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IL FUORI CASA AL TOP PER IL BIO? “ZOE FOOD” (TRIESTE), “7ROOMS & BAR” (SAN BENEDETTO DEL TRONTO) E “APRITI SESAMO” (PARMA) ELETTI DA GRUPPO 24 ORE E “SANA” CON “BRAVO BIO LOCALE BIOFRENDLY 2012”. FOCUS: BIO-CONSUMER, BIO-MENSE SCOLASTICHE, BIO ONLINE

Non Solo Vino
Il bio non incontra crisi

Utilizzano in toto o in parte prodotti biologici o biodinamici, con un occhio a quelli di prossimità, nel menu ma anche da vendere in speciali food corner all’interno dello stesso locale, sposando una filosofia tutta naturale anche nella somministrazione, nella vendita e persino nel rapporto con i fornitori, diventando punto di diffusione di una nuova cultura dell’alimentazione - che guarda anche al franchising e al take away - per rispondere ad un consumatore sempre più bio-friendly (laureato, benestante, residente al Centro-Nord, con figli, secondo l’Osservatorio Sana-Nomisma) e consapevole nei propri consumi fuori casa. Ecco il profilo dello “Zoe Food” di Trieste, del “7Rooms & Bar” di San Benedetto del Tronto e dell’“Apriti Sesamo” di Parma, i locali al top per il biogusto fuori casa, eletti da “Bravo Bio locale biofrendly 2012”, il premio promosso dalle riviste del Gruppo 24 Ore (Bargiornale, Ristoranti e Imprese del Gusto, Pianetahotel) in collaborazione con “Sana”, il Salone internazionale del biologico e del naturale (Bolognafiere, fino all’11 settembre; info: www.sana.it).

La selezione, fatta da giornalisti del Gruppo 24 Ore e collaboratori sul territorio, è stata fatta con particolare attenzione alle modalità con cui l’impresa valorizza e organizza l’opzione biologica nel suo complesso. Tra i parametri presi in esame vi sono stati non solo la proposta alla clientela - specificità dell’offerta bio, l’attenzione alla presenza di specialità a base biologica - ma anche l’attenzione al rapporto con i fornitori e alla formazione del personale, la sostenibilità complessiva, la comunicazione ai clienti e le iniziative realizzate. E, alla fine, il premio è stato assegnato a tre realtà con diverse formule imprenditoriali: lo “Zoe Food” di Trieste è un autentico locale ibrido che mette insieme bar, ristorante e punto vendita alimentare, diventando, allo stesso tempo, un luogo di diffusione di una nuova cultura dell’alimentazione, ed è stato particolarmente apprezzato anche per l’impegno sul fronte del franchising, avendo sviluppato un format d’impresa ben costruito e potenzialmente remunerativo; il “7Rooms & Bar” di San Benedetto del Tronto è un luogo fuori dagli schemi che coniuga con intelligenza e originalità i valori “naturali” della somministrazione e dell’ospitalità, dove il bar, in particolare, offre per ogni momento di consumo un’attenta selezione di prodotti biologici e naturali, tutti esclusivamente a km 0 e molti provenienti dai produttori della provincia di Ascoli Piceno; “Apriti Sesamo” di Parma, infine, è un ristorante bio-enegetico, la cui cucina è basata sull’utilizzo esclusivo di materie prime biologiche certificate ed il cui menu è congegnato per andare incontro ai bisogni di una clientela attenta alla naturalità degli ingredienti e all’equilibrio calorico dei piatti, con un’originale e ben strutturata anche l’offerta di cibo d’asporto. Menzioni speciali sono andate anche a “Mangiari di Strada” di Milano per l’originalità di una proposta gastronomica 100% naturale e “on the road”, che rivaluta e onora la cucina popolare nostrana più autentica, ed a “Dolce Bio” di Morciano di Romagna per il concept di gelateria artigianale contemporanea che offre un perfetto equilibrio tra design, impegno biologico e gusto.


Focus - Osservatorio Sana-Nomisma: ecco l’identikit del bio-consumer

Laureato, benestante, residente nel Centro o nel Nord, con un bimbo di meno di 12 anni: è questo il ritratto del consumatore bio in Italia. Ma ce ne sono tanti altri, perché ad aver acquistato almeno un prodotto biologico negli ultimi dodici mesi è ben un italiano su due. A dirlo è un’indagine dell’Osservatorio Sana curata da Nomisma e presentata alla Fiera di Bologna.

“I consumi alimentari biologici di fronte alla crisi economica” è il rapporto redatto intervistando 810 responsabili degli acquisti alimentari della famiglia. Di loro, il 53,2% ha dichiarato di aver comprato almeno un prodotto bio. Percentuale che sale al 71% tra i laureati, al 64% tra chi ha un figlio con meno di 12 anni e rispettivamente al 69% e al 64% tra chi ha un reddito superiore ai 3.550 euro e compreso tra i 2401 e i 3550. Naturale che per questo tipo di acquirenti, il prezzo sia meno importante rispetto al totale dei consumatori: la sensibilità a questa variabile è infatti del 26% tra i “biologici” contro il 37% del totale. Altrettanto naturale che proprio il prezzo sia il primo motivo (30,1%) per cui il 46,8% non ha acquistato bio. In molti, se i prezzi fossero più bassi, cambierebbero idea: il 28,2% ha detto che se fosse più economico lo acquisterebbe sicuramente; il 44,1% probabilmente. Di coloro che hanno dichiarato di acquistare prodotti biologici è un consumatore fedele (cioè lo acquista almeno una volta alla settimana) il 64%. Ma cosa hanno in più i prodotti bio, perché si è disposti a spendere fino al 5%, 10% o, in alcuni casi, anche il 20% in più? Sicuramente perché, per il 64,9%, i cibi biologici hanno una qualità più elevata; e soprattutto (71,2%) perché li considerano più sicuri. Ma qual è la top ten dei prodotti bio più consumati? A guidare la classifica la frutta e la verdura fresca, seguite da miele e marmellate, uova, yogurt, olio extravergine d’oliva, formaggi, succhi di frutta, biscotti e carne.

