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VINO E CRITICA

“I migliori 100 Vini e Vignaioli d’Italia 2023”, racconto della “resistenza” dei produttori italiani

Domani in edicola la guida del “Corriere” firmata Ferraro-Gardini. Francesca Moretti “Premio dell’Anno” e Valentina Argiolas “Vignaiola dell’Anno”
CORRIERE DELLA SERA, I 100 MIGLIORI VINI E VIGNAIOLI D'ITALIA 2022, LUCA GARDINI, LUCIANO FERRARO, Italia
“I migliori 100 Vini e Vignaioli d’Italia 2023” di Luciano Ferraro e Luca Gardini

A Francesca Moretti, “donna della svolta green del gruppo Terra Moretti”, va il “Premio dell’Anno 2023”: a Valentina Argiolas, ai vertici della cantina di famiglia che ha fatto grande la Sardegna del vino, quello di “Vignaiola dell’Anno”, mentre a Sting, star del rock e produttore, insieme alla moglie Trudie Styler, con la sua tenuta Il Palagio, in Toscana, va il “Premio Vignaiolo Verde”: sono alcuni dei premi speciali de “I migliori 100 Vini e Vignaioli d’Italia 2023”, la guida enoica del “Corriere della Sera”, firmata dal vicedirettore “ad personam” del più importante quotidiano italiano, Luciano Ferraro, insieme al critico e “wine killer” Luca Gardini, che sarà in edicola da domani, sabato 15 ottobre, insieme al giornale (e che sarà presentata in Sala Buzzati nella sede del Corriere, in Via Blazan 3, a Milano, il 25 ottobre, ore 14). Una guida che, come missione, si impone quella di imbeccare il consumatore a “Come bere bene, spendere il giusto e trovare i produttori che puntano sulla sostenibilità”, si legge nel sottotitolo del volume, impreziosito dalla prefazione di una delle firme di punta del “Corriere della Sera” del vino italiano, Aldo Cazzullo, elogio alla diversità enoica dell’Italia, “unico Paese al mondo dove il vino si fa dappertutto” (il testo integrale nel focus). Tra i premi speciali, ancora, si segnalano il “Premio Giovane Vignaiolo” a Vlady Bortolin alla guida di Colesel, griffe del Prosecco Docg e del Cartizze, mentre il “Premio Vignaiolo Estero” va a Blandine de Brier Manoncourt, da 40 anni proprietaria di una delle icone di Bordeaux, come Chateau Figeac, ed il “Premio Enologo dell’Anno”, che va a Maurizio Saettini, consulente enologo che ha lavorato con cantine come Castello di Vicarello, Castello di Velona, Basile, Mesa e Contralta.
I migliori vini in assoluto? Con il punteggio di 110/100, una sorta di “laurea con lode”, in questa edizione, figurano il Barolo Monvigliero 2018 di Comm. G.B. Burlotto, il Barolo Ravera Doc Riserva Vigna Elena 2016 di Elvio Cogno ed il Sassicaia 2019 della Tenuta San Guido. Con 100/100, invece, seguono il Barolo Ester Canale Rosso Particella 251P dell’Antica Vigna Rionda 2018 di Giovanni Rosso, il Barolo San Rocco 2018 di Azelia, e poi quattro diverse espressioni di Toscana Igt, come l’Oreno 2020 di Tenuta SettePonti, il Saffredi 2020 di Fattoria Le Pupille ed il Solengo 2020 di Argiano, ed i Sodi di San Niccolò 2018 di Castellare di Castellina, ed ancora due grandi firme della Franciacorta, come il Brut Teatro alla Scala di Bellavista, ed il Dosaggio Zero Cabochon Doppiozero di Monte Rossa. Nella classifica de “I Migliori Vini Naturali”, invece, il podio è formato, nell’ordine, dal Terre Siciliane Igp Rosso MunJebel 2020 di Frank Cornelissen, e dai Venezia Giulia Igt Ribolla Gialla 2020 di Paraschos, e Venezia Giulia Igt Ribolla Gialla 2014 di Josko Gravner.
