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IL MINISTRO DELLE POLITICHE AGRICOLE GIANNI ALEMANNO: “SU TOCAI NON PRECITIPIAMO I TEMPI. LA SENTENZA UE NON ESCLUDE POSSIBILITA' DI DEROGHE”. C’E’ IMPEGNO DEL GOVERNO A VALORIZZARE COMUNQUE “FRIULANO”

“Prima di arrendersi alla scomparsa della denominazione Tocai dal territorio italiano abbiamo ancora delle ultime carte da giocare”. Lo dichiara, in una nota stampa, il Ministro delle Politiche Agricole, Gianni Alemanno: “la sentenza della Corte di giustizia europea non esclude la possibilità di ottenere deroghe dalla Commissione Europea, a patto però che queste vengano concordate con il governo ungherese. Ed è proprio per questo che, entro l’estate 2005, svolgerò una missione diplomatica in Ungheria per cercare di trovare un’intesa con quel Paese, per consentire anche all’Italia di continuare a produrre il Tocai senza ricorrere a un altro nome”.

Ma il Ministro alemanno, giustamente, spiega anche che “siccome i tempi stringono, parallelamente a questa azione diplomatica, bisogna anche studiare il problema delle nuove denominazioni in modo tale da prepararsi per tempo a tutte le varie eventualità. I nostri uffici hanno contattato i responsabili del Governo del Friuli Venezia Giulia per concordare una precisa agenda di interventi e gli opportuni aiuti ai produttori, per evitare che ricada su di loro il prezzo degli accordi sbagliati che il governo italiano sottoscrisse nel 1993”.

In buona sostanza, si tratta di giocare da subito la carta di nuovi programmi promozionali - da “Tocai friulano” a “Friulano” - con interventi importanti a sostegno di questo nuovo nome che si sta facendo avanti anche nelle volontà dei produttori. E se questa sarà la strategia che la Regione del Friuli-Venezia Giulia intende seguire per venire a capo della querelle con l’Ungheria sul nome del tradizionale vitigno che dal 2007, come deciso dall'Unione Europea, spetterà solo e solamente al paese danubiano, il Governo italiano farà la sua parte in termini di interventi economici.

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