Un mercato in crescita dentro a un settore - quello dei consumi alimentari - che soffre. E le prospettive sono buone visto che nel prossimo anno sono più coloro (13%) che pensano di aumentare i consumi bio rispetto a chi (8,1%) pensa di ridurli. E’ quindi destinato verosimilmente a crescere il peso di questo comparto che già oggi vale l’1,3% dei consumi interni domestici, pari a 2 miliardi di euro di vendite. “Questo rapporto - ha detto il presidente di Bolognafiere, Duccio Campagnoli - mostra le opportunità e anche le criticità del comparto. Prima fra tutte la catena, non pienamente sviluppata, tra produzione agricola bio, trasformazione e distribuzione. C’è un imbuto tra il produttore e il trasformatore, e il canale di distribuzione del bio deve essere ancora più brandizzato”.


In evidenza - Coldiretti: nel nuovo anno scolastico nelle mense delle scuole arriveranno 1,2 milioni di pasti bio

Salgono a circa 1,2 milioni i pasti biologici che saranno servisti nelle mense scolastiche nel corso del nuovo anno scolastico, quasi il doppio rispetto a dieci anni fa. E’ quanto stima la Coldiretti nel sottolineare ad aumentare è anche l’offerta di prodotti di pasti con cibi di stagione, locali e a chilometri zero. Una opportunità che, sottolinea la Coldiretti, si è diffusa anche grazie alla presenza di un numero crescente di imprese agricole che vendono direttamente il proprio prodotto senza intermediazioni e che sono in grado di offrire alimenti freschi coltivati localmente. La possibilità di imparare a conoscere i prodotti del proprio territorio a partire dalle mense scolastiche ha anche un importante valore educativo e culturale, che, tra gli altri, anche la Coldiretti è impegnata a promuovere con un protocollo con il Ministero dell’Istruzione per recuperare, soprattutto nelle giovani generazioni, i principi della tradizione, della sana alimentazione, della stagionalità dei prodotti e della realtà territoriale per valorizzare i fondamenti della dieta mediterranea e ricostruire il legame che unisce i prodotti dell’ agricoltura con i cibi consumati ogni giorno.


La curiosità - Il bio online: “TelematicBio”, il mercato sul web dedicato al biologico

Un mercato online dedicato al biologico: ecco il progetto “TelematicBio”, realizzato dalla Borsa Merci Telematica Italiana (Bmti), in partnership con Sinab e Ismea e con il patrocinio del Ministero delle Politiche Agricole, presentato al “Sana” di Bologna, ma già attivo da gennaio 2012.

“TelematicBio” è il mercato telematico sperimentale per la negoziazione di prodotti ortofrutticoli biologici freschi prodotti in Italia, e nasce con l’obiettivo di promuovere i prodotti biologici nella ristorazione collettiva e nei confronti del cittadino-consumatore e di incentivare i processi di acquisto diretto verso le aziende agricole riducendo al minimo le intermediazioni. La nuova piattaforma telematica consente agli acquirenti di entrare in contatto diretto con i venditori per acquistare tutti i prodotti ortofrutticoli freschi certificati biologici. La possibilità di rivolgersi a dei , “facilitatori” che hanno la funzione di agevolare la messa in contatto delle due parti, rende la negoziazione ancora più semplice. L’iniziativa nasce dall’esperienza della Borsa Merci Telematica Italiana, sulla quale è già possibile contrattare molti prodotti biologici, tra i quali frumento duro, frumento tenero, mais, vino confezionato e olio.

L’iscrizione non comporta alcun costo e può essere effettuata on-line. E’ prevista una verifica dei requisiti delle aziende venditrici e acquirenti che inoltrano la domanda di iscrizione (l’iscrizione nell’Albo nazionale delle aziende biologiche tenuto dal Sian, visure camerali, protesti, etc.). In caso di esito positivo, l’operatore viene accreditato e può iniziare ad effettuare proposte di vendita o di acquisto. In particolare, da una parte i venditori caricano i propri prodotti sul sito con il relativo listino prezzi, fornendo anche informazioni sulle caratteristiche qualitative dei prodotti, sulla quantita’ minima o massima disponibile, sulle modalita’ di consegna/ritiro dei prodotti e sui tempi e modalita’ di pagamento; dall’altra gli acquirenti ne prendono visione e possono richiedere, nel caso lo ritengano utile, ulteriori dettagli di loro interesse in fase di trattativa. Una volta completato l’ordine di acquisto, la piattaforma telematica genera un documento riepilogativo, il “prestabilito di contratto”. La fase successiva di stipula del contratto definitivo avviene al di fuori della piattaforma telematica. Ad oggi gli operatori iscritti sono 77.

Info: www.telematicbio.it

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