“Ad una prima occhiata, scorrendo i dati su vendite ed export, il Vigneto Italia sembra prospero - scrive Luciano Ferraro (qui la sua intervista a WineNews, ndr) - lontano dai grandi problemi del mondo. Le guerre, le epidemie, la recessione che incombe e le incertezze politiche non pare abbiano scalfito la fama e i buoni affari dei produttori di vino. Ma non mancano motivi di preoccupazione. Basta riflettere su quello che il 2022, l’anno più caldo e siccitoso dal 1800, ha reso lampante: l’Italia è esposta ad eventi climatici sempre più estremi. La politica si muove poco e male. Per questo la società dei produttori e dei lavoratori deve sopperire alla mancanza di visione. L’edizione 2023 della guida ad “I migliori 100 vini e vignaioli d’Italia”, edita dal “Corriere della Sera”, racconta, quest’anno, l’impegno di chi non si arrende ai mutamenti climatici, di coloro che si impegnano, tra le vigne e le cantine, a garantire la continuità del sistema di relazioni e di contatti umani, di fatturati e di crescita sociale legati al Vigneto Italia. Ci sono molti modi di affrontare il deterioramento climatico. Abbiamo chiesto ai produttori di raccontare in poche righe le loro azioni verdi. Ne è uscito un campionario di buone pratiche. Piccoli gesti, a volte. Oppure interventi strutturali come la costruzione di impianti per l’autosufficienza energetica o la realizzazione di cantine con riciclo dell’acqua a ridotto impatto paesaggistico. C’è chi punta su nuovi vigneti resistenti, chi li sposta più in alto alla ricerca delle notti fresche che garantiscono la qualità delle uve. Molti hanno già ottenuto certificazioni bio, alcuni si sono convertiti alla biodinamica. È una spinta decisa verso la sostenibilità quella che arriva da mondo del vino italiano. Un atto di resistenza che raccontiamo attraverso le storie dei protagonisti. Nella prima sezione, 100 produttori più o meno noti al grande pubblico. Ognuno di loro, fronteggiando grandinate e siccità, è a suo modo un resistente del clima. Nella seconda parte della guida, la selezione dei migliori vini italiani dell’ultima annata in commercio: un lavoro di cernita che ha impegnato Luca Gardini. Con una appendice, sempre curata da Gardini, sui vini naturali, una guida nella guida a un fenomeno che sta conquistando consumatori attenti al rispetto dell’ambiente, del territorio e della propria salute. Il valore dei nostri vini e vignaioli non ci deve far dimenticare che è necessario un cambio di paradigma rispetto al concetto di sostenibilità. Il mondo del vino può diventare un alfiere della transizione ecologica nel settore dell’agricoltura, mantenendo il patrimonio di biodiversità, trovando soluzioni per ridurre inquinamento e sprechi, aiutando il territorio, portando innovazione per dare nuova vita alle tradizioni, lavorando la terra in modo più naturale e meno faticoso, usando droni e robot, come già fanno alcuni vignaioli presenti in questa guida. “Questo è il ruolo al quale è chiamato oggi il Vigneto Italia. Un compito altrettanto importante della qualità del vino stesso. Di un vino costruttore di paesaggi e manutentore di ecosistemi. Grazie alla resistenza dei vignaioli”.

