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SLOW WINE FAIR A BOLOGNA

Il 54,8% delle aziende del vino è ad alto o medio-alto livello di sostenibilità

Le azioni sostenibili delle imprese enoiche italiane nel Rapporto 2022 “Agricoltura 100” by Reale Mutua & Confagricoltura
AGRICOLTURA 100, Confagricoltura, REALE MUTUA, SANA, SLOW WINE FAIR, SOSTENIBILITA, VITICOLTURA, Italia
La sostenibilità in viticoltura

La parola d’ordine per qualsiasi settore dell’imprenditoria, italiana e non, è sostenibilità, concetto che Reale Mutua, nel suo Rapporto 2022 “Agricoltura 100”, ha misurato attraverso un indice costruito su 234 variabili, riconducibili a quattro pilastri: sostenibilità ambientale, sostenibilità sociale, gestione dei rischi e delle relazioni e qualità dello sviluppo. Come emerge dal convegno “Agricoltura100: Rapporto 2022. Il contributo del settore agricolo e vitivinicolo alla crescita e allo sviluppo sostenibile”, di scena oggi in Slow Wine Fair(da ieri al 29 marzo, a Bologna), insieme a Confagricoltura, delle 2.162 imprese che hanno partecipato al rapporto, quasi una su quattro appartiene al settore vitivinicolo, il che è indicativo della forte attenzione del comparto verso i temi della sostenibilità.
Il 54,8% delle aziende del vino si pone su un livello “alto” o “medio-alto” di sostenibilità, contro il 49,1% delle attività agricole nel loro complesso. Un altro 36,4% è, quindi, a media sostenibilità, ed il restante 8,8% ad un livello base di sostenibilità, come raccontano i numeri presentati e analizzati da Anna Caronna, Responsabile Marketing Strategico e Pianificazione Reale Mutua, Enea Dallaglio, partner Innovation Team-Gruppo Cerved (che ha realizzato il Rapporto), Federico Castellucci (Confagricoltura Vino), e Giancarlo Gariglio,
coordinatore Slow Wine Coalition e curatore guida Slow Wine.

Altro dato interessante è quello che riguarda il tasso di attività, da cui emerge che praticamente tutte le aziende enoiche esaminate (99,8%) hanno intrapreso nel 2021 almeno una iniziativa in favore della sostenibilità ambientale. Il 99,7% nell’ambito dell’utilizzo delle risorse (acqua, suolo, energia, rifiuti), il 55,9% nell’ambito delle emissioni, il 53,6% in quello del rischio idrogeologico, il 98,4% in quello della qualità ambientale e della salute ed il 32% nell’ambito dell’innovazione. Un tratto distintivo del settore vino è, inoltre, la grande attenzione all’alta qualità delle produzioni e, quindi, al miglioramento della qualità alimentare e della salute, che passa per riduzione dei fertilizzanti (66,1%), riduzione fitofarmaci (63,7%), analisi del terreno e fasi fenologiche per ottimizzare le tecniche (58,3%), riduzione insetticidi e fungicidi o prodotti alternativi (47,2%), applicazione fitosanitari in base a condizioni colturali e meteo (34%), controllo dei residui prima della commercializzazione (27,5%) e agricoltura integrata (26,3%).

Spostandoci su un altro ambito, quello della sostenibilità sociale, il tasso di attività delle aziende italiane del vino scende leggermente, ma resta comunque molto alto: 89,3%. I campi in cui si concretizza la sostenibilità sociale sono, principalmente: salute e assistenza (51,4%), previdenza e protezione (54,3%), sicurezza nel lavoro (63,3%), valorizzazione del capitale umano (70,4%), diritti e conciliazione (39,3%) e integrazione sociale e inclusione lavorativa (16%). Il 93,7% delle aziende, invece, ha intrapreso almeno un’azione nella direzione della gestione del rischio e delle relazioni, puntando forte sui rapporti con la comunità locale (il 72,4% delle imprese), ma anche su gestione dei rischi (80,3%), rapporti con le reti e la filiera (59,3%), valorizzazione del territorio (45,3%) e dialogo con i consumatori (66,5%).

La valorizzazione del territorio, nello specifico, passa per eventi ricreativi e culturali (25%), sostegno a iniziative di volontariato (21,7%), valorizzazione di piante autoctone (19,5%), la valorizzazione artistica, culturale e turistica (12,5%), la cooperazione con università e imprese (6,4%), il recupero edilizio nel rispetto del territorio (4,7%), opere di tutela ambientale (4,4%) e opere per la collettività, come scuole e alloggi (1,4%). Il dialogo con i consumatori, invece, poggia su visite guidate in azienda (39,1%), comunicazione digitale/social (38%), partecipazione a fiere ed eventi di settore (37,9%), spaccio aziendale (33%), informazione su conservazione e uso del prodotto (18,1%), comunicazione aggiuntiva, come packaging, sito web o QR Code (14,2%), comunicazione su sostenibilità, salute e lotta allo spreco (12,5%).

Anche l’innovazione, come anticipato, può essere un fattore di sostenibilità, ed in viticoltura le imprese che possiamo considerare ad alto livello di innovazione (che contano cioè almeno 15 iniziative su 91 a carattere innovativo) sono il 40,6% (contro il 36,9% del totale agricoltura), percentuale che sale vertiginosamente, fino all’89,8% tra le aziende del vino ad alta sostenibilità. La sostenibilità, in definitiva, genera qualità dello sviluppo, ed infatti l’88,8% delle aziende della viticoltura ad alta sostenibilità, ed il 51,6% di tutte le imprese vitivinicole, è ad alta qualità di sviluppo.

“Il comparto vitivinicolo ha iniziato a investire - spiega Federico Castellucci (Confagricoltura Vino) - oltre vent’anni fa sulla sostenibilità, spinto dalle richieste del mercato. Oggi il settore continua a guidare questo percorso virtuoso. Lo dimostra anche il fatto che l’Italia sia il primo Paese ad aver approvato, pochi giorni fa, il disciplinare di certificazione nazionale della sostenibilità della filiera vitivinicola, mettendo a sistema le buone pratiche e le esperienze condotte in materia di sostenibilità nel settore, partendo dal Sistema di Qualità della Produzione integrata e dai vari schemi di certificazione della qualità sostenibile presenti a livello nazionale”.

“Da sempre Reale Mutua è vicina al mondo agricolo e alle sue persone che, con il loro prezioso lavoro, stanno contribuendo alla ripresa economica dell’Italia. Una vicinanza testimoniata proprio dalla partnership con Confagricoltura. Il consumatore, ormai, ritiene indispensabile che un’azienda lavori nella direzione della sostenibilità”, commenta Anna Caronna, Responsabile Marketing Strategico e Pianificazione di Reale Mutua.

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