Pescatore di notte, bottaio di giorno. Tra vino e mare fin da bambino, Antonio Amodeo (59 anni) se come pescatore è circondato da tanti colleghi, come bottaio appartiene ad una “razza” in via d’estinzione. A Marsala, infatti, sono rimasti in 15, mentre 50 anni fa ce ne erano centinaia. Ora la maggior parte sono pensionati che non riescono a trovare giovani apprendisti. Eppure le ordinazioni non mancano e il lavoro va a gonfie vele.
Certo fare il bottaio non è uno scherzo, si lavora tra fuoco e vernici per molte ore al giorno. Bisogna tagliare la doghe tutte della stessa lunghezza, poi unirle per dare forma alla botte: con una bacinella di fuoco poggiata in terra si sfrutta l’effetto vapore per riscaldare e ammorbidire il legno rendendolo più facile da flettere. Poi si applicano le fasce di acciaio all’estremità superiore e inferiore, si pulisce la superficie con la fresa e infine si passa alla verniciatura. Si lavora in vecchi bagli a pochi metri dal mare che affascinano clienti da tutto il mondo che richiedono botti in rovere anche per arredare casali e ristoranti con un particolare tono “made in Italy”. Un mestiere da salvare insomma, per il gusto di chi vuole accaparrarsi un pezzetto di tradizione italiana ma soprattutto per chi, come Antonio Amodeo, è appassionato del vino maturato nel legno.
Mariangela Galgani
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