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IL MINISTRO GALAN: “E’ FATTA: LA DIETA MEDITERRANEA È PATRIMONIO CULTURALE DELL’UMANITÀ”. FOCUS: ECCO L’ITER CRONOLOGICO DELLA CANDIDATURA DELLA DIETA MEDITERRANEA E LA CONVENZIONE UNESCO

“Dopo giorni di trattative, il risultato sperato è arrivato. La delegazione del Ministero a Nairobi mi ha appena informato che l’Unesco ha definitivamente proclamato la Dieta Mediterranea quale Patrimonio culturale dell’Umanità. Questo prestigioso successo mi riempie d’orgoglio e di soddisfazione e rappresenta un traguardo storico per la nostra tradizione alimentare e per la cultura dell’intero Paese”. Con queste parole il Ministro delle Politiche Agricole Alimentari Forestali, Giancarlo Galan, commenta la notizia appena giunta dal Kenya secondo cui il Comitato Intergovernativo della Convenzione sul Patrimonio immateriale dell’Unesco ha accolto la candidatura della Dieta Mediterranea ed ha approvato all’unanimità la sua iscrizione nella prestigiosa Lista del Patrimonio culturale Immateriale dell’Umanità.
“La proclamazione della Dieta Mediterranea, quale stile di vita sostenibile basato su tradizioni alimentari e su valori culturali secolari, rappresenta - sottolinea il Ministro -una svolta epocale nel processo di valorizzazione di usi e costumi legati alle diete alimentari dei vari popoli”. “A livello internazionale, grazie alla proclamazione della Dieta Mediterranea, è stato certificato una volta per tutte lo stretto legame tra la cultura e le pratiche alimentari tradizionali di un popolo ed è stata consacrata la loro inscindibilità” - prosegue il Ministro.
“La Dieta Mediterranea, in quanto insieme unico al mondo di pratiche alimentari, sociali e culturali ha pienamente meritato il riconoscimento convinto dell’Unesco, giunto con un sostegno unanime. Per l’Italia si tratta solo del primo, importantissimo passo di una lunga serie di successi sul cammino della valorizzazione delle pratiche agroalimentari tradizionali italiane riconosciute da tutto il mondo quali esempi di eccellenza”. “Vorrei ringraziare - aggiunge il Ministro - quanti nel Ministero hanno offerto la propria competenza e dedizione, impegnandosi in prima persona per il raggiungimento di un risultato così prestigioso per l’Italia. Un grazie di cuore anche alla comunità del Cilento, patria della Dieta Mediterranea, il cui sostegno convinto nel corso della candidatura è stato indispensabile per il buon esito finale, ed in particolare il Presidente del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, Amilcare Troiano.
“So che a Nairobi - conclude il Ministro - la delegazione del Ministero ha dedicato il prestigioso riconoscimento dell’Unesco proprio ad un uomo simbolo del Cilento, il sindaco di Pollica Angelo Vassallo. Mi associo a loro, non senza commozione, per ricordare colui che con tanta passione aveva sostenuto con convinzione e passione fin dall’inizio questo progetto: sono certo che il risultato raggiunto oggi lo avrebbe reso orgoglioso”.
La candidatura della Dieta Mediterranea, già presentata 4 anni fa dall’Italia, dalla Spagna, dalla Grecia e dal Marocco, era stata inizialmente bocciata in quanto per l’Unesco non erano soddisfatti i requisiti previsti dalla Convenzione del 2003 sul Patrimonio Immateriale dell’Umanità, per cui i 4 Paesi decisero di ritirarla. Nel maggio 2009, la candidatura è stata ripresentata, insieme a Spagna, Grecia e Marocco, dall’Italia che ha assunto il coordinamento del gruppo di lavoro internazionale, riscrivendo interamente il dossier di candidatura e sottolineando il valore culturale della Dieta Mediterranea.
Ad agosto 2010, dopo un lavoro incessante anche in piena estate, era giunta una prima valutazione positiva da parte dell’Unesco con cui era stata accertata la conformità della nuova candidatura con i requisiti previsti dall’Unesco. Il Comitato Intergovernativo della Convenzione sul Patrimonio Immateriale dell’Umanità Unesco riunito a Nairobi, ha definitivamente proclamato la Dieta Mediterranea quale elemento del Patrimonio Immateriale dell’Umanità. Grazie al suo inserimento nella Lista, la Dieta Mediterranea rappresenta il terzo elemento italiano presente, insieme all’Opera dei pupi siciliani e al Canto a tenore sardo.
La Dieta Mediterranea è la prima pratica alimentare tradizionale al mondo ad essere iscritta nella prestigiosa Lista. Quest’ultima, istituita dalla Convenzione Unesco del 2003, conta 166 elementi iscritti da 132 Paesi diversi, tra cui ad esempio il tango argentino, il capodanno islamico e la calligrafia cinese. Il Ministero delle politiche Agricole Alimentari Forestali è il referente nazionale delle candidature agricole e alimentari alla Lista del Patrimonio Culturale dell’Unesco e per seguire i lavori relativi alla Dieta Mediterranea e alle altre candidature future ha istituito, presso il Gabinetto del Ministro, un apposito Gruppo di Lavoro Unesco coordinato dal professor Pier Luigi Petrillo (il quale aveva già seguito con successo, per conto del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, l’iscrizione delle Dolomiti nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità Unesco). Il gruppo di lavoro del Ministero sta ora lavorando, per il prossimo anno, alle candidature de “L’arte della pizza napoletana” e “La coltivazione ad alberello dello Zibibbo di Pantelleria”.

