e sostenendo anche che chi guida debba essere “completamente sobrio”, e quindi non debba bere nulla prima di mettersi al volante, nel criticare la proposta di applicare alla bevande etichette anti-alcool avanzata dal Ministro della Sanità Livia Turco ha affermato: “… è sbagliato considerare il vino come alcool. Lo ripeto: il vino è un alimento che contiene dell’alcool. Su 100 parti di vino 80/85 sono di acqua. Il resto è un residuo alcolico. La gradazione media varia tra gli 11 e i 15 gradi e, dunque, non è un superalcolico. Bevendo moderatamente nei pasti si può notare come alcuni elementi non alcolici, tipo i polifenoli e il resveratrolo, possono anche portare dei benefici all’organismo sempre che non ci siano controindicazioni mediche”. Ed ancora aggiunge Calabrese: “per un pasto completo un uomo può consumare un bicchiere e mezzo, massimo due di vino mentre una donna un bicchiere, un bicchiere e mezzo; per un pasto veloce il limite scende: un bicchiere per i maschi e mezzo per le femmine; condivido la soglia dello 0,5 come misura da non superare ma non la si può mettere in coincidenza con il vino e la birra. Il problema è l’abuso”.

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