Il 2020 dei fine wine si è aperto sulla falsa riga del 2019 appena concluso: in calo, con l’Italia, invece, in netta controtendenza. A dirlo i dati di inizio anno, al 31 gennaio, del Liv-Ex, piattaforma di riferimento del mercato secondario dei grandi vini del mondo. Se il Liv-Ex Fine Wine 100, indice di riferimento della piattaforma (di cui fanno parte il Barolo 2014 di Bartolo Mascarello, il Barolo Villero 2013 di Brovia, lo Sperss 2013 di Gaja, il Barolo Riserva Monfortino 2010 di Giacomo Conterno, il Masseto 2014 e 2015, l’Ornellaia 2013 e 2015, il Sassicaia 2014, 2015 e 2016, il Solaia 2015 ed il Tignanello 2016), segna un -0,22% da inizio anno, l’Italy 100, dedicato al Belpaese, cresce del +0,77%. Un indice formato dalle ultime 10 annate fisiche (2007-2016) dei grandi Supertuscan, ovvero Masseto, Ornellaia, Sassicaia ed il “trittico” di Antinori formato da Solaia, Tignanello e Guado al Tasso, e ancora dal Sorì San Lorenzo (annate dal 2006 al 2011 e dal 2013 al 2016), dal Barbaresco (dal 2007 al 2016) e dallo Sperss (2005-2011 e 2013-2015) di Gaja, e ancora dal Barolo Monfortino Riserva di Giacomo Conterno (con le annate dal 1999 al 2002, dal 2004 al 2006 e poi 2008, 2010 e 2013) che, come già successo in tutto il 2019, ha messo a segno la crescita più importante, in un quadro sostanzialmente negativo, dove perdono tutti (con il calo più sostenuto che è quello del Burgundy 150, -1,23%), ad eccezione dello Champagne 50 (+0,16%) e del Bordeaux Legends (+0,08%).
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