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IL GRANDE VINO DI JACOPO BIONDI SANTI SCONFIGGE LE ENORMI PALE EOLICHE DEL COLOSSO ENERGETICO SPAGNOLO GAMESA. IL TAR DELLA TOSCANA DA’ RAGIONE AL CASTELLO DI MONTEPÒ: L’AUTORIZZAZIONE AL PARCO EOLICO, DA POCO INAUGURATO, È ILLEGITTIMA

Il Don Chisciotte del vino, Jacopo Biondi Santi, questa volta ha battuto i giganti, le pale eoliche costruite da Gamesa, colosso spagnolo dell’energia del vento, intorno al Castello di Montepò, nel Comune di Scansano, territorio dove Biondi Santi produce un ottimo Morellino e vini di taglio internazionale. Il Tar della Toscana ha accolto i ricorsi presentati da Jacopo Biondi Santi e dall’associazione Italia Nostra, dichiarando “l’autorizzazione (concessa dalla Regione Toscana e dalla Provincia di Grosseto) alla costruzione del parco eolico illegittima”.
Molte le motivazioni: si va dalla difformità del progetto del parco eolico “Poggi Alti” (questo il nome dell’impianto, inaugurato proprio pochi giorni fa) rispetto al Piano Regolatore Generale dello stesso comune di Scansano, alla illegittima esclusione, da parte della Regione Toscana, della Valutazione di Impatto Ambientale (Via) per quanto riguardava l’approvazione del progetto, fino all’eccesso di potere in alcuni atti dirigenziali da parte della provincia di Grosseto.
Soddisfazione da parte degli avvocati Gianluigi Cerutti di Rovigo e Gioia Centonze di Grosseto, che hanno curato la causa per l’azienda Castello di Montepò, e per lo stesso Jacopo Biondi Santi: “è una soddisfazione immensa, per la prima volta un produttore di vino ha la meglio su un colosso dell’energia. Voglio ringraziare tutti quelli che hanno reso possibile questa “vittoria”, e, in particolar modo, il vice premier e ministro ai Beni culturali Francesco Rutelli - aggiunge Biondi Santi - che ha preso a cuore il problema e con una sensibilità e una professionalità straordinaria ha corretto un’impostazione sbagliata della soprintendenza ai Beni culturali di Siena. Ma tengo a precisare - conclude il proprietario di Castello di Montepò - che non sono contrario all’eolico o all’energia alternativa in sé, ma in questo caso, visto il contesto, era improponibile”.
Adesso bisognerà attendere le prossime azioni di Poggi Alti srl, la società costituita per la realizzazione del parco eolico controllata da Gamesa che probabilmente ricorrerà al Consiglio di Stato, ma viste le motivazioni della sentenza del Tar sembra impossibile una soluzione diversa dallo smantellamento delle 10 torri eoliche che fino ad oggi hanno assediato il castello.

Le pale di Scansano - La vicenda in pillole ...
Nel 2002 si comincia a parlare di un parco eolico nella zona di Scansano, che allora doveva contare ben 17 torri, e che la Provincia di Grosseto inizialmente boccia. La causa: l’eccessivo impatto visuale dell’impianto. Nel 2003 Gamesa presenta il progetto del parco eolico rivisto, ma questo non appare conforme al piano strutturale del Comune di Scansano, e in ogni caso si richiede una approfondita valutazione sull’impatto ambientale che “grandi oggetti tecnologici fuori scala” potrebbero avere. Nel 2005 la Provincia di Grosseto ravvisa qualche difformità nel progetto che gli viene ripresentato rispetto a quello esaminato dalla Regione e richiede ulteriori “verifiche sul campo”. La Regione, poco dopo, esclude la Valutazione di Impatto Ambientale (Via) per l’approvazione del progetto. Alla fine dell’anno, con la Determinazione Dirigenziale n. 5316, la stessa provincia da la sua approvazione all’ultima versione del progetto della Poggi Alti Srl, società controllata al 100% da Gamesa, costituita per la realizzazione del parco. Nei primi mesi 2006 partono i ricorsi al Tar della Toscana, presentati da Jacopo Biondi Santi, titolare dell’azienda Castello di Montepò, e, poco dopo, dell’associazione Italia Nostra, contro le autorizzazioni concesse dalla Regione Toscana e della Provincia di Grosseto.
Ciò nonostante i lavori per la realizzazione del parco vanno avanti, e il 18 giugno 2007 viene celebrata l’inaugurazione del complesso, che conta 10 torri di 110 metri, che dovrebbero generare 20 Mw di potenza. La più vicina è a 1.200 metri dalle mura del Castello. Il 25 giugno 2007 il Tar della Toscana emette la sentenza: accolti entrambi i ricorsi, l’autorizzazione alla realizzazione del progetto è “illegittima”.
Federico Pizzinelli

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