02-Planeta_manchette_175x100
Consorzio Collio 2024 (175x100)

IL DISTRETTO DEL PROSECCO: LE NOSTRE BOLLICINE … NON SOLO A NATALE! PERFORMANCE RECORD PER CONEGLIANO & VALDOBBIADENE DIMOSTRA CHE IL CONSUMATORE NON ASPETTA LE FESTE PER APRIRE UNA BUONA BOTTIGLIA DELLA DENOMINAZIONE

Nonostante un clima generale di forte crisi, per il Prosecco di Conegliano e di Valdobbiadene, il 2008 sarà un’annata di conferma: dopo anni davvero “esplosivi”, che, tra il 2003 e il 2007, hanno visto una crescita annua media dell’11% fino a toccare, nel 2007, il +15%, anche il 2008 sarà nel complesso un anno positivo. La denominazione ha mantenuto il proprio valore nonostante una crescente competizione e un momento congiunturale decisamente difficile. Tutto questo emerge da una fotografia, realizzata dal Centro Studi del Distretto del Prosecco di Conegliano e di Valdobbiadene, nato dall’iniziativa del Consorzio e della Camera di Commercio di Treviso.
Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene: i numeri del successo
“Nonostante un clima generale di crisi che - ha evidenziato Giancarlo Gramatica di Iri Infoscan- vede un calo del Pil dello 0,2% e dei consumi dello 0,6%, a fronte di un aumento del costo della vita del 3,5%, la denominazione conferma la sua tenuta sul mercato. Il merito è da ascriversi alla capacità di una denominazione di sapersi distinguere in qualità e valore nel mondo del Prosecco, grazie alle caratteristiche intrinseche del prodotto, ma anche ad un rapporto qualità prezzo eccellenze, che permette di poter stappare una buona bottiglia di Prosecco di Conegliano Valdobbiadene non solo per celebrare un evento importante ma anche per brindare ad ogni momento piacevole.
La tenuta del valore e destagionalizzazione: le risposte alla crisi.
Oggi una bottiglia di Prosecco di Conegliano e di Valdobbiadene ha un valore doppio, come ha evidenziato Gramatica, sul prodotto non a denominazione, e si attesta su 6,17 euro a bottiglia contro i 3, 8 dell’Igt. E l’elemento più interessante è la destagionalizzazione dei consumi di questo spumante, fenomeno davvero unico. Nonostante il Natale si avvicini e si faccia un gran parlare di bollicine, per il Prosecco di Conegliano e di Valdobbiadene, dicembre vale “solo” il doppio degli altri mesi dell’anno. Infatti, se per altri spumanti dicembre e gennaio rappresentano il 60% delle vendite, per il Prosecco di Conegliano e di Valdobbiadene, questi due mesi valgono il 27% e l’andamento delle vendite si mantiene più o meno costante nell’anno. E proprio lo spumante risulta la tipologia più rappresentativa, con una crescita annua del 12,3% tra il 2003 e il 2007.
L’export? Un lavoro di squadra dove c’è posto per tutti
In crescita è anche l’export, aumentato per lo spumante del 15,9% tra il 2003 e il 2007, e caratterizzato sempre più dalla diversificazione sui mercati. Oggi il Prosecco di Conegliano e di Valdobbiadene è esportato in oltre 40 paesi e uno dei punti di forza della denominazione è la capacità, da parte delle aziende, di adottare strategie complementari. I produttori più grandi sono infatti riusciti a riconquistare mercati storici, prima fra tutti la Germania, cresciuta nell’ultimo anno per consumo di spumante di ben il 21,2%. Le aziende di medie e piccole dimensioni, invece, stanno diversificando l’investimento su più mercati. “Emerge quindi che la denominazione - spiega Vasco Boatto, che cura il Centro Studi del Distretto del Prosecco di Conegliano e di Valdobbiadene - continua a godere di buona salute grazie alla capacità di combinare il mix di prodotto in funzione del mercato di sbocco, canale distributivo, assortimento della marca e leva del pricing”. Il Distretto, in questo senso, come affermato da Mario Volpe, docente dell’Università degli Studi di Venezia Ca’ Foscari, “è capace di rafforzare ulteriormente la denominazione. E’ lo strumento di eccellenza che rende il territorio capace di vincere sfide difficili, poiché riunisce sia la filiera produttiva che gli altri soggetti del territorio”.
Il futuro? Verso la Docg
“Ma anche se il bilancio è positivo, è comunque necessario - ha detto Giancarlo Vettorello, direttore del Consorzio - uno sguardo attento al futuro, soprattutto in un momento di grandi cambiamenti come l’attuale: i punti più importanti in uno scenario che cambia sono la riserva del nome e lamodifica del disciplinare. Per questo il Consorzio ha deciso di avviare una strategia capace di consolidare Conegliano e di Valdobbiadene come elemento qualitativo differenziale. Per raggiungere l’obiettivo, è stata anzitutto voluta la modifica del disciplinare, che dal prossimo anno porterà in primo piano il nome di territorio, accompagnato dall’aggettivo “Superiore”.
“Ma non basta … E’ necessario - continua Vettorello - aiutare il mercato ad orientarsi e per questo il Consorzio ha intrapreso più di un anno fa uno studio di marketing. Dal 2009 verrà quindi avviato un piano triennale, capace di orientare il consumatore, in Italia e all’estero, permettendogli di individuare e scegliere il prodotto dell’area storica di Conegliano e di Valdobbiadene.
Conegliano e Valdobbiadene puntano sull’enoturismo
L’enoturismo è uno degli strumenti più preziosi per fare conoscere l’unicità del territorio. Come segnalato da Mara Manente, direttore Ciset. In provincia di Treviso, infatti, il comparto è rappresentato per il 40% dagli stranieri e cresce con un trend del 3% annuo come presenze e del 5% come permanenza media sul territorio, arrivata ora a 2,6 giorni. L’area di Conegliano Valdobbiadene ha caratteristiche uniche, tanto che, proprio nella presentazione del Centro Studi, il direttore del Consorzio Giancarlo Vettorello ha anticipato che presto il territorio inizierà l’iter per la richiesta di riconoscimento a Patrimonio Unesco. Dal primo sopralluogo informale da parte degli ispettori, infatti, è emerso che le colline di Conegliano Valdobbiadene hanno tutti i requisiti per ottenere questo riconoscimento, laddove in Italia non esiste ancora un luogo che l’Unesco abbia ritenuto patrimonio grazie alla vitivinicoltura.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Altri articoli