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IL 2008 ANNO OLIMPICO ANCHE PER IL VINO ITALIANO. CRESCE L’INTERESSE PER IL MERCATO CINESE, GRAZIE ANCHE ALLE NUOVE OPPORTUNITÀ OFFERTE DALLE PROSSIME OLIMPIADI A PECHINO, DALL’EXPO DEL 2010 A SHANGHAI E DALLO SVILUPPO DI MACAO, LA LAS VEGAS ASIATICA

Un enorme iceberg che ancora non emerge, ma è solo una questione di tempo: è lo scenario del mercato del vino in Cina, tracciato da Verona nel focus di Vinitaly dedicato al Paese della Grande Muraglia. Per il vino italiano la Cina è un sogno che anno dopo anno si sta facendo realtà, grazie una crescita lenta ma progressiva, in attesa di una deregulation che favorisca un mercato dalle potenzialità enormi. E, secondo gli esperti, vale la pena pazientare e proseguire nel processo di internazionalizzazione del vino italiano nel Paese più popoloso al mondo.

Oggi i consumatori abituali sono poco più di 10 milioni ma, secondo i dati presentati, si stima un potenziale di mercato attorno al 5-10% della popolazione: circa 100 milioni di consumatori che nel 2009 stapperanno 750 milioni di bottiglie; nel 2011 la cifra dovrebbe superare il tetto di un miliardo. Un processo di occidentalizzazione che gli analisti ritengono essere tanto ineluttabile quanto lento, a causa delle evidenti distanze culturali tra i due mondi, ma su cui l’Italia deve scommettere sin d’ora.

“Lo Shanghai world expo 2010 e le Olimpiadi - spiega Giovanni Mantovani - saranno un autentico banco di prova e allo stesso tempo di opportunità per l’immagine del nostro made in Italy enologico. E grandi potenzialità per Macao, considerata la Las Vegas cinese con i suoi 30 casinò e 30mila camere di albergo, ma sino ad oggi dominata dall’offerta francese e portoghese. La fascia di prezzo destinata a crescere con percentuali a tre cifre si riferisce proprio al target dell’offerta italiana, ovvero la fascia alta per i vini con un valore oltre i 6 euro. Scenari promettenti, sicuramente più del presente: adesso le bottiglie importate rappresentano solo il 5%o del mercato e di queste il 45% proviene dalla Francia. L’Italia è al terzo posto dopo l’Australia, ma nel 2007 ha registrato un incremento del 177%. Una crescita notevole, nonostante un sistema distributivo allo stadio iniziale e una pressione dei dazi meno pressante rispetto al passato, ma ancora troppo forte.

Giorgio Serra, responsabile Sviluppo Progetti Vino di Buonitalia, commenta: “per conquistare i benestanti cinesi sarà importante puntare su alcune delle produzioni italiane di qualità che meglio possono essere abbinate ai piatti tradizionali della cucina millenaria del Paese”.

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