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IL FUTURO DEL VINO? AL “BOROLI WINE FORUM” (CASTIGLIONE FALLETTO, 26 NOVEMBRE) CON VITICOLTORI (CHARRÈRE, ABBONA ...) ED ESPERTI INTERNAZIONALI: DE CASTRO (COMMISSIONE AGRICOLTURA UE), GALLONI (THE WINE ADVOCATE), HLASTALA (UNIVERSITÀ DI WASHINGTON)

Quale sarà il futuro del vino, messaggero di territori e, specialmente in Italia, non solo pura e semplice bevanda, ma prima di tutto alimento, cultura, tradizione, economia? Di questo si parlerà, alla presenza di viticoltori e relatori illustri nel panorama internazionale, nella tavola rotonda di scena il 26 novembre nel “Boroli Wine Forum”, dedicata a “Vino Quale Futuro”, a Castiglione Falletto (Cuneo) nella cantina La Brunella. Ma prima del futuro, il presente, e un argomento attualissimo come quello dell’etilometro e del consumo di alcolici, al centro della battaglia intrapresa da Fivi - Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti per riportare il vino nella sua giusta collocazione e non continuare ad essere visto come un capro espiatorio.

L’incontro sarà l’occasione per un confronto aperto ad individuare le strategie competitive per il domani, rivolto ad istituzioni, produttori ed esperti di vitivinicoltura di qualità, fortemente voluto da Achille Boroli che, insieme al padre Silvano, è uno tra i massimi produttori di cru piemontesi.

Nel forum, moderato dal giornalista Ugo Bertone, saranno presenti Paolo De Castro, ex Ministro dell’Agricoltura, oggi presidente della Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo, Alberto Cirio, assessore al turismo della Regione Piemonte, Antonio Galloni, editore di “The Wine Advocate”, Michael Hlastala, professore dell’Università di Washington, Costantino Charrère, presidente della Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti, Ernesto Abbona di Marchesi di Barolo, Michele Satta, produttore, Brian Larki, winemaker e fondatore di “Dalla Terra”.

A proposito di etilometro? “Per sostenere scientificamente la nostra battaglia, ci siamo rivolti ad un luminare come Michael Hlastala, professor emerito in Fisiologia, Biofisica e Medicina dell’Università dello Stato di Washington - dice Costantino Charrère - la cui analisi ha sottolineato le imprecisioni legate all’uso dell’etilometro e all’inadeguatezza di questo strumento per la rilevazione dello stato di ebrezza ”.

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