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IL MERCATO DEL VINO SEGNA UN BUON RECUPERO NELLE ESPORTAZIONI, IN TERMINI DI VOLUMI E DI VALORI. LO DICE STEFANO CIANFEROTTI, DIRETTORE AREA PIANIFICAZIONE STRATEGICA DI MPS, AI MICROFONI DI WINENEWS NEL “FORUM SUL VINO”, ORGANIZZATO DA BANCA MPS

“Il mercato del vino fa segnare un buon recupero dell’export, sia in termini di volumi che di valori. I dati migliori arrivano dai Paesi del Nord Europa e dalla Svizzera, ma bisogna prestare la massima attenzione ai mercati emergenti”. Così Stefano Cianferotti, direttore dell’Area Pianificazione Strategica di Banca Monte dei Paschi, presenta, in sintesi, la situazione del mercato vinicolo italiano. Ne esce un mondo in grado di risalire la china e superare la crisi, ancora indietro sul mercato emergente più importante, quello cinese, “che seppure è ancora una nicchia, ha bisogno di essere coltivato, tenendo conto del fatto che già oggi il numero di benestanti è superiore a quello del Regno Unito, senza dimenticare - prosegue Cianferotti - i nostri partner commerciali storici (Francia, Germania, Regno Unito, Stati Uniti e Russia), verso cui esportiamo il 70% del vino che lascia l’Italia Abbiamo bisogno di accrescere la nostra presenza su tutti i mercati, anche perché i consumi interni continuano a calare, seguendo un trend in voga da anni che ha fatto crollare i consumi dai quasi 120 litri pro-capite degli anni ‘70 ai 43 del 2007”.

Le cifre, su cui poggia l’ottimismo di Stefano Cianferotti, sono il frutto del Mps Wine Index, l’indice di competitività, elaborato dall’Area Research di Bmps, è calcolato come prezzo medio ponderato di quasi 100 Vini di Qualità Prodotti in Regioni Determinate (Vqprd) e vini da tavola, dal quale emerge “un recupero incoraggiante dei prezzi, e questo è un messaggio positivo sia per i produttori che per gli esportatori”, spiega Cianferotti. Ne emerge, insomma, un buono stato di salute per il settore vinicolo, ma occorre sempre tener presente che si tratta di un mercato “estremamente frammentato, in cui si contano 400.000 aziende per una media di un ettaro e mezzo di vigneto ciascuna”.

“Nasce - prosegue il direttore dell’area Pianificazione Strategica Mps - perciò l’esigenza di fare squadra, di aggregarsi, per poter competere nelle nuove realtà di mercato. In ciò la banca deve conoscere il settore per avere un ruolo veramente di supporto, seguire innanzitutto la filiera vitivinicola e il ciclo produttivo, dall’impianto della vigna fino alla commercializzazione, in modo da finanziare non più come si fa tradizionalmente il credito del capitale circolante, ma progetti a lungo termine. E a questo livello per l’imprenditore sono importanti forme nuove di aggregazione, come ad esempio la rete d’impresa, il cui obiettivo è quello di presentare ed elaborare un progetto imprenditoriale nuovo, interessante e credibile, per superare determinate criticità del settore”.

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