
Dalla colazione sulla spiaggia, grazie all’offerta dolce-salata sempre più ampia dei “bagni”, all’aperitivo con i rosé nelle spiagge e nei porti più trendy; dal delivery di cibo, vini e cocktail consegnati dagli stabilimenti balneari anche a bordo degli yatch, ai giardini in spiaggia, come naturale alternativa agli ombrelloni per ripararsi dal sole; dai beach club con resort per vivere il mare h24, a quelli con le boutique di artigianato locale, ma con gli imprenditori che dicono no al take over, e sì all’arrivo di importanti ristoratori per la gestione “esterna” dei ristoranti; dall’amato “dancing on the sand” che dalla notte si sposta al tramonto, ai cocktail a bassa gradazione ed ai vini dealcolati per i quali è il momento della verità. Ecco i 10 trend della stagione più trendy dell’anno, l’estate 2025 che vuol dire concedersi una vacanza nelle più belle località balneari italiane, che si confermano una meta prediletta, grazie anche alla buona tavola, in spiaggia e vista mare, e nella quale il vino - in questo caso tutte quelle denominazioni che nascono nei vigneti lungo le coste del Belpaese o nel loro entroterra - è circondato dai prodotti locali che accompagna, pesce in primis.
E se a stilare le tendenze più cool della bella stagione è la prima “Guida ai migliori beach club d’Italia” 2025, che, curata da Andrea Guolo e Tiziana Di Masi, raccoglie 300 tra i migliori stabilimenti balnerari del Belpaese (incoronando l’Alpemare della famiglia Bocelli a Forte dei Marmi e Lido Villeggiatura a Taormina, e La Locanda Perbellini al Mare a Montallegro, sempre in Sicilia, come “Best Beach Restaurant Italia”), da tempo, ormai, i “bagni” investono anche nella ristorazione ed in carte dei vini studiate ad hoc, tra etichette di territorio, con bianchi e bollicine a fare la parte del leone, ma non solo, grazie anche a grandi chef stellati chiamati a condurre ristoranti veri e propri o formule più easy, accanto ai tantissimi ristoranti stellati che si trovano nelle più famose località di mare italiane, come abbiamo raccontato su WineNews, dalla Versilia, tra le prime mete della storia del turismo marittimo italiano grazie ai vip, in Toscana, ma anche da Porto Cervo, “perla” della Costa Smeralda in Sardegna, entrambe, oggi, tra le destinazioni più amate dal jet set e dal turismo di lusso internazionale.
Ma tra le spiagge più belle e selvagge d’Italia, non si può dimenticare la Sicilia, e la case history di Planeta, tra le cantine artefici del “rinascimento” del vino siciliano, ma anche del turismo sull’isola, grazie agli investimenti in accoglienza e ristorazione con Planeta Estate, il ramo dedicato all’ospitalità del gruppo, accanto alla produzione enoica, che ha il suo Beach Club Insula a Menfi (eletta “Bandiera Blu” 2025, per la ventinovesima volta), un “salotto conviviale” che, proprio in questi giorni, ha inaugurato la sua terza stagione, tra le dune dorate, i pini marittimi, i canneti, i gigli di mare e la spiaggia di Lido Fiori. E dove la natura incontaminata è protagonista accanto al buon cibo ed ai vini della griffe, nel ristorante guidato dallo chef Salvatore Termine sotto la direzione dell’executive chef Angelo Pumilia, che propone una cucina che esplora le identità gastronomiche del Mediterraneo, fresca, genuina e sostenibile, tra katsu sando e cous cous, e nel Lounge Bar che oltre ai vini Planeta e delle isole mediterranee, serve cocktail e mocktail. Ma ci sono anche un’area wellness e la Boutique di prodotti artigianali mediterranei che, frutto della continua ricerca di Francesca Planeta, rispecchiano il concetto di sostenibilità ambientale e sociale dell’ospitalità dell’azienda di famiglia, e fanno parte del progetto di ospitalità diffusa di Planeta dai vigneti al Mar Mediterraneo.
Dalla Sicilia, tornando in Costa Smeralda, il 7Pines Resort Sardinia, parte di Destination by Hyatt, a Baja Sardinia, su un promontorio di 15 ettari di macchia mediterranea sul mare con vista sull’Arcipelago de La Maddalena, a due passi dalla Costa Smeralda, porta in Sardegna il concetto di “laid-back luxury”, un lusso rilassato ed informale, anche nel Cone Club, il Beach Club del resort accessibile dal molo privato, così come nel ristorante Capogiro, il fine dining curato dall’Executive Chef Pasquale D’Ambrosio che esalta i sapori freschi e autentici del luogo del territorio, in abbinamento ai migliori vini della Sardegna.
