Gli anni Novanta sono contrassegnati dall'esplosione del turismo del vino, segnati dalla voglia di capire, dalla determinazione di percorrere chilometri per il piacere di abbinare più piaceri: degustare vini con i piatti tipici o con i frutti della fantasia di un cuoco famoso, conoscere meglio un vignaiolo e la sua cantina, vedere i monumenti del territorio e …, perché no, i “musei del vino”, che molto spesso sono una bella sintesi delle ricchezze del territorio, allestiti con attenzione e sacrificio, patrimoni culturali custoditi e difesi da privati o dal pubblico (o in sinergia), che consentono uno sguardo in più sul mondo del vino. Etichette, bottiglie, vetri, macchine enologiche e tanti altri strumenti e documenti del “pianeta” tanto caro a Bacco. Al via, dunque, il nostro viaggio per una rapida visita ai “musei del vino” più famosi o più originali d'Italia, ricordando che in questi musei, oltre agli strumenti e alla documentazione storica, c'è sempre la mano dell’uomo di cantina, la voglia di testimoniare qualcosa, che, per chi fa vino, è parte del patrimonio genetico e diventa l’occasione per aprire le porte della propria casa-cantina.
UMBRIA: MUSEO LUNGAROTTI - TORGIANO (PG)Tel. 075/9880200
Venti sale con oltre duemila pezzi in uno svolgersi di cinquemila anni di storia (dal III millennio avanti Cristo fino ai nostri giorni): è il Museo del Vino di Torgiano, di proprietà della famiglia Lungarotti. Ideato e realizzato da Maria Grazia Lungarotti, moglie di Giorgio Lungarotti (recentemente scomparso), storica dell'arte e direttrice della fondazione, il museo (25.000 biglietti all'anno, con tanto di bookshop - che merita una sosta - aperto tutto l’anno, ma il top va da ottobre a marzo), inaugurato e aperto al pubblico nel 1974, documenta la civiltà della vite e del vino con una serie di raccolte archeologiche, tecniche, storiche e artistiche che affascinano il visitatore durante il percorso, introducendolo al vino e al suo mito dalle origini a oggi. Vasi ittiti, kylikes attiche, bronzi etruschi, anfore e vetri romani, ceramiche medievali, rinascimentali e barocche fino all'età contemporanea, ferri da cialda, grafica ed editoria antiquaria sottolineano lo stretto legame con l'arte che il vino - introdotto da attrezzi per la coltivazione della vite e di cantina e monumentali torchi del XVII-XVIII secolo - ha avuto in millenni di storia. Ci sono poi le raccolte artistiche e tecniche, le ricette medicamentose e i preparati galenici a base di vino descritti negli antichi testi esposti nella sala dedicata al vino nella farmacia. Il museo, che rappresenta uno dei fiori all'occhiello della famiglia Lungarotti, ha rilevanza mondiale ed oggi non ha eguali per vastità e completezza. L'investimento è stato enorme, ma è ripagato però dalle soddisfazioni: tra i tanti riconoscimenti, spicca il premio Tourmusée, ricevuto negli scorsi anni a Parigi, che ne conferma la validità e l’unicità. Il Museo lancia in Italia e nel mondo l'immagine di Torgiano e della famiglia Lungarotti, che ha dedicato e dedica tutta la sua energia alla vite e al vino ed al rispetto delle tradizioni e dell'ambiente. Dal 13 maggio 2000, la Fondazione Lungarotti ha anche costituito il Museo dell'Olivo e dell'Olio. Dieci sale che ripercorrono la storia e la presenza dell'olio nel quotidiano attraverso i secoli: reperti e manufatti sviluppano temi relativi alla presenza dell'olio nell'alimentazione, nello sport, nella meccanica, nella cosmesi e nella medicina.
PIEMONTE: MUSEO MARTINI - PESSIONE (TO)TEL. 011/94191
Pessione, ovvero le sedici sale del Museo Martini di storia dell’enologia. E' una sosta obbligata in Piemonte, anche soltanto per fare quattro passi nello splendido palazzo del Settecento, sede storica dei primi stabilimenti Martini & Rossi. La sezione più appariscente è quella dei carri utilizzati per il trasporto delle uve vendemmiate, caratteristici per gli splendidi intagli a soggetto bacchico.