Focus - L’iter cronologico della candidatura della dieta mediterranea (2008-2010)
- Aprile 2008: presentazione ufficiale della candidatura da parte del Ministro delle Politiche Agricole Alimentari Forestali e del Ministro per i Beni e le Attività Culturali e dichiarazione congiunta Italia-Spagna-Grecia-Marocco a sostegno della candidatura della Dieta Mediterranea. Il dossier, redatto dagli spagnoli e che non evidenzia il rapporto tra la Dieta e il territorio italiano, è trasmesso nel mese successivo al Segretariato dell’Unesco a Parigi. L’Italia, la Grecia e il Marocco si limitano a condividere il documento redatto dalla Spagna.
- Maggio 2009: l’Unesco boccia il dossier presentato, giudicandolo troppo vago, generico e soprattutto non coerente con i dettami della Convenzione sul Patrimonio Immateriale. Secondo l’Unesco, infatti, il dossier presentato non dimostra in alcun modo il valore culturale e di unicità della Dieta Mediterranea.
Fine maggio 2009: l’Italia decide di presentare un nuovo dossier di candidatura insieme a Spagna, Marocco e Grecia. L’Italia acquisisce il coordinamento della candidatura e del gruppo di lavoro internazionale.
- Giugno 2009: il Ministro delle Politiche Agricole istituisce presso il proprio Gabinetto una apposita task force composta dal professor Pier Luigi Petrillo, dalla dottoressa Stefania Ricciardi, dalla dottoressa Claudia Principe, dal dottor Giovanni Scepi e dal dottor Beniamino Annis, ai quali è affidato il compito di redigere un nuovo dossier di candidatura e coordinare i lavori.
- Luglio/Agosto 2009: in piena estate la Task Force Unesco del Ministero delle Politiche Agricole prepara un nuovo dossier di candidatura, individuando nella Comunità del Cilento la comunità emblematica ed acquisendo il sostegno di 50 associazioni culturali impegnate in Italia per valorizzare la Dieta Mediterranea. Il 30 agosto 2009 il dossier è trasmesso ufficialmente a Parigi a firma del Capo di Gabinetto del Ministro, dottor Giuseppe Ambrosio.
Novembre 2009: l’Unesco chiede alcuni chiarimenti e integrazioni al dossier.
Febbraio 2010: il Ministero risponde alle richieste dell’Unesco, convincendo i partner stranieri, al termine di due riunioni molto intense a Barcellona, circa la bontà della posizione italiana. La Dieta Mediterranea, in questa fase, viene definita uno stile di vita sostenibile.
Maggio-Agosto 2010: l’Unesco comunica ufficialmente la valutazione positiva da parte dell’organo tecnico di esperti, ed invia al Comitato Intergovernativo una raccomandazione positiva per l’iscrizione della Dieta Mediterranea nella Lista del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità Unesco.
16 novembre 2010: la Dieta Mediterranea è proclamata Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità Unesco dal Comitato Intergovernativo della Convenzione del 2003. Terzo elemento italiano e prima pratica alimentare tradizionale in assoluto iscritta nella Lista del Patrimonio Culturale dell’Umanità Unesco.

Focus - Cosa prevede la Convenzione sulla promozione e protezione del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Unesco …
La Convenzione Unesco sulla Promozione e Protezione del Patrimonio Culturale Immateriale, sottoscritta il 17 ottobre 2003 e ratificata in Italia con legge n. 167 del 27 settembre 2007, mira a tutelare il cosiddetto “intangibile heritage” nelle sue più differenti espressioni.
Il Patrimonio Culturale Immateriale è principalmente costituito dalle seguenti vaste categorie di beni: le lingue, i dialetti e le isole alloglotte; le arti performative, musica, danza e forme di teatro; le pratiche agricole e alimentari, i riti, le feste e le cerimonie; le conoscenze e le pratiche intorno alla natura e all’universo; le modalità e le tecniche, i saperi, il lavoro artigianale.
L’interrelazione di questi elementi con l’ambiente circostante sia fisico che sociale conduce alla formazione e all’elaborazione dinamica delle identità locali.
Per poter iscrivere un sito è necessario la compilazione di un dossier in cui si descrive che: l’elemento rientra nella definizione di “patrimonio immateriale” contenuta nell’articolo 2 della Convenzione; l’iscrizione dell’elemento nella Lista contribuirà sia alla sua visibilità sia ad una presa di coscienza sull’importanza del patrimonio immateriale, favorendo, inoltre, un maggiore dialogo e un maggior rispetto tra le diverse culture del mondo testimoniando la creatività umana; le misure di salvaguardia dell’elemento saranno adeguate a salvaguardare e a promuovere l’elemento; l’elemento è stato candidato coinvolgendo il più possibile la o le comunità, i gruppi e, nel caso, gli individui interessati e con il loro libero e preventivo consenso; l’elemento è incluso in un inventario del Patrimonio Immateriale presente nel territorio dello Stato o degli Stati da cui è inviata la candidatura.

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