Focus - La prefazione di Aldo Cazzullo
Esiste un solo Paese al mondo dove il vino si fa dappertutto. In Spagna la Rioja e la Ribera del Duero producono grandi rossi; ma sono due fazzoletti di terra, tra l’altro abbastanza vicini tra loro; ci sono regioni troppo calde o troppo fresche per dare vini di qualità. In Francia lo Champagne, il Bordolese, la Borgogna sono certo terre vocate; ma in Normandia fanno il Calvados, in Bretagna il Lambig (un’acquavite di sidro). Nella bassa Inghilterra hanno provato a produrre bollicine, con risultati che vi risparmio (almeno per ora). Anche la Germania, lontano dalle dolci e temperate rive del Reno, è troppo fredda per la vite. Questo non significa che i vini spagnoli, francesi, tedeschi non siano buoni; e lo stesso vale per quelli argentini, nordamericani, sudafricani. Ma non in tutta la Spagna, non in tutta la Francia, non in tutta la Germania si fa ovunque il vino buono; e lo stesso vale per l’Argentina, il Nord America, il Sudafrica. L’unico Paese al mondo in cui si fanno grandi vini in ogni regione è l’Italia. Potreste obiettare: ci credo, è un Paese piccolo. Sì e no. È un Paese stretto, ma lungo. Ha la testa nei ghiacciai e i piedi in mari sempre più caldi. Partecipa di diversi climi, ha una biodiversità unica in Europa. Quindi produce vini molto differenti tra loro. Ma tutti di qualità, e spesso di alta qualità. In Trentino Alto Adige come nel Salento. In Valle d’Aosta - meraviglioso lo Chardonnay Cuvée Bois di Les Crêtes - come in Sicilia (dove devo citare almeno lo Chardonnay di Planeta, il Vigna San Francesco di Tasca d’Almerita e la Bianca di Valguarnera, per restare ai bianchi. Sia chiaro che do giudizi personali, non oggettivi). Passando ovviamente dalle regioni vinicole per eccellenza, dal Piemonte alla Toscana. Questo rappresenta una grande ricchezza per i viticoltori italiani. Che però, quando devono esportare i loro vini, quando vogliono farli conoscere e apprezzare agli stranieri, devono superare una grande difficoltà. In tutto il pianeta, dal Sudafrica all’Argentina, dal Nord America all’Australia, si coltivano in linea di massima i sei, sette vitigni portati nei vari continenti dai francesi: Merlot, Pinot Noir, Sauvignon, Cabernet-Sauvignon, Cabernet Franc, Chardonnay, Syrah. In Italia abbiamo 341 vini Doc e 78 Docg. Ovviamente non a tutti corrisponde un’uva diversa; ma molto spesso sì. È un labirinto meraviglioso, un’avventura straordinaria, di cui questa guida credo sia un interessante compendio, una sorta di mappa del tesoro. Ma provate voi a vendere, non dico a un cinese o a un indiano, ma a un tedesco o a un newyorchese, la Lacrima di Morro d’Alba, la Lacryma Christi, il Nero di Troia, il Cirò, il Negramaro, il Verdicchio, il Falerno, e poi il Grillo, l’Inzolia, il Catarratto, cui gli immaginifici vignaioli siciliani danno un’infinità di nomi evocativi e poetici ma difficili da imparare per uno straniero… Questo magari fa perdere qualche bottiglia, qualche soldo. Ma resta una ricchezza. Anche perché impone ai nostri vignaioli di essere più bravi degli altri. Sia nella produzione sia nel marketing. Sia a fare sia a vendere. Tra Langhe e Monferrato l’uva regina è ovviamente il Nebbiolo, che può diventare appunto Nebbiolo ma anche Barolo, Barbaresco, Roero (e in altre parti del Piemonte Ghemme, Carema, Gattinara). Ma poi beviamo Freisa, Dolcetto, Grignolino, Pelaverga, Nascetta, Favorita, Arneis, Altalanga, Barbera, Rossese … Poi, certo, abbiamo anche noi lo Chardonnay, il Merlot, il Pinot Noir. Ma quando il grande Angelo Gaja disse tutto fiero al padre che aveva fatto espiantare la Barbera per mettere il Cabernet- Sauvignon, il vecchio sospirò: “Peccato”. Ovviamente sospirò in piemontese. Il Darmagi nacque così. Quando torno a casa, un salto a Barbaresco, il paese di mia nonna materna, lo faccio sempre. Così come a Roddino, il paese della nonna paterna, che lambisce la terra del Barolo e ospita la migliore osteria di Langa e quindi del mondo, la leggendaria Gemma. Salgo volentieri a Verduno, dove la sindaca Marta Giovannini assegna ogni anno - da ultimo a Javier Cercas - il premio Fulvia, dedicato alla sua prozia, la protagonista di Una questione privata, il capolavoro di Beppe Fenoglio. E trovo sempre un motivo per salire sulla collina di La Morra. Far vedere le Langhe dall’alto a qualcuno che non c’è mai stato. Parlare con i miei genitori o con i miei figli degli argomenti che non si affrontano nella quotidianità. Oppure riflettere, da solo. La collina di La Morra è una sorta di montagna incantata. C’è il cedro del Libano dove andavamo il sabato sera da ragazzi. Sulle prime balze c’è la cappella affrescata per Bruno e Roberta Ceretto da David Tremlett e Sol LeWitt. A mezza costa c’è l’Abbazia dell’Annunziata, dove sono le vigne di Renato Ratti, ora curate dai figli Giovanni - che ha studiato alla Bocconi - e Pietro, che ha fatto l’enologica ad Alba. Sull’altro versante, nella contrada detta Serra dei Turchi, c’è il quartier generale di Gianni Gagliardo, che ha inventato l’asta del Barolo e ha raccontato la sua storia in un bel libro, I segreti delle Langhe. Quasi sulla cima, come un balcone affacciato sulle colline, il ristorante di Alessandra Bovio, figlia di uno dei pionieri della gastronomia langhetta, per decenni gestore del Belvedere, sulla piazza del paese. Dal belvedere di La Morra i vigneti corrono via a perdita d’occhio. Sono i Cannubi, una delle zone più vocate al mondo. Da Sud soffia il “marin”, il vento che sale dal Mar Ligure. Da Ovest i venti freddi che scendono dal Monviso. Di fronte i castelli che portano il nome dei grandi piemontesi, come quello di Grinzane Cavour, e la tenuta Mirafiore, donata da Vittorio Emanuele II alla Bela Rosin e ora fatta rivivere da Oscar Farinetti. Le cascine dove si allevano i taboj, pronuncia “tabui”, i cani da tartufo. E tutto questo ruota attorno al vino. È un paesaggio della mente. Come quello delle colline toscane e umbre. Come la Valpolicella e l’alta Valle del Tevere. Come le pendici dell’Etna e delle Alpi. Come l’anfiteatro morenico del Garda e quello del lago d’Iseo, la terra conosciuta con il nome di Franciacorta. Come il Conero e la Costiera amalfitana. Come le asprezze del Sannio e del Trentino, della Lucania e del Carso. Tutti i frammenti dell’immensa provincia italiana, dove da secoli gli uomini praticano, affinano e raccontano l’arte di fare il vino.