E, domani, inaugura l’arrivo dell’estate anche il Purobeach Portopiccolo, incastonato tra le falesie a strapiombo sul mare e le acque cristalline del Golfo di Trieste, espressione del marchio Purogroup (che include beachclub, hotels e musica), parte di Tivoli Portopiccolo Sistiana Wellness Resort & Spa, prima proprietà italiana del brand Tivoli Hotels & Resorts, che, insieme, collaborano per combinare l’esperienza di lusso del beach club, con l’ospitalità raffinata del resort. E che, in un programma di eventi valorizza il territorio con le degustazioni organizzate da Puro Bar “A Local Feeling” ospitando produttori di vino con le loro migliori etichette, mentre le eccellenze gastronomica sono protagoniste al Puro Restaurant, mentre al Purobeach la lunga spiaggia offre più outlet dedicati al food o anche solo ai cocktail. Ma non solo: perché da qui, si può partire non solo per tour in barca, ma anche per voli in elicottero anche sui vigneti del Collio, o partecipare ad un tour privato tra le migliori cantine friulane.
Case history che rispecchiano appieno i summer trend 2025, con i beach club già in maggioranza operativi, e con la stagione estiva che inizia proprio in questi giorni del ponte del 2 giugno, Festa della Repubblica, grazie anche alle alte temperature, negli stabilimenti balneari italiani “green is the color”, quello del prato, delle piante e degli alberi che rappresentano la naturale alternativa agli ombrelloni per proteggersi dal sole: i bagni più innovativi sono, infatti, quelli che tornano alla natura, realizzando dei veri e propri giardini in prossimità del mare. La colazione? Si fa in spiaggia, perché, così, il primo pasto della giornata, che sta tornando di moda, se consumato fronte mare è una “coccola”, un desiderio che i vacanzieri possono realizzare a un prezzo accessibile, ma con elevate aspettative di qualità dell’offerta, visto che molti stabilimenti si stanno dotando anche di un reparto pastry dedicato ai prodotti da forno. Passando all’aperitivo, se qualche anno fa il rosé era un fenomeno legato più alla bollicina o al consumo locale, ora l’Italia si è “provenzalizzata”, sposando d’estate la causa dei vini rosati fermi e di colorazione rosa pallido, tanto che nelle spiagge più trendy e a bordo degli yacht, la magnum di rosato fermo è un must. Aperitivo che diventa sempre più l’occasione per organizzare un “dancing on the sand”, che dalla notte si spostando dalla notte si sposta all’ora del tramonto, a causa delle restrizioni e dei divieti che tendono a essere sempre più stringenti, difficili da far rispettare in un luogo “delicato” come la spiaggia impone. Occasioni nelle quali il fenomeno del gin ha toccato il suo apice, e, ora, dopo aver conquistato gli Stati Uniti e le grandi metropoli mondiali, sembra essere arrivato anche nelle spiagge italiane il momento della tequila e degli altri distillati messicani come il mescal. E se nella mixology il trend latino è già ben avviato, tutti attendono il momento della verità per i cocktail a bassa gradazione e ancora di più per i vini dealcolati.
Ma un vero e proprio nuovo business per gli stabilimenti balneari è il food delivery, con la consegna a bordo degli yacht delle loro specialità gastronomiche, dei vini e dei cocktail (quest’ultima è un’impresa più difficile, ma non impossibile). Per farlo, si stanno organizzando con servizi di delivery che ricordano, in qualche modo, quanto è già accaduto nelle città. Così come si stanno organizzando anche per diventare sempre più dei beach club con resort, laddove è possibile: ad aumentare sono, infatti, gli investimenti dei gestori di beach club nella realizzazione di strutture, fisse o mobili (glamping), per dare ai propri clienti la possibilità di vivere la vacanza in spiaggia h24, pernottando vista mare e potendo iniziare la giornata già con i piedi sulla sabbia. Ma spuntano anche boutique a marchio, per l’importanza crescente del merchandising del beach club che, in quanto club, ha la possibilità di creare i capi di abbigliamento e gli accessori a marchio proprio. Nei casi più eclatanti, questo è un business davvero rilevante per la struttura. Poi c’è anche la possibilità di creare, all’interno dello stabilimento, uno spazio dedicato alle boutique del territorio. Ma se si sta pensando al take over, nella stagione 2025 vedremo quasi sicuramente arrivare altre spiagge brandizzate, ma si tratta di una coda del fenomeno, perché in realtà i beach club più evoluti hanno già iniziato a limitarlo o ad escluderlo del tutto. Il motivo è semplice: c’è il prestigio del brand che entra come partner, ma c’è anche la perdita di identità dello stabilimento. Vero è che i clienti esigono un livello di servizio sempre più alto, dalla spiaggia al beach restaurant. Di conseguenza, chi nasce balneare inizia a prendere in considerazione l’idea di cedere all’esterno la gestione della ristorazione. In prospettiva, infine dunque, arriveranno nuovi gruppi di ristorazione, anche i più blasonati, nelle spiagge italiane, seguendo l’esempio di successo di realtà quali Langosteria (con il Beach Club esclusivo nella baia di Paraggi a Portofino), per citarne una.
Copyright © 2000/2025
Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit
Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2025