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SCIENZA

I flavonoidi del vino (e di peperoni, mirtilli e tè) possono ridurre il rischio di mortalità precoce

Lo studio pubblicato dall’autorevole magazine Usa “Bmc Medical Education”: rischio inferiore del 4% con 3,5 porzioni di vino a settimana
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Il vino può fare bene (credits: Joey Nicotra per Unsplash)

Un maggior consumo di alimenti e bevande ricchi di flavonoidi (composti polifenolici delle piante che aiutano a regolare l’attività cellulare e combattono i radicali liberi che causano stress ossidativo nell’organismo), come tè, mirtilli, peperoni e vino rosso, anche in mezza età, può ridurre il rischio di mortalità precoce. È la conclusione a cui è giunto lo studio “Change in habitual intakes of flavonoid-rich foods & mortality in US males & females”, pubblicato dall’autorevole magazine Usa “Bmc Medical Education”, che riabilita il consumo moderato e consapevole di vino, ed a cui riteniamo giusto dare il giusto spazio, proprio come facciamo con quelli di segno opposto. Specie in un momento in cui il vino, così come birra e superalcolici, è finito sotto il fuoco incrociato del Governo irlandese, che ha dato il via libera agli health warning in retroetichetta (ne abbiamo scritto qui) e, ormai da tempo, dell’Oms e dei movimenti salutistici che stanno prendendo sempre più piede anche nelle istituzioni europee.

La ricerca - che vanta tra i suoi tanti autori ricercatori e docenti di istituti prestigiosi come l’Institute for Global Food Security della Queen’s University di Belfast, il Nutrition and Health Innovation Research Institute della School of Medical and Health Sciences della Edith Cowan University di Perth o il Department Nutrition della Harvard T.H. Chan School of Public Health di Boston - ha incluso un campione di oltre 85.500 persone di mezza età, di due grandi studi clinici - 55.786 donne del Nurses’ Health Study (NHS) e 29.800 uomini dell’Health Professionals Follow-up Study (HPFS) - senza malattie pregresse, valutando, in un periodo di 8 anni (dal 1986 al 1994), il rapporto tra mortalità totale e per cause specifiche e assunzione di singoli alimenti ricchi di flavonoidi.

Tra il 1986 ed il 2016 sono stati documentati 15.293 decessi tra le donne del NHS e 8.988 decessi tra gli uomini dell’HPFS e, pur non chiarendo l’associazione tra consumo di alimenti ricchi di flavonoidi e mortalità, lo studio mostra un rischio di mortalità inferiore del 9% tra chi consumava peperoni, del 5% tra chi consumava mirtilli, del 4% tra chi consumava vino rosso, nella misura di 3,5 porzioni a settimana, e del 3% tra chi consumava tè ogni giorno (7 porzioni a settimana). Al contrario, il consumo combinato di 3,5 porzioni a settimana di cipolle o pompelmo (o succo di pompelmo), è stato associato ad un rischio maggiore del 5% e del 6% di mortalità. Inoltre, per dare la misura degli effetti benefici degli alimenti ricchi di flavonoidi, è stato creato un punteggio specifico in una misura definita “flavodieta”, composta sia da cibi che da bevande: a 3 “punti” nella “flavodieta” quotidiana è associato un rischio di mortalità totale inferiore del -8%, e addirittura del -13% di mortalità neurologica (qui lo studio).

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