Focus - La guida 2023 “I migliori 100 vini e vignaioli d’Italia” by “Corriere della Sera”
110/100
Barolo Docg Monvigliero - 2018 Comm. G.B. Burlotto
Barolo Docg Ravera Riserva Vigna Elena 2016 Elvio Cogno
Bolgheri Sassicaia Doc Sassicaia 2019 Tenuta San Guido

100/100
Barolo Docg Ester Canale Rosso Particella 251P dell’antica Vigna Rionda 2018 Giovanni Rosso
Barolo Docg San Rocco 2018 Azelia
Franciacorta Docg Brut Teatro alla Scala Bellavista
Franciacorta Docg Dosaggio Zero Cabochon Doppiozero Monte Rossa
Toscana Igt I Sodi di San Niccolo’ 2018 Castellare di Castellina
Toscana Igt Oreno 2020 Tenuta Sette Ponti
Toscana Igt Saffredi 2020 Fattoria Le Pupille
Toscana Igt Solengo 2020 Argiano

99/100
Brunello di Montalcino Docg Tenuta Nuova 2018 Casanova di Neri
Chianti Classico Docg Riserva 2019 Volpaia
Costa d’Amalfi Furore Bianco Doc Fiorduva 2020 Marisa Cuomo
Marsala Doc Vergine Riserva 2008 Florio
Toscana Igt Petra 2019 Petra

