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VINO

I vigneti d’Italia sorridono ai produttori: dall’Alto Adige alla Sicilia, tra i filari c’è ottimismo

Dalle Langhe a Marsala, la sintesi parla di uve buone ovunque, ma quasi mai in abbondanza. E qualcuno spera in una vendemmia memorabile
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La vendemmia in Franciacorta, tra i primi territori a tagliare i grappoli

Con le mille preoccupazioni che arrivano dai mercati del mondo, tutti ancora più o meno fortemente rallentati dagli effetti delle pandemia, la gran parte dei produttori di vino d’Italia respira un po’ di ottimismo guardando alla vigna. Come raccontato, a WineNews, da alcuni dei più importanti enologi del Belpaese, da Carlo Ferrini a Giuseppe Caviola, da Riccardo Cotarella a Donato Lanati, e come testimoniano le parole di tante importanti cantine di tutto il Belpaese. Nelle Langhe sono i 75 ettari di Pio Cesare, realtà storica e tra i riferimenti qualitativi del territorio, a registrare un’annata “non eccezionalmente calda e leggermente anticipata rispetto alla tradizione, a causa non del troppo caldo estivo ma del forte anticipo primaverile”. Secondo Federica Boffa, quinta generazione della proprietà, “il ciclo vegetativo ha avuto una partenza precoce, poi dalla seconda metà di aprile e per tutto maggio le temperature si sono abbassate, accompagnate da piogge anche abbondanti che hanno generato una buona riserva di acqua utile per affrontare l’estate, causando un rallentamento molto positivo della maturazione. Inizieremo la raccolta delle uve bianche, sane e con una buona concentrazione, già nei primi giorni di settembre mentre per il Nebbiolo bisognerà ovviamente aspettare ottobre”.
Un altro punto di vista privilegiato sulla Langhe è quello di Damilano che con la sua collezione di Barolo Cru - tra cui ben due sulla collina di Cannubi - può raccontare lo status quo di vigneti di eccellenza. “La vendemmia si prospetta interessante” ci spiega Guido Damilano. “Ci sono state piogge a maggio e giugno, delle settimane di caldo intenso in estate che ci hanno indotto a monitorare molto attentamente i vigneti, e adesso la situazione è positiva. L’ideale sarebbe avere un bel settembre secco e soleggiato. Ad oggi il Nebbiolo sulle piante è sano e nella giusta quantità. La raccolta a Cannubi potrebbe essere a metà ottobre”.
In Trentino, a San Leonardo, storica maison guidata da Anselmo Guerrieri Gonzaga, non si fa mistero di attendere una splendida annata. “Dopo le piogge di maggio, abbiamo avuto un’estate sorprendente: tantissimo sole ma anche notti fresche e un’ultima spruzzata di pioggia a inizio agosto, giusto per dissetare le vigne”.
Restando in trentino, sentiment decisamente positivo anche tra i filari del Trentodoc di Ferrari, cantina di riferimento del territorio, dove la vendemmia è già iniziata da una decina di giorni, con un po’ di anticipo, ma con il “2020 che si presenta come un’annata dalle ottime potenzialità”, spiega Marcello Lunelli, vice presidente e responsabile tecnico delle Cantine Ferrari. “Se l’andamento climatico dei primi sei mesi ha anticipato la crescita vegetativa della vite, il mese di luglio ha invece differenziato la maturazione dello Chardonnay a seconda dell’altitudine, facendo prevedere una vendemmia ben distribuita nel tempo”, spiega Lunelli.
Anche in Alto Adige, il morale è alto. È “un’annata che si prospetta di ottima qualità. L’uva è molto sana e durante l’anno trascorso, grazie anche al clima, non abbiamo avuto problematiche legate a malattie. Ora confidiamo che il meteo si stabilizzi regalandoci le giornate di sole e le notti fresche tipiche della nostra regione vinicola”, Hans Terzer, Winemaker della Cantina di San Michele Appiano e presidente dell’Associazione dei “Kellermeister” dell’Alto Adige..
Pensiero condiviso anche da Andrea Moser, direttore tecnico di Cantina Kaltern, un microcosmo con oltre 450 ettari vitati, dove la raccolta è appena iniziata, è positivo: “la pioggia è stata una sfida per i nostri viticoltori, ma l’estate ha messo le cose a posto e oggi la qualità dei grappoli ci fa ben sperare”.
Stessa musica in Franciacorta, come spiega Giulio Barzanò della griffe Il Mosnel: “le piogge che hanno punteggiato l’annata hanno dettato la linea in vigna imponendo un monitoraggio costante e tanti trattamenti. L’andamento climatico ha portato ad una maturazione lenta e con interessanti complessità aromatiche. Ci troviamo davanti a una vendemmia ricca e “morbida”e grazie alle ultime settimane soleggiate, stiamo raccogliendo già da qualche giorno uve con un buon equilibro tra zuccheri e acidità che lasciano prevedere un ottimo millesimo”.