PIEMONTE: MOSTRA PERMANENTE ARCHIVI CINZANO e GLASS COLLECTION - S.VITTORIA D'ALBA (CN)TEL. 0172/477111
Santa Vittoria d’Alba, nel Roero, è una terra emergente del Piemonte enologico: e, qui in una storica villa, già residenza di caccia di re Carlo Alberto, c’è il cuore di una delle aziende più famose al mondo. Straordinarie, per suggestione e grandezza, le cantine d’invecchiamento sotterranee, che si estendono per oltre 2 km (fatte scavare dal re Carlo Alberto nel cuore della collina per ardite e segrete sperimentazioni per introdurre in Piemonte la produzione dello Spumante). Nel 1968, vi è stato ambientato il film “Il Segreto di Santa Vittoria”, con Virna Lisi, Anna Magnani e Anthony Quinn. Nel Museo, si possono vedere anche i materiali pubblicitari che hanno accompagnato 200 anni di vino. C’è poi la “Udv glass collection”: e, qui, si va alla scoperta del vetro con 144 esemplari dagli albori - con radici nella Mesopotamia culla della nostra civiltà - passando per la Roma Antica, Venezia e le grandi tradizioni europee. E' un Museo dove si può capire bene il rapporto che c'è tra cristallo (o vetro) ed il vino, sia per lo stile che per la qualità della degustazione. Ristorazione nella villa storica, con piatti di cucina tipica piemontese.
PIEMONTE: MUSEO RATTI - LA MORRA (CN)TEL. 0173/50185
La Morra, il cuore del Barolo, dà al turista l'opportunità di vedere il “Museo Ratti dei vini d’Alba” (aperto solo da Pasqua a novembre). Se con la prenotazione il turista sarà fortunato potrà avere, come straordinarie guide, gli “uomini di casa” e protagonisti della tradizione, Pietro Ratti e Massimo Martinelli. Il museo offre un ampio spaccato di storia passando tra torchi, bottiglie, etichette e documenti storici.
PIEMONTE: MUSEO BERSANO - NIZZA MONFERRATO (AT)TEL. 0141/720211
E' il tempio delle curiosità del vino, il Museo Bersano delle Contadinerie a Nizza Monferrato. Diviso in stanze e ambienti, il Museo ha un incredibile patrimonio di stampe e di tradizioni del mondo contadino che merita una visita per l’originalità: strumenti di vigna e di cantina, macchine trebbiatrici, oggetti della vita quotidiana di campagna, carri agricoli, ma anche etichette, editti, stampe antiche e mappe e dipinti sul mondo del vino.
TOSCANA: MUSEO DEL VETRO - MONTALCINO (SI)
TEL. 0577/816001
La Fondazione Banfi ha creato, negli anni Ottanta, il Museo del Vetro e della Bottiglia, ambientato nel duecentesco Castello di Poggio alle Mura, a Montalcino. Un altro Museo da prendere ad esempio, arricchito dal ristorante e da enoteca, visitato ogni anno da 40.000 turisti. C’è da rimanere a bocca aperta solo per la passeggiata tra le mura, nelle scuderie o nel vecchio frantoio - con macchinari originali - dove è stata sistemata la collezione del contenitore del vino, ovvero il vetro in tutte le sue forme, dalla storia all’arte, all’assoluta eleganza di forme di certi pezzi. Dagli antichi Egizi ai Fenici, dagli Assiro-Babilonesi all’Impero Romano, dall’arte veneziana ai nostri giorni: è davvero affascinante ripercorrere il lungo cammino che dal vetro antico porta alla moderna bottiglia in questo Museo. L’antichità è presente nelle vetrine del Museo, con vetri modellati alla stregua del bronzo e dell'oro: anfore, vasetti, balsamari, progenitori della moderna bottiglia. Ma l’oggetto utilitaristico, legato principalmente alla tavola ed al vino, appartiene al periodo romano, dopo che nel I secolo a.C. qualcuno ebbe l’idea, fra Tiro e Sidone, di prelevare un “bolo” di vetro incandescente con una canna forata e, tramite questa, soffiarci dentro. Fu una rivoluzione che ben presto arrivò a Roma, allora in procinto di divenire Caput Mundi, producendo innumerevoli oggetti. Alcuni sono qui in mostra al Museo di Montalcino, che costituisce una delle più ricche collezioni di vetri romani: dalle ampolle ai piatti, dalle coppe alle brocche di varie fogge e stili. Poi le tenebre del Medioevo e la “resurrezione”, grazie agli importatori veneziani, d’oggetti dall’Oriente e dall’Islam, verso il secolo X. Ma bisognerà arrivare al Rinascimento per veder rifiorire l’arte del vetro, da Venezia verso le altre regioni del mondo occidentale. Poi arriviamo alla bottiglia, agli inizi del XVII secolo, scoperta quasi per caso. Giacomo I re d’Inghilterra, a seguito del diradarsi dei boschi, impose altri combustibili, diversi dal legno. Ecco allora il carbon fossile che, permettendo di raggiungere temperature di fusione prima impensabili, consentì di dare solidità al vetro. Nasce così la bottiglia moderna, trasportabile e sigillabile, ed i primi ad approfittarne furono i francesi, che la realizzarono per un nuovo prodotto: lo Champagne! Di lì a poco comparvero le prime bottiglie bordolesi, le prime borgognotte, quindi le renane (in Germania) e alcune misure anche in Italia, dove, del resto, già da parecchio, esisteva la bottiglia impagliata (fiasco), realizzata per resistere agli urti durante i trasporti. Inizialmente le bottiglie avevano forma piuttosto tozza, poi man mano vennero perfezionandosi e allungandosi. Questa evoluzione è ben evidente nelle vetrine che compongono il corpo del Museo che, nella sua parte terminale, è anche arricchito da una serie di opere che riguardano il matrimonio fra artisti come Picasso, Cocteau e Dalì e conosciutissimi “maestri vetrai”, che realizzarono meticolosamente gli originali disegni degli artisti. Gli attrezzi dell’arte del vetro ed una buona raccolta bibliografica completano questo originale Museo. E non basta perché il patrimonio esposto cresce ogni anno (di recente, la Calp di Colle Val d’Elsa, la più importante azienda di cristallo in Italia, ha fatto omaggio al Museo delle copie delle Coppe del Mondo vinte dai due campioni italiani dello sci, Alberto Tomba e Deborah Compagnoni). Inoltre il Castello di Poggio alle Mura è sovente luogo di mostre d’arte e di eventi culturali.