98+/100
Barbaresco Docg Pajoré 2019 Rizzi
Barolo Docg Gavarini Chiniera 2018 Elio Grasso
Bolgheri Superiore Doc Greppicaia 2019 I Greppi

98/100
Alghero Cabernet Riserva Doc Marchese di Villamarina 2016 Sella & Mosca
Alto Adige Doc Lagrein Riserva Taber 2020 Cantina Bolzano
Barolo Docg Brunate 2018 Vietti
Bolgheri Superiore Doc Guado al Tasso 2019 Marchesi Antinori - Tenuta Guado al Tasso
Brunello Di Montalcino Docg 2018 Le Potazzine
Franciacorta Docg Dosage Zero Vintage Collection 2017 Ca’ Del Bosco
Franciacorta Docg Pas Dosé Millesimato Ziliani C 2018 Chiara Ziliani
Franciacorta Docg Saten 2018 Contadi Castaldi
Paestum IGP Fiano Pian Di Stio 2021 San Salvatore 1988
Terre Siciliane Igt Salealto 2019 Cusumano
Trebbiano d’Abruzzo Doc Fosso Cancelli 2020 Chiara Ciavolich
Val d’Arno di Sopra Doc Merlot Vigna Galatrona 2020 Petrolo
Vigneti delle Dolomiti Igt San Leonardo 2017 San Leonardo

97+/100
Barbaresco Docg Faset 2019 Paitin
Barolo Docg Brunate 2018 Enzo Boglietti
Ruché di Castagnole Monferrato Docg Riserva Limpronta 2019 Montalbera
Toscana Igt Migliorè 2018 Vallepicciola

97/100
Alghero Liquoroso Riserva Doc Anghelu Ruju 2006 Sella & Mosca
Alto Adige Doc Pinot Nero Ludwig Barth von Barthenau Vigna Roccolo 2017 J. Hofstätter
Alto Adige Valle Isarco Doc Kerner 2021 Köfererhof
Amarone della Valpollicella Docg Riserva Lilium Est 2012 Tenuta Sant’Antonio
Barbaresco Docg Fausoni 2019 Sottimano
Barolo Docg Aleste 2018 Sandrone
Barolo Docg Brunella 2018 Boroli
Barolo Docg Riserva Monprivato 2017 Giuseppe Mascarello e Figlio
Chianti Classico Docg Gran Selezione Badiòla 2019 Marchesi Mazzei
Fiano di Avellino Docg 2019 Pietracupa
Friuli Colli Orientali Doc Pinot Grigio Ramato Riserva 2019 Specogna
Passito di Pantelleria Doc Bukkuram Sole d’agosto 2020 2020 Marco De Bartoli
Sicilia Doc Saia 2020 Feudo Maccari
Vino Nobile di Montepulciano Docg 2019 De’ Ricci

96+/100
Brunello di Montalcino Docg Vigna Marrucheto 2017 Banfi
Etna Bianco Doc Zottorinotto 2020 Tornatore
Montecucco Docg Sangiovese Riserva Poggio Lombrone 2018 Collemassari

96/100
Alto Adige Doc Bianco Stoan 2020 Cantina Tramin
Alto Adige Doc Pinot Nero Filari Di Mazzon 2018 Ferruccio Carlotto
Barbaresco Docg Riserva Pora 2017 Musso
Barolo Docg Lecinquevigne 2018 Damilano
Barolo Docg Mosconi 2018 Pio Cesare
Brunello di Montalcino Docg La Mannella 2017 Cortonesi
Chianti Classico Docg 2019 Tenuta Perano
Chianti Classico Docg Gran Selezione Il Solatio 2017 Castello di Albola
Colli Tortonesi Doc Timorasso Fausto 2018 Vigne Marina Coppi
Fiano di Avellino Docg Elle 2019 Laura De Vito
Marche Sangiovese IGP Greppo Di Sotto 2017 Lucio Pompili
Moscato d’Asti Docg Canelli Biologico Moscata 2021 Mongioia
Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg Tridik Quota 430 Colesel
Venezia Giulia IGP Malvasia Collezione di Famiglia 2021 Ronco Dei Tassi