Dal Friuli Venezia Giulia arriva la testimonianza di Alex Maccan, alla guida di Le Monde: “stiamo già raccogliendo, con Pinot Nero e basi spumante abbiamo iniziato la settimana scorsa, ora tocca a Pinot Grigio e Pinot Bianco, e le aspettative sono buone. Non ci sono problemi in vigna, anzi è una grande annata in qualità, anche se la quantità si è ridotta più di quanto pensavamo, ma la vendemmia la vediamo bene, mosti e fermentazioni stanno andando avanti bene, quindi per ora siamo contenti”.
Anche in Veneto, al di là del nubifragio che nei giorni scorsi ha colpito pesantemente il 4-5% dei vigneti della Valpolicella, la vigna sembra regalare ottimismo. Come racconta Diego Cottini, alla guida di Monte Zovo, oltre 150 ettari, soprattutto tra Valpolicella e Lugana. “La vendemmia è iniziata con il Pinot Grigio nella nostra Tenuta di Caprino, che è in regime biologico, la quantità non è abbondante ma le uve sono di ottima qualità sia per acidità che per grado zuccherino. Le cose stanno procedendo bene, settimana prossima inizieremo con Sauvignon e Chardonnay, e se prosegue così sarà una buona annata per i bianchi, ma ci aspettiamo buone cose anche per i rossi. Stiamo defogliando in Valpolicella, l’uva è già in buono stato di maturazione, e raccoglieremo verso il 10-15 settembre Abbiamo notti molto fresche qui da noi, siamo tra i 300 ed i 900 metri, a nord Verona, se il tempo non fa altri scherzi siamo messi bene, la natura ci sta dando dei bei frutti. Non abbondanti, ma di qualità. Non ho visto un chicco di marciume, e questo è importantissimo”.
Positivo il sentiment anche di una delle griffe del territorio, Romano dal Forno, come spiega Roberto Merlo di Uva Sapiens, che collabora con la cantina: “la stagione è stata sufficientemente fresca, gli episodi piovosi e violenti che si sono visti tramite i media nei giorni scorsi non hanno interessato la Val d’Illasi. L’andamento della maturazione che si presenta in lieve ritardo rispetto allo storico per questa zona favorirà lo slittamento verso metà settembre della raccolta delle uve destinate ad Amarone. Di conseguenza la vendemmia avverrà in condizioni climatiche con temperature gradevoli, come tradizione vuole. Bisogna attendere le prossime due, tre settimane, per avere elementi ulteriori per una valutazione dell’annata, ma in questo momento ci sono tutti i presupposti per considerarla notevole in termini di qualità”.
Grande entusiasmo anche tra i filari del Prosecco, come racconta Giancarlo Moretti Polegato della griffe Villa Sandi:“ abbiamo una bella produzione, ha fatto il caldo giusto e anche le piogge che servivano, ed è importante perchè in collina non ci sono irrigazioni. Abbiamo iniziato con le varietà precoci, quindi Pinot Grigio, Chardonnay e Pinot Bianco, in linea con i tempi dell’anno scorso, e non in anticipo come invece sembra poter succedere a giugno. C’è grande entusiasmo, c’è davvero una bella uva, dal punto di vista degli aromi e non solo. Ed è una valutazione che accomuna sia la zona del Conegliano Valdobbiadene Docg, sia dell’Asolo che la Doc, in pianura, siamo fiduciosi che sia un’annata da ricordare di qualità, anche se magari ci sarà un po’ meno di quantità. Con la Glera inizieremo verso li 10 settembre, dalla pianura e via via alla colline, e anche qui ci sono grandissime aspettative, ci sono grandi escursioni termiche tra giorno e notte che sono fondamentali, e speriamo che la vendemmia ci dia un po’ di quella positività di cui c’è molto bisogno”.
Ci sarà ancora da aspettare nel Soave per la Garganega, e per il Trebbiano, come già raccontato a WineNews dal produttore e presidente del Consorzio Sandro Gini, che sottolinea come li territorio si “stia preparando ad una vendemmia estremamente promettente”, grazie a mesi estivi che hanno registrato temperature senza estremi, ventilazione e un perfetto apporto idrico che hanno portato le vigne a essere rigogliose e sane, senza attacchi di peronospora o altre malattie.
