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IL 2011 DEL VINO MONDIALE “DA RICORDARE”: LE TENDENZE CHE HANNO CARATTERIZZATO L’ANNO CHE STA FINENDO PER LA RIVISTA USA “WINE ENTHUSIAST”, I FATTI PIÙ IMPORTANTI A LIVELLO MONDIALE SECONDO IL MAGAZINE UK “THE DRINK BUSINESS”

Un passo indietro: dopo le previsioni per il 2012 viste da Usa e Europa di ieri, guardiamo a quelli che sono stati, invece, i temi e i fatti top del 2011 che sta finendo. Oltreoceano è “Wine Enthusiast” (www.winemag.com) a riassumere i top trend. In primis, per il magazine diretto da Adam Strum, è il ritorno del gusto ai vini del “vecchio mondo”, con meno alcol e più acidità, con i vini molto alcolici e “fruit bomb” sempre meno gettonati. Nel mercato Usa, poi, è stato l’anno del Riesling, sempre più popolare, e del Malbec che ha “rubato” la scena al Cabernet. Il 2011 ha registrato anche il nuovo boom delle bollicine, Prosecco in testa. Così come quello dei vini Moscato tra i Millennials. E, ancora, il numero crescente di ristoranti tornato ad offrire in carta mezze bottiglie, e la diffusione delle applicazioni per iPad per gli enoappassionati. La rivista Uk “The Drink Business” (www.thedrinksbusiness.com), invece, ha stilato la “top 10” dei fatti clou. Al n.1 il “collasso di Oddbins”, la gigantesca catena del vino inglese, che ha chiuso 1 negozio su 4. Al n. 2 la scissione dei business birra e vino del colosso Foster’s. Poi i primi assaggi dell’annata 2010 di Bordeaux che, per Robert Parker, potrebbe essere una delle 3 migliori di sempre. Al n. 4 le difficili vendemmie in California e Australia, “fustigate dal clima”. Al n. 5 l’annuncio del potenziale abbandono di “Beam Global Spirits and Wine” da parte di Fortune Brands, che tiene ancora sull’altolà i principali competitors come Diageo e Campari. Al n. 6 la querelle sui vini biodinamici e biologici, “etichettati” come “senza senso” dal guru della viticoltura australiana Richard Smart. Al n. 7 la vendita della divisione vino in Australia e Uk di Constellation Brands al fondo australiano Champdy Sidney. Al n. 8 la vicenda (ancora in corso) del Master of Wine Pancho Campo, che avrebbe fatto pagare 40.000 euro alle cantine spagnole per una visita di Jay Miller di “The Wine Advocate” (nel frattempo “allontanato” da Parker, ndr). Al n. 9, l’acquisizione da parte di Diageo di società di distribuzione nei Paesi emergenti, come la Cina, per consolidare la propria posizione. Al n. 10, infine, la vendita della divisione champagne di Rémy Cointreau alla Société Européenne de Participations Industrielles per 412 milioni di euro ...

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