95+/100
Brunello di Montalcino Docg 2017 Il Poggione
Brunello di Montalcino Docg 2017 Sassetti Livio Pertimali
Montefalco Sagrantino Docg Molino dell’Attone 2016 Antonelli San Marco

95/100
Aglianico del Vulture Doc Don Anselmo 2018 Paternoster
Alto Adige Val Venosta Doc Riesling 2021 Falkenstein
Brunello di Montalcino Docg Poggio Cerrino 2017 Tiezzi
Chianti Classico Docg Terziere di Tramontano 2019 Geografico
Fiano di Avellino Docg 2021 Di Meo
Lambrusco Leclisse Paltrinieri
Lessini Durello Doc Riserva Metodo Classico Ioaura 2014 Tonello
Rocca d’Orcia Doc Villaggio 2020 Podere Forte
Romagna Albana Docg Passito 2018 Bissoni
Toscana Bianco Igt Pantagruel 2020 Castello Della Mugazzena
Valle D’aosta Dop Neige D’or Les Crêtes
Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Doc Le Vaglie 2021 Santa Barbara
Vino Bianco 10 Vendemmie Limited Edition Tenuta Ulisse

94/100
Alto Adige Doc Bianco Cuvée Nama 2018 Nals Margreid
Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Rive di Ogliano Docg R.D.O Ponente Brut 2021 Masottina
Elba Vermentino Doc 2021 Chiesina di Lacona
Lacryma Christi del Vesuvio Bianco Doc Vigna del Vulcano 2019 Cantine Villa Dora 211
Piave Doc Tai Iconema 2019 Ca’ Di Rajo
Romagna Docg Albana Valleripa 2020 Tenuta Casali
Romagna Sangiovese Doc Dado 2018 Enio Ottaviani 198
Rosso di Montalcino Doc 2020 Capanna
Trento Doc Brut Blanc de Blancs Maso Martis
Vermentino di Gallura Docg Superiore Fiore del Sasso 2020 La Contralta

93/100
Campi Flegrei Doc Piedirosso Vigna Delle Volpi 2018 Agnanum
Gioia del Colle Dop Primitivo Marpione 2018 Tenuta Viglione
Pecorello Igt Oneiro 2021 Baroni Capoano
Rosso di Montalcino Doc 2020 Canalicchio di Sopra
Rosso di Montalcino Doc 2020 Talenti

92/100
Rosso di Montalcino Doc 2020 Sanlorenzo

91/100
Salento Igt Rosato Flarò 2021 Vespa

Focus - Le cantine de “I migliori 100 Vini e Vignaioli d’Italia 2023”

Valle d’Aosta
Grosjean - Fratelli Grosjean
Les Crêtes - Elena e Eleonora Charrère

Piemonte
Ceretto - Bruno Ceretto
Damilano - Paolo Damilano
Elvio Cogno - Nadia Cogno e Valter Fissore
La Spinetta - Giorgio Rivetti
Mascarello Giuseppe e figlio - Mauro Mascarello
Michele Chiarlo - Michele Chiarlo
Pio Cesare - Federica Boffa
Poderi Gianni Gagliardo - Stefano Gagliardo
Rinaldi - Marta e Carlotta Rinaldi
Tenuta Santa Caterina - Guido Alleva
Vietti - Elena Penna e Luca Currado

Liguria
Bio Vio - Caterina Vio
Bisson - Pierluigi Lugano

Lombardia
Ballabio - Filippo e Mattia Nevelli
Ca’ del Bosco - Maurizio Zanella
Cà Maiol - Alessandro Marzotto
Cantina Chiara Ziliani - Chiara Ziliani
Vitari - Davide Bettini
Monte Rossa - Emanuele Rabotti
Mosnel - Giulio e Lucia Barzanò
Nino Negri - Danilo Drocco
Selva Capuzza - Luca Formentini
Sincette - Ruggero Brunori

