I numeri ancora sono quelli che sono, perché il vino italiano, tanto in Cina che ad Hong Kong, vale pochi punti percentuali del mercato complessivo, come ha ricordato l’ambasciatore italiano a Pechini, Alberto Brandanini. Ma i nettari del Belpaese, nel complesso, hanno il vento in poppa: lo dicono le testimonianze di produttori e consorzi, raccolte da Vinitaly International, di ritorno dall’Hong Kong International Wine & Spirits Fair. Da Paolo Fassina, Area Manager Asia di Banfi, a Magnus Saccone, Export Manager Cantina Valpolicella Negrar, da Vittoria Cisonno, direttrice Mtv Puglia, a Marco Bani, direttore Consorzio Vino Chianti, da Ambrogio Manzi, direttore Enoteca Emilia Romagna, a Luca Giavi, dirigente del Consorzio Prosecco Doc: in Cina, ed in Asia in generale, c’è sempre una maggiore competenza, oltre che un crescente interesse, per i vini italiani. Che hanno avuto grande successo ad Hong Kong dove hanno provato, sotto il cappello di Vinitaly, a muoversi uniti. E non a caso, il magazine “Wine Luxe”, tra gli specializzati più seguiti in Asia, ha dedicato la storia di copertina, per la prima volta, al vino italiano. Declinato al femminile, con Stevie Kim, general coordinator Vinitaly International, e Gaia Gaja, alla guida del gruppo di famiglia con il padre Angelo Gaja ...
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