La Cina, tra alti e bassi, improvvise accelerazione nelle importazioni di vino e brusche frenate, rimane senza dubbio uno dei mercati più appetibili per i produttori del mondo. Altro non fosse per le sue enormi dimensioni, e per un consumo di vino, locale e straniero, che sta crescendo. Francia e Australia, tra gli stranieri, sono di gran lunga i Paesi leader, e se l’Italia, con tante iniziativa, cerca di ritagliarsi il suo spazio, c’è anche chi ha scelto di muoversi in maniera unita, come Paese, per conquistare il Celeste Impero. È il caso del Cile, che nei 10 anni del “Free Trade Agreement” firmato con Pechino, attraverso la Wines of Cile (www.winesofchile.org), associazione che mette insieme 90 cantine del Paese sudamericano che rappresentano il 90% delle esportazioni totali, ha lanciato la sua “Wines of Chile Academy” in Cina e ad Hong Kong (dove l’export, dal 2010, è cresciuto del +37% in volume e del +41% in valore), come riporta “The Drinks Business”.
Tre corsi previsti, dal livello “Ambassador” (tre ore di lezione con 6 vini in degustazione per una panoramica dell’enologia cilena) a “Maestro” (con 5-10 viaggi in Cile e visite in cantina con un educatore di Wines of Chile), passando per “Specialist” (6 ore di lezione e 12 vini in degustazione). A curarli, in Cina e ad Hong Kong, sarà l’Asian Wine Service & Education Center (www.awsec.com), la più importante realtà di educazione e formazione sul vino per appassionati e professionisti di tutta l’area asiatica e non solo (opera in Cina e Hong Kong ma anche in India, Korea, Filippine, Singapore, Taiwan, e Russia), che già collabora con realtà come la Wine & Spirits Educazion Trust, L’Ecole du Vin de Bordeaux, Wine Australia e non solo.
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