Tra i mercati emergenti per il commercio mondiale del vino ce ne sono 8 con qualcosa in comune: una crescita media in termini di valori del 7% nel periodo che va dal 2005 al 2014. Si tratta, come sottolinea l’ultimo report dell’Osservatorio Spagnolo del Mercato del Vino (www.oemv.es), di Hong Kong, Singapore, Australia, Brasile, Taiwan, Ucraina, Malesia e Thailandia che, insieme, in questi nove anni, hanno aumentato la propria spesa in import enoico di 1,63 miliardi di euro, a beneficio, principalmente, di Francia (738,4 milioni di euro), Nuova Zelanda (183,8 milioni di euro), Australia (112,3 milioni di euro) e Italia (104,3 milioni di euro). Diversa la ripartizione quantitativa, con gli 8 Paesi emergenti che hanno raggiunto i 170,3 milioni di litri di vino importato, di cui 42,5 milioni di litri dalla Nuova Zelanda, 35,8 milioni di litri dal Cile, 32,9 milioni dalla Francia e 17,3 milioni di litri dall’Italia, con la Spagna che insegue, sia in termini di valore che di quantità, ma con il ritmo di crescita medio maggiore (+21,6% l’anno in valore e +19,1% l’anno in quantità).
Analizzando i dati da vicino, impressionano le performance della Francia, padrona assoluta dei mercati asiatici, con una crescita media ad Hong Kong del 31,3%, per un fatturato cresciuto, tra il 2005 ed il 2014, di 389,7 milioni di euro, e non fa peggio a Singapore, con 146,6 milioni di fatturato in più, ed una crescita media del 6,4%. Bene, i produttori d’Oltralpe, fanno anche in Australia e Brasile, con fatturati su, rispettivamente, di 119 e 25,1 milioni di euro, per una crescita media del 14,8% e del 13,8%. Da sottolineare, poi, ci sono gli ottimi fatturati della Nuova Zelanda nella vicina Australia (+160 milioni di euro nel periodo 2005-2014), ma anche quelli della stessa Australia ad Hong Kong (+66,7 milioni di euro), dove fanno molto bene anche gli Usa (+39,2 milioni di euro). Se invece si prendono in considerazione i volumi, la performance migliore è proprio quella della Nuova Zelanda in Australia (+39,7 milioni di litri tra il 2005 ed il 2014), alla pari di quella del Cile in Brasile. Bene anche la Francia ad Hong Kong ed in Australia (rispettivamente +12,1 e +11,5 milioni di litri), così come, in minor misura, l’Italia in Ucraina (+5,1 milioni di litri).
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