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GIOVANI E AGRICOLTURA

I giovani del Sud Italia riscoprono la terra, ma la burocrazia frena le aziende under 40

Secondo Coldiretti, su 22.000 domande presentate dagli aspiranti agricoltori, il 78% non è stata accolta: verso la restituzione dei fondi Ue?
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Giovani in agricoltura, tante domande respinte, fondi Ue in pericolo

Torna il feeling tra i giovani del Mezzogiorno e l’agricoltura, ma il forte interesse rischia di rimanere bloccato dalla burocrazia. Sono 22.000 gli under 40 che hanno presentato domanda per l’insediamento in agricoltura nell’Italia meridionale ma 3 richieste su 4, pari al 78%, non sono state accolte. I motivi, illustrati da un’analisi Coldiretti sull’utilizzo delle risorse comunitarie relative ai Piani di Sviluppo Rurale (Psr) per il periodo 2014-2020, va cercato negli “errori di programmazione delle amministrazioni regionali con il rischio concreto di restituzione dei fondi disponibili a Bruxelles”. I dati, riferiti all’1 gennaio di quest’anno, evidenziano un freno alle speranze di molti giovani che vogliono scommettere sulla terra per il proprio futuro. Ma è anche un problema più ampio che, secondo l’associazione, abbraccia tutto il Paese che “perde opportunità strategiche per lo sviluppo in un settore chiave per la ripresa economica, l’occupazione e la sostenibilità ambientale soprattutto nel Mezzogiorno dove maggiore è il bisogno occupazionale e più elevati sono i tassi di fuga dei giovani all’estero, come dimostra l’analisi di Confindustria. Secondo una indagine Coldiretti/Ixè le aziende agricole condotte dai giovani possiedono una superficie superiore di oltre il 54 per cento alla media, un fatturato più elevato del 75 per cento della media e il 50 per cento in più di occupati per azienda”.
E pensare che l’Italia vanta il primato numerico dei giovani impiegati in agricoltura con ben 57.621 imprese, nel 2018, condotte da under 35. E il background delle nuove generazioni ha portato delle innovazioni importanti se si considera che il 70% di queste aziende opera in attività multifunzionali che vanno dalla trasformazione aziendale dei prodotti alla vendita diretta; dalle fattorie didattiche agli agriasilo; dalle attività ricreative all’agricoltura sociale per l’inserimento di disabili, detenuti e tossicodipendenti. Ma il raggio d’azione include anche la sistemazione di parchi, giardini e strade, l’agribenessere e la cura del paesaggio o la produzione di energie rinnovabili.

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