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IL MINISTRO DELLE POLITICHE AGRICOLE GALAN: “EVVIVA! RIAPRE LA BOTTEGA DEL VINO. E’ UN LUOGO SACRO DELL’ENOGASTRONOMIA ITALIANA ...”. LA “BOTTEGA” TORNA A VIVERE GRAZIE ALLA SINERGIA TRA LE “FAMIGLIE DELL’AMARONE” E LA “RISERIA FERRON”

Italia
Le 12 Famiglie dell'Amarone d'Arte

Riapre l’osteria simbolo di Verona, e sicuramente una delle più conosciute d’Italia: la Bottega del vino, la cui chiusura nell’agosto 2010 era stata definita “una sciagura da evitare” dal Ministro dell’Agricoltura Galan, ritorna agli antichi fasti grazie a una cordata tutta veronese formata dalle 12 “Famiglie dell’Amarone d’Arte” e dalla Riseria Ferron. Lo storico locale di Scudo di Francia riparte da riso e vino, i due ingredienti chiave di una bottega che negli anni ha fatto del risotto all’Amarone il piatto simbolo, accompagnato da una cantina unica di cui ancora nessuno è riuscito a stimarne il valore.
“Per noi questa operazione è al 90% culturale - ha detto il presidente dell’antica Bottega del Vino srl, Franco Allegrini - un tuffo nella veronesità ma anche per certi versi in uno degli epicentri enologici del mondo: un locale glocal per eccellenza, dove i “goti” dell’aperitivo si mescolano con le etichette di Chateau Mouton Rothschild disegnate da Mirò e Picasso. Ci prendiamo la responsabilità di mantenere l’incanto che si è creato nel rapporto della Bottega con Verona e il resto del mondo”.
Si riaccende, quindi, la tradizione di quel tempio scaligero del vino che, dal 1860, è crocevia dell’intellighenzia veronese e di personaggi illustri come il presidente Pertini, la regina d’Olanda, scrittori, artisti e viaggiatori gourmet. “La botega” - così è chiamata affettuosamente dai veronesi - accanto ai 14.000 vini provenienti da 5 continenti e ai 120 vini quotidianamente in mescita - tornerà a servire, oltre al classico risotto all’amarone e ai suoi piatti forti (pastissada de caval, brasato all’amarone, bigoli all’anatra, pasta e fasoi) anche nuove proposte gastronomiche.
Con un plus: accanto al locale sarà predisposto un laboratorio culinario dove gli chef lavoreranno paste fresche e pasticceria. Tra le curiosità di un locale rimasto identico da oltre 150 anni e con lo stesso “custode” da 5 lustri - Severino Barzan - un Acinatico di Bertani 1928, anno in cui a poche centinaia di metri andava in scena per la prima volta all’Arena di Verona il Rigoletto di Giuseppe Verdi. Una bottega mitteleuropea che ha visto brindare più di 5 milioni di persone e dove accanto agli habitué fanno tappa fissa americani, francesi e giapponesi di ritorno dal balcone di Giulietta.
La nuova proprietà (60% Famiglie dell’Amarone d’Arte, 40% Riseria Ferron) manterrà intatte le peculiarità e l’assortimento enologico del locale. La gestione della Bottega del Vino è affidata a Stefano Sganzerla.
L’associazione “Le Famiglie dell'Amarone d’Arte” - nata con lo scopo di difendere l’eccellenza del prodotto simbolo della Valpolicella - riunisce 12 storiche famiglie della Valpolicella: Allegrini, Begali, Brigaldara, Masi, Musella, Nicolis, Speri, Tedeschi, Tenuta Sant'Antonio, Tommasi, Venturini, Zenato.
La Riseria Ferron è un’azienda artigianale che da cinque generazioni conserva ancora la tradizione della lavorazione del riso nella Pila Vecia del 1650, la più antica d’Italia funzionante e produttiva a tutt’oggi.

La dichiarazione - Galan: “Evviva! riapre la Bottega del Vino. E’ un luogo sacro dell’enogastronomia italiana …”
“Evviva! Riapre la Bottega del Vino. E’ un luogo sacro dell’enogastronomia italiana …” Così, oggi, il Ministro delle Politiche Agricole Alimentari Forestali Giancarlo Galan, per la riapertura de “La Bottega del Vino” di Verona.
“Desidero esprimere, quindi, la mia grande felicità per la riapertura di un luogo “sacro” per la cultura del vino in Italia come “La Bottega del Vino” di Verona. Già ad agosto del 2010 avevo avuto modo di dire che la chiusura del locale era una sciagura da evitare. Oggi, grazie all’appassionato contributo delle Famiglie dell’Amarone d’Arte ed alla Riseria Ferron, si è riusciti nell’importantissimo obiettivo di salvaguardare un patrimonio, una porta d’accesso per tutti gli amanti del bere d’eccellenza.
Sono profondamente convinto che il vino italiano abbia bisogno di vetrine come questa per riaffermare la sua natura di prodotto tradizionale, di piacere quotidiano, di simbolo della nostra tavola del mondo. Anche per i giovani è importante potersi avvicinare a questo mondo, scoprendo le tante produzioni di qualità garantita del nostro Paese.
È l’ennesima dimostrazione del buono stato di salute del settore, confermato anche dai recenti dati che danno in crescita la vendita dei vini a denominazione nella grande distribuzione. Ora dobbiamo puntare al rilancio dei consumi interni, considerando che siamo davanti ad un consumatore sempre più attento all’aspetto qualitativo e ad un export che cresce”.

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