Ancora, dai Colli Berici, nelle vicentine Terre del Palladio nel territorio dei Colli Berici, commenti positivi arrivano da Marcella Toffano, alla guida della cantina PuntoZero: “abbiamo cominciato i bianchi, Incrocio Manzoni e Pinot Bianco, che sono molto belli, non hanno eccessive gradazioni alcoliche, ma viste le previsioni meteo non troppo buone per i prossimi giorni abbiamo anticipato un pochino le operazioni. Fin qui le cose dal punto di vista agrario sono andate perfettamente”.
“Ottimi presupposti dal punto di vista qualitativo e una produttività allineata alle medie dell’azienda”, spiega dalla Liguria Diego Bosoni, alla guida della perla del Levante Ligure, Cantine Lvnae, dove si è registrata “un’estate senza eccessivi picchi di temperatura, che sta portando le uve gradualmente a maturazione”.
Scendendo al centro, si va in Toscana, terra del Sangiovese, e qui manca ancora un po’ di tempo alla raccolta, ma le aspettative sono positive. Nel Chianti Classico, per esempio, Francesco Ricasoli, alla guida della storica Castello di Brolio, sostiene che “le analisi sulle varietà precoci mostrano una maturazione nella norma, per gradazione zuccherina bassa, acidità e acido malico. Le uve si presentano toniche, equilibrate, di bell’aspetto. La quantità non sarà elevata ma la qualità molto buona. Del resto se è vero che le piogge a luglio e agosto non si sono fatte vedere, è vero anche che le escursioni termiche tra giorno e notte hanno toccato a Brolio anche i 17 gradi di differenza: un volano per la maturità fenolica delle uve”.
Ancora, Castello di Querceto parla di “uva sana e in fase di invaiatura, come deve essere”, mentre Léon Femfert della griffe Nittardi conferma che “le piogge di maggio hanno arginato il clima secco dell’estate, e le aspettative sono buone”.
Sentiment positivo anche a Montalcino, come racconta Emilia Nardi delle Tenute Silvio Nardi, tre le realtà più importanti del Brunello di Montalcino: “è stata un’annata calda e poco piovosa ma non estrema. Le piogge di novembre con le relative riserve idriche hanno fatto la differenza. Oggi i vigneti sono in equilibrio e ci aspettiamo una buona qualità”. Sempre in Val d’Orcia, a Tenuta di Trinoro, si parla di “un’annata in media più fresca. Agosto non è uscito fuori dalle righe. I segnali di evoluzione e maturazione sono stati puntuali”, spiega Andrea Franchetti.
Pollice alzato anche a Bolgheri, secondo Leonardo Raspini, direttore di Tenuta Argentiera, una delle realtà più belle del territorio: “ci sono i presupposti per una buona annata, poi quanto buona sia davvero lo vedremo nei prossimi giorni. Cominceremo con il Vermentino ed il Merlot in linea con le nostre tempistiche, quindi ai primi di settembre, per arrivare nei vigneti più alti tra fine settembre ed i primi giorni di ottobre. Inizieremo la settimana prossima con ottime prospettive, le uve sono in equilibrio e hanno fatto una buona invaiatura e maturazione nonostante un po’ di siccità, ma vediamo uve che non hanno sofferto. Anche se ha piovuto molto poco nell’anno, a maggio abbiamo avuto piogge che hanno permesso di arrivare a luglio con le piante vegete e con una maturazione delle uve molto buona. Probabilmente sarà una vendemmia più compressa nei tempi, e questo è un trend che già vediamo da qualche anno, per via dei piccoli o grandi cambiamenti climatici che stiamo vivendo. Ad Argentiera, il fatto di avere vigneti a diverse altitudini in questo ci aiuta”.
Ancora, sulle colline pisane, dove si trovano i vigneti di Tenuta di Ghizzano, l’estate secca ha contribuito alla maturazione di un’uva bella e regolare. Ginevra Venerosi Pesciolini sorride: “Le piogge di giugno seguite da un luglio e agosto assolati hanno garantito una bellissima fine di maturazione, senza stress idrico. E ora iniziamo la raccolta”.
Restando al Centro, la vendemmia in Umbria è partita con le varietà bianche, come testimonia Renzo Cotarella, direttore generale di Antinori, e guida di una delle cantine di riferimento della produzione bianchista italiana, Castello della Sala: “abbiamo iniziato con lo Chardonnay, che è poco ma molto buono, equilibrato e saporito. C’è un calo di quantità del -30% sull’anno scorso, e credo che piano piano, se la stagione non cambia un po’ di diminuzione di produzione ci sarà in generale, ma è presto per sbilanciarsi. Io adesso sono in Puglia (dove Antinori possiede Tormaresca, ndr) tra i vigneti di Negramaro, e qui mancheranno ancora 15-20 giorni. E se arriva un po’ di acqua giusta male non fa, e questo vale un po’ dappertutto”.
