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IL MONDO DEL VINO E IL FUTURO: LE NICCHIE NON SONO PIÙ SUFFICIENTI A GARANTIRE UN FUTURO PER TUTTI, C’È BISOGNO DI AGGREGAZIONE. E’ QUESTO IL MESSAGGIO DELL’ANALISI DI ADRIANO TOMBA - RESPONSABILE LABORATORIO DELLE IMPRESE - BANCO POPOLARE

Italia
Quale futuro per il mondo del vino?

In Italia il comparto del vino è molto frammentato anche se, in alcuni casi, sono in atto alcune aggregazioni di vario tipo. Decisamente speculare la situazione all’estero, specialmente nel cosiddetto Nuovo Mondo, dove le realtà produttive sono molto più grandi e, per giunta, in continua espansione, con quote dei profitti indirizzate sempre più massicciamente verso il marketing e l’immagine. E’ questo il gap più critico che continua a minacciare il mondo del vino, europeo e in particolare quello italiano, e su cui ha riflettuto l’analisi di Adriano Tomba, responsabile del Laboratorio delle Imprese per il Banco Popolare.

Per Tomba, dunque, sempre più necessaria appare la costituzione di movimenti aggregativi sia a livello nazionale che locale, rimanendo centrale la questione della crescita dimensionale delle aziende vitivinicole del Bel Paese. E l’adagio che dice “chi cammina da solo va veloce, ma chi cammina con gli amici va più lontano” sembra davvero calzare perfettamente alle esigenze di rinnovamento del comparto vino italiano.

Preso atto che esiste una dimensione minima per competere e che al di sotto di essa si rischia di essere espulsi dal mercato, è necessario cominciare a comprendere anche il fatto che le nicchie, un tempo decisamente l’elemento salvifico della struttura polverizzata della nostra vitivinicoltura, adesso non sono più sufficienti a garantire un futuro per tutti. La difficoltà principale - spiega Adriano Tomba, responsabile del Laboratorio delle Imprese per il Banco Popolare - per rimanere competitivi nel lungo termine è appunto questa: riuscire a sviluppare capacità che oggi le singole aziende singolarmente considerate non sono in grado di esprimere, di fronte alle sfide di un mercato internazionalizzato e non concentrato, dove tutti sono contro tutti.

Esistono diversi modelli per aggregarsi, integrarsi, crescere, ma i modelli sono solo strumenti. Quello che, invece, resta fondamentale e di immediata fattibilità è l’accesso ad una conoscenza il più dettagliata possibile del mercato, dei punti di forza e di debolezza, dei diversi operatori ,degli obiettivi da perseguire e dei partner migliori coi quali crescere, perché navigare a vista e, per giunta, da soli, non può portare risultati positivi, specialmente attraverso e dopo una crisi come quella attuale. Fra questi “compagni di viaggio” un ruolo decisivo dovrà essere svolto dalle banche di territorio che conoscono mentalità, cultura e dinamiche interne del comparto e, in questo senso, sono in grado di superare l’approccio finanziario tradizionale, costruire reti, favorire aggregazioni e individuare modelli e forme di governance adeguate ai casi specifici.

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