TOSCANA: MUSEO DELLA VITE - CARMIGNANO (FI)TEL. 055/8712468
Nel Museo della Vite e del Vino di Carmignano, con quattro sale, oltre all'esposizione degli attrezzi e strumenti ed alle radici del vino, sono organizzate proiezioni di diapositive e una zona di ricerca Internet. Il museo è gestito dalla Pro loco ed è molto visitato, soprattutto dagli stranieri.
TOSCANA: MUSEO DELLA VITE E DEL VINO - RUFINA (FI) - Tel. 055/839651
Il Museo della Vite e del Vino di Villa di Poggioreale, proprio sotto il paese di Rufina, è un luogo ideale per le scuole, per i turisti di Firenze e per tutti quelli che vogliono conoscere la cultura del vino nel luogo di produzione. Tra 3 anni, inoltre, quando tutta la villa sarà restaurata e funzionante, saranno organizzati anche corsi di specializzazione in cucina per cuochi. Il percorso del Museo inizia dagli attrezzi relativi alla coltivazione delle vite, passa alla lavorazione delle uve in cantina (e ne illustra tutte le fasi), allinea tini di ogni misura, dedica pannelli e foto alle impagliatrici di fiaschi, ai reperti di tanti modelli di vetri e bottiglie (alcune datate 1600). La raccolta di oltre mille pezzi è iniziata con le rassegne del "Bacco Artigiano" ed altri pezzi sono stati invece concessi al Comune di Rufina dal Consorzio Chianti Rufina, anima anche della Strada del Vino del Chianti Rufina (una delle prime in Italia). Nel Museo, ci sono anche postazioni multimediali per collegarsi ai vari musei del territorio. L'enoteca è un capolavoro di recupero: tutti i tavoli, i panchetti e le vetrine per le bottiglie sono stati realizzati con il rovere recuperato dalle doghe di vecchie botti. Tutti gli spazi mantengono poi la struttura dell'antica villa: camini del '500, pozzo interno, volte e cornici di antica manifattura.
LOMBARDIA: MUSEO DEL VINO - CAPRIOLO (BS)TEL. 030/736094
Visitato ogni anno da oltre 10.000 persone, è il Museo agricolo e del vino Ricci Curbastro, in Franciacorta. Quattro le sale, ognuna con un suo tema: la vite, il vino e l’attività del bottaio; gli attrezzi per la lavorazione del terreno; il fienile e i maestri della casa e uno spazio dedicato a giocattoli, strumenti di misura e filatura. C'è poi un’area destinata alle mostre che ulteriormente impreziosisce la già ricca dotazione del museo.
CAMPANIA: MUSEO DEL CONTADINO DI CASA D'AMBRA VINIFORIO D'ISCHIA (NA) - TEL. 081/907210
L’affascinante terra dei vini d’Ischia, in questo caso Forio, propone il museo del contadino. Due piani, il primo dedicato alle degustazioni, il secondo all’esposizione. La struttura è in forte crescita, anche se il flusso turistico nell’isola ne limita solo ad otto mesi l’anno i flussi di turismo più interessante.
MARCHE: MUSEO INTERNAZIONALE DELL'ETICHETTACUPRAMONTANA (AN) - TEL. 0731/780199
Cupramontana, nel territorio anconetano, ospita, nel settecentesco Palazzo leoni, l'importante Museo internazionale dell’Etichetta, diviso in tre interessanti sezioni che propongono la storia, i tempi moderni e un’area artistica. E’ uno dei pochi esempi di museo del vino di proprietà pubblica. Un'iniziativa del Comune che mira alla creazione di valore aggiunto delle produzioni marchigiane e molto importante per il turismo ed il territorio. Tra le attività del Museo, anche il concorso che premia la migliore etichetta italiana dell’anno.
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