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IL MINISTRO DELLE POLITICHE AGRICOLE GALAN AL “DEBUTTO” NEL MONDO DEL VINO: “SETTORE TRA I PIÙ RILEVANTI DELL’AGROALIMENTARE, MA NON RISPARMIATO DALLA CRISI. BENE LA RICONVERSIONE DEI VIGNETI. SIAMO PASSATI DA VINI “ANTICHI” A VINI DEL XXI SECOLO”

Italia
Giancarlo Galan

“Oggi sono qui, per riflettere insieme a voi sul settore vitivinicolo, che come tutti sappiamo è tra i più rilevanti del nostro sistema agroalimentare. Basti pensare a queste cifre: oltre 700.000 gli ettari investiti a vigneti e quasi 1 agricoltore su 3 che coltiva uva da vino”. Ecco le prime parole “live” del Ministro delle Politiche Giancarlo Galan, al debutto ufficiale nel mondo del vino, pronunciate nella prima giornata del congresso di Assoenologi, l’associazione enologi ed enotecnici italiani (17-20 giugno, Merano).
Ed eccole, le riflessioni del Ministro Galan: “nonostante l’indiscutibile importanza della produzione vitivinicola, il suo significato strategico a livello nazionale e internazionale, la crisi economica non ha risparmiato questo settore. Ecco perché ritengo che sia indispensabile fare il punto della situazione. Tra le varie questioni che ci interessano, vorrei ricordarne almeno una, che il Ministero delle Politiche Agricole considera un fattore determinante sul quale, in passato come oggi, sta investendo per consolidare e rilanciare il settore vitivinicolo. In Italia il mondo del vino sta vivendo una fase di grande trasformazione. Dal 2001 ad oggi sono stati riconvertiti 151.000 ettari, ovvero più di 1/5 della superficie viticola nazionale. Si tratta di una rivoluzione positiva, da non sottovalutare. Questo ci ha consentito di passare da vini “antichi”, ma in larga misura invendibili, cioè non collocabili nel mercato, a vini che possono essere definiti i “vini del XXI secolo”, vale a dire vini che sono molto apprezzati sia in Italia che nel resto del mondo. Il nostro obiettivo, la nostra convinta e sincera speranza, è che questo ci permetterà di competere alla grande a livello mondiale, consolidando ulteriormente il ruolo di leadership del “Made in Italy”. È bene sottolineare - ha sottolineato Galan - che tutto ciò è stato possibile grazie al coordinamento del Ministero delle Politiche Agricole, un coordinamento che abbiamo intenzione di rafforzare per il futuro, per utilizzare al meglio le risorse comunitarie messe a disposizione da Bruxelles, che oggi ammontano a circa 230 milioni di euro all’anno. Sono certo che questo si possa senza dubbio considerare un segnale di grande ottimismo che dimostra come le nostre imprese agricole vitivinicole ripongano la loro fiducia nel futuro e desiderino investire per continuare a riconvertire la loro produzione.
Nella riconversione - ha aggiunto Galan - non c’è solo una grande professionalità, ma anche ricerca, cultura, innovazione tecnologica, riscoperta di varietà tradizionali storicamente legate ai nostri territori e anche metodi di produzione in passato sottovalutati. Come il ripristino di elementi tipici del paesaggio rurale, ad esempio dei terrazzamenti.
In questa ottica, possiamo parlare anche di ricadute positive riguardo alla valorizzazione, alla tutela e alla salvaguardia dei nostri paesaggi agrari. Ci dovremmo, infatti, chiedere come mai i nostri amici anglosassoni amino tanto la bella Toscana, o meglio, il cosiddetto “Chiantishire”. Io credo che la risposta sia che quando tornano nel loro paese e bevono un bicchiere di Chianti, riconoscono non solo un sapore, ma anche la poesia, l’arte, il paesaggio che quella etichetta e quel nome evocano. D’altra parte, se ricordo bene alcune pagine del “Viaggio in Italia” di Goethe, quando il grande poeta tedesco giunge in queste terre, in Alto Adige cioè, descrive un paesaggio agrario che è quello che ancora oggi ammiriamo. Sono però certissimo del fatto che dentro questo paesaggio molti cambiamenti, molte trasformazioni sono avvenute ed è tutta qui la ragione dello straordinario successo che stanno ottenendo i vini dell’Alto Adige, ma lo stesso so di poter dire per il Veneto o per il Piemonte o per la Sicilia.
Vorrei, infine, assicurare il mio appoggio e la mia più totale partecipazione alle evoluzioni e alle sfide che il settore vitivinicolo italiano si troverà a vivere e ad affrontare. Così dicendo, non intendo ignorare i pesanti strascichi che la crisi economica ha comportato, né tacere su difficoltà che però si stanno in una certa qual misura già superando. Questi sono momenti in cui dobbiamo saper decidere con vigore, senza cedere ad alcuna negatività, bensì guardando al futuro con occhi nuovi, forti di successi ed esperienze meravigliose, quelle che molti di voi hanno ottenuto grazie ad un lavoro fatto di ingegno e di straordinarie capacità manageriali. Di qui la vera unica garanzia, se intendiamo continuare ad affermare il primato italiano della qualità e del prestigio che ci ha sempre contraddistinto.
Da ultimo, mi sia concesso un saluto particolare alle tante donne che hanno creato la fortuna di moltissime imprese e così facendo hanno contribuito alla rinascita della nostra agricoltura, a partire proprio dal vino”.

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