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IL GRUPPO DI ALTO LIVELLO VOLUTO DAL COMMISSARIO CIOLOS RIBADISCE L’IMPATTO NEGATIVO DELLA LIBERALIZZAZIONE DEI DIRITTI D’IMPIANTO. “NON VALUTATO DA OCM 2008 ED EVIDENZIATO ANCHE DA CORTE DEI CONTI UE” DICE RICCI CURBASTRO, PRESIDENTE EFOW-FEDERDOC

La liberalizzazione avrebbe un impatto fortemente negativo sul settore: sovrapproduzione, caduta dei prezzi, diminuzione della qualità, delocalizzazione dei vigneti nelle pianure, industrializzazione, concentrazione e sparizione delle aziende familiari, conseguenze sull’ambiente, sulla gestione del territorio, del paesaggio, del turismo. Questo il parere del Gruppo di riflessione ad alto livello sui diritti di impianto voluto dal Commissario all’Agricoltura dell’Unione Europa Dacian Ciolos, che conferma le conseguenze disastrose di una eventuale liberalizzazione.
“Ancora una volta, se ce ne fosse bisogno” - sottolinea Riccardo Ricci Curbastro, Presidente Efow (European Federation of Origin Wines) e Federdoc - rimangono chiari “gli effetti nefasti della liberalizzazione sul settore, cosa che non è stata purtroppo esaurientemente valutata al momento della riforma del 2008, per mancanza di un idoneo studio d’impatto. Un aspetto essenziale, d’altra parte, evidenziato recentemente dalla Corte dei Conti europea”.
Dopo quanto emerso nell’ultima riunione del Gruppo di riflessione ad alto livello sui diritti di impianto, “è necessario proporre una risposta globale ed efficace per il settore viticolo europeo che apporti delle garanzie per tutte le categorie di vino e per tutti i Paesi - afferma Ricci Curbastro - Il Gruppo di riflessione ad alto livello offre l’opportunità di trovare rapidamente un dispositivo che permetta uno sviluppo equilibrato del settore, e che questo possa servire a garantire ancora in maniera significativa l’impiego, la crescita e l’equilibrio produttivo e commerciale della Unione europea”.
Dopo la prima riunione del Gruppo di riflessione ad alto livello dell’aprile scorso, questa svoltasi nei primi giorni di luglio, rappresenta una sorta di “secondo round”, che ha visto protagonisti al tavolo anche i rappresentanti dei 27 Paesi e delle organizzazioni agricole. Il Gruppo europeo di alto livello sui diritti di impianto, istituito nel gennaio scorso dal Commissario europeo all’Agricoltura Dacian Ciolos dovrà esprimere delle “raccomandazioni” prima del dicembre 2012 sul mantenimento dell’attuale sistema dal 1 gennaio 2016. Sono previste ancora due riunioni del Gruppo prima della conclusione dei lavori: il 21 settembre in Sicilia e poi a novembre a Bruxelles.
Si fronteggiano, come è noto, intorno a questo delicato elemento dell’assetto produttivo vitivinicolo dell’Unione Europea i Paesi produttori del sud Europa (sono 16 e comprendono Francia, Italia e Spagna) decisamente uniti sul mantenimento dell’attuale sistema, insieme al no alla deregulation recepito negli emendamenti per la Pac 2013 dai parlamentari europei, contrapponendosi ai Paesi del Nord Europa, che, invece, sono favorevoli alla liberalizzazione.
Info: www.efow.eu  

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