
In un contesto di generale calo nel consumo di vino, anche i principali Paesi produttori hanno risentito delle difficoltà nel 2024. L’Italia, tuttavia, è riuscita a distinguersi grazie alla tenuta dell’export (secondo i dati Istat definitivi analizzati da WineNews). Al contrario, la Francia, secondo uno studio di FranceAgrimer, agenzia del Governo francese dedicata all’agricoltura, in collaborazione con Circana, ha vissuto un anno particolarmente difficile, segnato da un calo sia nei consumi interni, che hanno registrato un valore complessivo di acquisti pari a 5,8 miliardi di euro per vini fermi e frizzanti, che dell’export, a quota 11,7 miliardi di euro.
Un anno il 2024, in cui la combinazione di difficoltà nella produzione, calo dell’export e contrazione dei consumi domestici ha colpito molte regioni vitivinicole e tutte le tipologie di vino francesi con un impatto particolarmente negativo sullo Champagne, oltre alla conclamata crisi di Bordeaux. Secondo FranceAgrimer, infatti, le vendite per il consumo domestico di vini fermi hanno totalizzato 8 milioni di ettolitri, segnando un calo del -4% sul 2023, per un valore complessivo di 4,4 miliardi di euro (-4%). In particolare, i vini Dop hanno registrato un valore di vendita di 2,9 miliardi di euro (-2%), corrispondente a 3,6 milioni di ettolitri (-4%), con perdite più significative per i vini rossi (-6%). I vini Igp hanno generato vendite pari a 2,7 milioni di ettolitri (-4%) per un valore di 1,1 miliardi di euro (-2%). In controtendenza, i Vin de France, ovvero privi di Indicazioni geografiche, hanno raggiunto un volume di acquisti pari a 418.000 ettolitri (+0,2%) e un valore di 145 milioni di euro (+5%) nel periodo gennaio-settembre 2024.
Ancora, mentre il consumo di vini frizzanti è aumentato a livello globale, in Francia si è registrata una diminuzione del -2%, sia nel volume degli acquisti (164 milioni di bottiglie) che nel valore complessivo (1,4 miliardi di euro). In questo quadro, sottolinea l’agenzia del Governo francese dedicata all’agricoltura, i vini frizzanti Dop hanno segnato una crescita del +1% in termini di volume (47 milioni di colli, ovvero distinte unità di confezionamento/imballaggio di uno o più articoli) e del +4% in valore, raggiungendo i 317 milioni di euro. Al contrario, lo Champagne ha subito il calo più marcato, con una diminuzione del -10% nel volume degli acquisti (26,7 milioni di colli) e del -6% in valore (345 milioni di euro).
Ma anche sul fronte dell’export, nel 2024, la Francia ha mostrato segnali contrastanti per un volume totale di 12,89 milioni di ettolitri e un valore totale di 11,70 miliardi di euro. Sebbene il valore complessivo delle esportazioni abbia registrato una lieve ripresa sul 2023, i livelli sono rimasti inferiori alla media degli ultimi cinque anni, con una riduzione del -7%. La media ponderata del prezzo all’esportazione è diminuita, raggiungendo i 9,07 euro al litro, che rappresentano comunque il secondo livello più alto mai registrato. Lo Champagne, in particolare, ha subito un calo marcato sia in volume (-10%) che in valore, perdendo oltre 330 milioni di euro di fatturato.
Secondo FranceAgrimer, queste flessioni sono state influenzate dalle difficoltà economiche nei mercati principali e dalla contrazione dei consumi globali. “Nel primo semestre 2024, l’export francese ha risentito di un calo del -3% in volume. Tuttavia, nella seconda metà dell’anno (luglio-dicembre), una ripresa parziale (+4%) ha mitigato la situazione. Le elezioni negli Stati Uniti e l’impatto dell’inflazione hanno contribuito a ridurre le spedizioni verso quel mercato. Allo stesso tempo, l’export di Cognac verso la Cina ha affrontato un forte contraccolpo a causa delle misure antidumping, ovvero imposte sulle merci importate per compensare la differenza tra il loro prezzo all’esportazione e il loro valore normale, mentre mercati come gli Emirati Arabi Uniti, Polonia, Italia e Spagna hanno mostrato una crescita significativa, offrendo un po’ di sollievo al settore”, conclude l’analisi di FranceAgrimer.
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