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ATTUALITÀ

I vigneti italiani all’asta sono in calo: 244 lotti nel 2023 per un valore di 67 milioni di euro

Analisi Centro Studi Astasy Analytics di Npls Re_Solutions: “decrescita positiva”, nel 2019 valevano 250 milioni. Toscana e Umbria con prezzi più alti

Quando si parla di aste di vino la prima cosa che viene in mente sono i preziosi lotti che finiscono sotto il martelletto per la gioia dei collezionisti che possono portarsi a casa bottiglie che hanno fatto la storia, veri e propri “cult” da conservare gelosamente. Ma le aste di vino non sono solo queste e riguardano anche qualcosa di materialmente più ampio: è il caso, ad esempio, dei 244 lotti di vigneti finiti in asta nel 2023 in Italia, per un controvalore di ben 66.648.711 euro, come dimostra l’analisi realizzata dal Centro Studi Astasy Analytics di Npls Re_Solutions realizzata grazie al sistema “Auction System” che consente di alimentare banche e servicer di dati aggiornati in merito alle esecuzioni immobiliari e di clusterizzare, come in questo caso, le varie tipologie di beni in asta. Un numero, comunque, decisamente inferiore, a testimonianza di un settore che sta ritrovando forza e determinazione, a quello del 2019 (l’ultima rilevazione del Centro Studi Astasy) quando finirono all’asta 1.142 lotti di vigneti, pari ad un valore di base d’asta di 250 milioni di euro, comprese vere e proprie eccellenze.
Non mancano, anche stavolta, vigneti dalle regioni più storiche dell’enologia italiana che fanno pensare a dei “gioiellini” sotto il martelletto: se a livello locale, il maggior numero di lotti in vendita è concentrato in Sicilia, con 48 vigneti, seguita da Puglia (34) e Toscana (27), riguardo al valore complessivo dei beni, al primo posto si colloca la Toscana, dove ai 27 lotti in asta corrisponde un prezzo di 24.589.990 euro, mentre la Sicilia scende al terzo posto con un valore complessivo di 5.181.529 euro. La Puglia scende alla posizione n. 11, con le unità in asta che presentano un valore complessivo di 1.683.411 euro, mentre al secondo posto troviamo l’Umbria, nona per numero di lotti in asta (11), ma con un significativo controvalore pari a 9.267.082 euro . Il dato attesta l’elevata qualità della produzione vinicola umbra, che tra i suoi prodotti annovera uve pregiate quali Sagrantino, Sangiovese, Grechetto, Trebbiano Spoletino e Montepulciano.
La classifica vede Toscana e Umbria ai primi due posti per valore di beni staggiti e, si legge in una nota di Npls Re_Solutions, si trova nel Comune di Crespina Lorenzana (Pisa) il vigneto dal valore più alto finito all’asta: un’azienda agricola che conta in totale 484 ettari di cui 24 utilizzati a vigneto, per un valore di 11.400.000 euro e un’offerta minima a 8.594.625 euro. L’ampia produzione di vini comprende vitigni di Chardonnay, Vermentino, Sangiovese, Cabernet Sauvignon, Syrah, Trebbiano e Merlot. La seconda procedura dal valore più alto riguarda Perugia, nella frazione Torri, località Purgatorio. Il bene è stato valutato 10.679.753 euro, tuttavia un susseguirsi di aste deserte, di cui l’ultima a fine 2023, ha diminuito il prezzo base d’asta fino a 3.150.000 euro (corrispondente all’offerta minima dell’ultimo esperimento e alla base del prossimo). Si tratta della piena proprietà di una moderna azienda agricola vitivinicola con terreni per la maggior parte adibiti a vigneto Doc e Igt e per il resto a frutteto, oltre a seminativi e bosco, per una superficie complessiva di 34 ettari.
Per Massimiliano Morana, ad Npls Re_Solutions , “analizzandolo da un punto di vista immobiliare, quello che riguarda i vigneti è un settore tanto interessante quanto peculiare e sfidante. Si tratta di una tipologia accattivante che può offrire opportunità di investimento redditizie, ma che richiede una conoscenza approfondita del comparto vitivinicolo comprese le pratiche agricole, la gestione della cantina e le tendenze di mercato. È importante prendere in considerazione le sfide e le caratteristiche specifiche del settore prima di impegnarsi in questo tipo di investimento: i costi associati alla gestione di un vigneto, tra cui mano d’opera, attrezzature, trattamenti fitosanitari e manutenzione, possono essere elevati”. Morano aggiunge come “la produzione vitivinicola italiana va preservata in tutti i modi. La produttività delle aziende vinicole è strettamente correlata in primis ai fattori climatici e condizioni meteorologiche estreme che possono danneggiare le viti e influenzare la qualità e la quantità dell’uva prodotta, rendendola una attività ad alto rischio. Esistono inoltre regolamenti rigidi e complessi relativi alla produzione di vino e alla gestione del vigneto, che possono variare notevolmente da regione a regione, pertanto, è necessaria una buona conoscenza delle normative locali in materia di sicurezza alimentare, etichettatura, uso di pesticidi e altre pratiche agricole. Si aggiunga che il settore vinicolo è altamente competitivo, con una vasta gamma di vini disponibili sul mercato globale. Gli acquirenti sono sempre più esigenti in termini di qualità, sostenibilità e autenticità del prodotto, il che mette pressione sui produttori per differenziarsi e distinguersi dalla concorrenza. Sfruttare le opportunità offerte dal settore vitivinicolo e affrontarne le sfide richiede competenze, risorse e una costante attenzione alla gestione e all’innovazione, facendone un mercato tanto interessante quanto elitario”.

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