Sensazioni positive anche dai nelle Marche per il Verdicchio, come racconta Michele Bernetti della Umani Ronchi, cantina di riferimento del territorio: “la qualità sembra ottima, i passaggi in vigna ci confermano le condizioni per una bella vendemmia. La maturazione varia un po’ a seconda delle zona, ma le tempistiche sono abbastanza in linea con quelle degli ultimi anni, e la prossima settimana, se non ci saranno sorprese o temporali, dovremmo iniziare a raccogliere. La quantità sembra leggermente più abbondante del 2019, ma nella norma rispetto alla media delle ultime annate”.
Buonissime sensazioni anche dalla Isole. Dalla Sardegna arriva la testimonianza di Massimo Ruggero, ad di Siddùra, una delle realtà più importanti del territorio: “abbiamo avuto le piogge nel momento ideale, le piante sono prosperose e ricche di frutto: pensiamo sarà un buon raccolto. Il tempo poi ci sta assistendo grazie ad escursioni termiche ideali, perché durante la notte le temperature stanno scendendo e questo avrà la sua influenza soprattutto sotto l’aspetto aromatico e sull’acidità”.
Grande ottimismo anche in Sicilia. “Abbiamo iniziato a Mozia, e c’è un uva buonissima, mentre a Regaleali abbiamo raccolto le basi spumanti e quindi le varietà precoci - spiega Alberto Tasca, alla guida di Tasca d’Almerita, tra le realtà più importanti dell’Isola - ed a livello di quantità per ora noi siamo in aumento sul 2019, ma in calo del -10-12% sui 5 anni. Comunque meno di quanto sento in altre zone della Sicilia. Lo stato delle uve è buonissimo, a Regaleali abbiamo avuto una bellissima pioggia a giugno su terreni argillosi che non l’hanno dispersa, e questo ci ha aiutato molto. È presto per sbilanciarsi, sopratutto per le varietà rosse, ma mai come quest’anno, considerato tutto quello che è successo, c’è la voglia di fare le cose al meglio e di portare in cantina una vendemmia eccellente”.
Le cose vanno bene anche sull’Etna, anche se servirà ancora un bel po’ di tepo, come racconta Vincenzo Lo Mauro, direttore di Passopisciaro: “si registra un’annata fresca con uno sviluppo fogliare fuori dell’ordinario. Prevedo una ottima annata, ma per parlare di vendemmia è troppo presto: di solito raccogliamo in novembre”.
Dalla zona di Marsala, invece, arrivano le considerazioni di Mattia Filippi, enologo di Uva Sapiens che segue una delle cantine più affermate per il Marsala e non solo, Marco de Bartoli: “la stagione 2020 si è presentata nella tarda primavera con temperature fresche e venti da nord carichi di umidità durante le ore notturne; si è trattato di momento delicato dal punto di vista viticolo. La stagione estiva è stata caratterizzata per converso da temperature sopra la media ma con assenza di venti di scirocco e di fenomeni piovosi. I pesi medi dei grappoli sono leggermente inferiori alla media storica e quindi le rese per ettaro si mantengono basse. Le condizioni descritte influenzeranno in primis Grillo, varietà principe del trapanese, portando ad un leggero anticipo della raccolta. Dai primi vini ottenuti si evince un buon quadro acidico, spiccata aromaticità per quanto riguarda i bianchi e buona concentrazione polifenolica sui rossi”.
A dare una visione di insieme, da Nord a Sud del Belpaese, infine, è Daniele Simoni, ad di Schenk Italian Wineries, che con vigne e cantine va dal Trentino Alto Adige alla Sicilia, passando per il Piemonte, il Veneto, la Toscana, le Marche, l’Abruzzo, la Puglia e la Sardegna.
“Il clima favorevole e l’attenta gestione dei vigneti prefigurano un’annata davvero positiva, da nord a sud del Paese. Quest’anno inizieremo la vendemmia una settimana in anticipo rispetto al 2019, perché il livello qualitativo delle uve risulta già generalmente molto buono lungo tutta la Penisola, compresa la Sardegna che, negli ultimi due anni ha vissuto grossi problemi per la siccità. Per quanto riguarda le nostre due cantine di punta, Bacio della Luna in Valdobbiadene e Lunadoro a Montepulciano, terra del Vino Nobile, siamo davvero ottimisti: nonostante una primavera molto piovosa, il clima caldo di luglio e agosto ha portato ad un eccellente sviluppo vegetativo e oggi le uve si presentano al massimo della forma, sia dal punto di vista sanitario che qualitativo. Con queste premesse, unite all’attenta gestione dell’azienda e della vigna che abbiamo messo a punto negli anni, siamo fiduciosi di partire da condizioni eccellenti per una vendemmia che si prospetta davvero ottima”.

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