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IL COSTO DEI NUOVI CONTROLLI SULLE IGP (SE SARÀ FIRMATO IL DECRETO DELLE POLITICHE AGRICOLE)? “4 DELLE VECCHIE LIRE AL LITRO. E LA BUROCRAZIA SARÀ SOLO UNA COMUNICAZIONE IN PIÙ”. A WINENEWS IL CONSIGLIERE DELEGATO DI VALORITALIA, EZIO PELISSETTI

Italia
Il Consigliere Delegato di Valoritalia Ezio Pelissetti

Se arriverà, come probabile, la firma del decreto del Ministero delle Politiche Agricole sul nuovo sistema dei controlli per i vini Dop e Igp (quello vecchio scade a luglio) su cui il Ministro Catania ha deciso di procedere nonostante il mancato accordo della Conferenza Stato-Regioni, cosa cambierà, in concreto, per le aziende sul fronte dei controlli per i vini Igp, che non saranno più fatti dall’Icqrf ma da enti terzi, e che sono il vero nodo del contendere? Già, perché le cantine italiane si dicono preoccupate per un aumento di burocrazia e di costi. “Ma se il problema sono i costi, la protesta regge poco”, spiega a WineNews Ezio Pelissetti, consigliere delegato di Valoritalia, l’ente di certificazione più importante del Paese, di Federdoc e Csqa, che oggi controlla, il 70% dei vini Dop. “Abbiamo fatto i conti, e visto che il controllo è soprattutto documentale, che si innesta in realtà su strutture che già stanno lavorando sulle Dop, sfruttando tutte le sinergie possibili, potrebbero andare sullo 0,02 euro a ettolitro, 4 delle vecchie lire a litro, 3 a bottiglia. Se i nostri vini perdono competitività per questi costi, la protesta non regge”. E anche dal punto di vista delle burocrazia, dice, le cose non si complicheranno di molto visto che “sulla parte ispettiva, se si legge bene il decreto, si prevede di fare a campione soltanto il 2% dei vigneti, e il 3% delle partite imbottigliate. E su quella documentale sistematica e a tappeto, si tratta semplicemente di trasmettere, o ritrasmettere, per via telematica, cose che l’azienda già fa, perché l’azienda quando imbottiglia ha già una scheda su file dove scrive tutto, la provenienza il doco (il documento) di carico, il lotto che utilizza e così via, e quando ha fatto tutto fa semplicemente una comunicazione, non c’è altro. Quindi direi che le preoccupazioni sono legittime, ma vanno superate. E poi se questi costi qui fanno si che i nostri vini non siano più competitivi, credo che i problemi siano altri, vuol dire che quei vini competitivi già non lo erano più. A meno che il rispetto delle regole non sia considerato un costo, e allora è un’altra storia. A muoversi contro questo provvedimento sono soprattutto aziende che dicono di essere già perfettamente in regola e, se è così, la protesta, come ho spiegato, non regge. Se ci sono altri motivi, diversamente, il tempo è galantuomo e ce lo dirà”.
“Credo che le preoccupazione debbano essere superate. Il decreto se si legge con attenzione prevede il controllo sistematico solo per la parte documentale. Ma questo ci dovrà sempre essere, è lì che non siamo a posto con la normativa comunitaria. Noi possiamo fare a sorteggio, con il metodo del massimo rischio, a percentuale, i controlli ispettivi in cantina e in vigneto, ma in ogni modo dovremmo garantire la rispondenza dei cosiddetti carichi, cioè dei flussi, la rispondenza tra quando bottiglie si fanno e quanto si è prodotto in vigna. E questo nessuno può pensare davvero di poterlo fare a campione, come fa oggi l’Icqrf, che non verifica le rispondenze dei carichi, e quindi non siamo a posto con il regolamento europeo. Ad oggi, per esempio, non si sa quante bottiglie di pinot grigio veneto si facciano, lo sa ogni singola azienda, ma a parte questo non c’è un dato di raffronto con la produzione in vigneto. Dobbiamo stare attenti a dare garanzie al consumatore e a chi lo rappresenta, del fatto che se scriviamo in etichetta il nome di una qualsiasi denominazione, dobbiamo sapere a prescindere che nella bottiglia c’è un vino che trae origine da quel territorio, e questo possiamo farlo solo con una metodologia di documentazione sistematica. C’è la preoccupazione, magari, di essere bloccati perché un documento di carico di un prodotto acquistato non era a posto, ed è legittima, quando si lavora in tempi velocissimi, ma potrebbe essere superata appena il sistema viticolo si mette a funzionare. Cioè quando il sistema di denuncia delle uve viene accettato, che vuol dire che è regolare. Oggi su questo aspetto qualche difficoltà c’è, ci sono dei blocchi perché non c’era carico, chi ha acquistato ha visto il doco e per lui era regolare, ma magari chi ha venduto aveva qualcosa da chiarire, ecco perché ci sono i blocchi. Ma credo che in brevissimo tempo questa preoccupazione potrà essere superata, soprattutto se chi trasmette e chi vende il prodotto comunica all’organismo di controllo il doco come si deve, e così la verifica verrà fatta molto prima che il prodotto sia imbottigliato. Credo che se davvero ci fossero problemi di questo tipo, poi, ovviamente non sarebbero per tutte le partite perché si interviene come si è sempre fatto. Basta chiedersi quando mai su denominazioni di grandi volumi ci siano stati blocchi importanti, o aziende fermate per questo motivo, io tranquillizzerei. E anche sui costi, torno a dire, l’aumento è minimo. Potrebbe pesare di più sulle piccolissime aziende che fanno Igp, ma credo siano un numero marginale. A fare l’Igp sono soprattutto le grandi aziende già organizzate su questo, che già fanno questo tipo di documentazione, si tratta semplicemente di fare una comunicazione in più. E per chi imbottiglia soltanto, il costo diminuisce ulteriormente perché la parte viticola e di cantina è già stata pagata a monte”.

Per capire chi ha davvero ragione, dunque, non resta che aspettare la firma e l’entrata i vigore del decreto.

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