Trentino
Bellaveder - Andrea Luchetta
Cantine Ferrari - Matteo, Marcello, Alessandro e Camilla Lunelli
Foradori - Elisabetta Foradori
Maso Martis - Roberta Giuriali Stelzer
Moser - Francesco Moser
Pojer e Sandri - Mario Pojer e Fiorentino Sandri
San Leonardo - Anselmo e Carlo Guerrieri Gonzaga
Vin de la Neu - Nicola Biasi

Alto Adige
Alois Lageder - Clemens Lageder
Erste + Neue - Andrea Moser
Salurnis - Nicolò Panizza e Andrea Nardin
Tenuta J. Hofstätter - Martin Foradori Hofstätter

Veneto
Bortolomiol - Elvira Bortolomiol
La Collina dei Ciliegi - Massimo Gianolli
Masi - Sandro Boscaini
Masottina - Federico Dal Bianco
Monte Del Fra’ - Marica Bonomo
Montelvini - Alberto Serena
Pasqua - Riccardo Pasqua
Ruggeri - Paolo Bisol
Sartori - Andrea Sartori
Tedeschi - Sabrina Tedeschi
Tonello - Diletta Tonello
Villa Sandi - Giancarlo Moretti Polegato
Zenato - Nadia Zenato

Friuli Venezia Giulia
Aganis - Simone, Alessio e Fabio Cecchetto
Livio Felluga - Laura Felluga
Marco Felluga - Ilaria Felluga
Specogna - Cristian e Michele Specogna
Terre di Plovia - Albino Armani

Emilia Romagna
Enio Ottaviani - Davide e Massimo Lorenzi
Mossi - Marco Profumo
Venturini Baldini - Julia Prestia

Toscana
Arrighi - Antonio Arrighi
Belpoggio - Enrico Martellozzo
Borgo Scopeto - Elisabetta Gnudi Angelini
Castellare di Castellina - Paolo Panerai
Castello del Terriccio - Vittorio Piozzo di Rosignano
Fattoria il Casalone - Pepi Lignana
Isole e Olena - Paolo De Marchi
Le Potazzine - Gigliola Giannetti
Marchesi Antinori - Albiera Antinori
Mazzei - Filippo Mazzei
Montevertine - Martino Manetti
Poggio al Tesoro - Caterina Mastella Allegrini
Sanlorenzo - Luciano Ciolfi
Tenuta Biserno - Niccolò Marzichi Lenzi
Tenuta di Argiano - Bernardino Sani
Villa Le Prata - Anna Vittoria Brookshaw

Marche
Velenosi - Marianna Velenosi
Villa Bucci - Ampelio Bucci

Umbria
Lungarotti - Chiara Lungarotti

Lazio
Casale del Giglio - Antonio Santarelli
Famiglia Cotarella - Dominga, Enrica e Marta Cotarella

Abruzzo
Ciavolich - Chiara Ciavolich
Codice Citra - Sandro Spella
Tenuta Cerulli Spinozzi - Enrico Cerulli
Valentini - Francesco Paolo Valentini

Campania
Feudi di San Gregorio - Antonio Capaldo
Mastroberardino - Piero Mastroberardino
Ognostro - Marco Tinessa
Quintodecimo - Luigi Moio
San Salvatore 1988 - Peppino Pagano

Puglia
Cantele - Paolo Cantele
Gianfranco Fino - Gianfranco Fino
Polvanera - Filippo Cassano

Basilicata
Elena Fucci - Elena Fucci

Calabria
‘A vita - Francesco De Franco
Librandi - Paolo Librandi

Sicilia
Colosi - Piero e Pietro Colosi
Cusumano - Diago e Alberto Cusumano
Donnafugata - Antonio e Josè Rallo
Frank Cornelissen - Frank Cornelissen
Tasca D’Almerita - Alberto Tasca d’Almerita

Sardegna
Mesa - Gavino Sanna

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