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Il Mondo

La superclassifica del mondo: sono 135 le etichette al vertice del mercato enologico italiano … Il Masseto 1999 e il Bolgheri superiore 1999 della Tenuta dell'Ornellaia dei Moldavi e dei Frescobaldi. Il Patrimo 2000 e il Serpico 2000 dei Feudi di San Gregorio, delle famiglie Ercolino e
Capaldo. La Firma delle Cantine del Notaio dell'agronomo lucano Gerardo Giuratrabocchetti e il Siepi del Castello di Fonterutoli dei marchesi Mazzei: ecco le sei etichette, tre toscane, due campane e una lucana, che si dividono, a pari merito, i primi tre primi posti al vertice della super classifica 2003 dei migliori vini d'Italia. Una graduatoria di vini fuoriclasse, realizzata per la prima volta dal Mondo incrociando i punteggi delle cinque guide italiane che ogni anno assaggiano e giudicano la produzione delle migliaia di cantine distribuite lungo lo Stivale. La guida delle guide del “Mondo” ha dovuto confrontarsi con centinaia di vini ben quotati e soprattutto con differenti sistemi di valutazione: le guide di Luca Maroni, di Veronelli (curata da Luigi Brozzoni e Daniel Thomases) e dell'Espresso (Alessandro Masnaghetti con la collaborazione di Massimo Zanichelli) si esprimono con un voto vero e proprio; quelle realizzate da Gambero Rosso-Slow Food (curatori Daniele Cernilli e Gigi Piumatti) e Associazione Italiana Sommelier (direttore Franco Ricci) hanno scelto la strada, meno impegnativa, della simbologia: così, per esempio, 357 vini hanno ricevuto dall'Ais il massimo voto dei cinque grappoli (che equivale però a un punteggio compreso tra 91 e 100 centesimi), mentre il “Gambero Rosso” ha premiato con il massimo di tre bicchieri 250 vini. Detto questo, e mettendo in conto inevitabili imperfezioni o lacune, la super graduatoria stilata dal Mondo costituisce la prova del nove definitiva dell'alta qualità raggiunta dal vino italiano. Si scopre infatti che in una scala di soli 25 gradini si concentrano ben 135 etichette, con un punteggio totale che va dai 468 punti ottenuti dai primi due vini in classifica ai 439 punti totalizzati dai tre vini che chiudono la graduatoria: il Percarlo 1999, prodotto dalla famiglia Martini di Cigala nella Fattoria di San Giusto a Tentennano nel Chianti; il Barbaresco Sorì Paitin Vecchie vigne della famiglia Pasquero Elia; il Barolo Grambussia di Aldo Conterno, tra i grandi produttori di vini di Langa, oggi coadiuvato dai figli Giacomo, Franco e Stefano.Su oltre cento aziende presenti in classifica, solo due si tolgono la soddisfazione di godersi un posto in beata solitudine. Quella del piemontese Angelo Gaja, tra i vignaioli più famosi al mondo, che si è piazzato da solo al quarto posto, con i due Langhe Nebbiolo Sorì San Lorenzo e Sorì Tildin (ed è anche presente al 21mo e al 22mo posto con il Brunello della fattoria di Pieve Santa Restituta e con il Langhe Nebbiolo Costa russi). E la toscana Fattoria Petrolo dei Mazzocchi Sanjust, al quinto posto con il Galatrona 2000, un Merlot, come anche il Masseto e il Patrimo. A quota 458 punti, sette rossi occupano la sesta posizione. Tra questi c'è il Solaia dei Marchesi Antinori, griffe enologica che occupa anche il 14mo e il 23mo posto con due etichette della sua azienda umbra Castello della Sala e il 16mo posto con il Negroamaro Masseria Majne 2000 della fattoria di Tormaresca in Puglia, giovane proprietà della casata fiorentina guidata da Piero Antinori. Oltre al Solaia, due Brunelli di Montalcino 1997 (forse la migliore annata del Novecento): quello della Tenuta San Filippodella famiglia Fanti e il Poggio Banale de La Poderina, azienda agricola che fa capo, attraverso Saiagricola, alla Sai di Salvatore Ligresti. Anche un'altra assicurazione può vantare un vino super: è la Ras con il Vigorello, piazzato al 22mo posto. Con 458 punti c'è il Montevetrano di Silvia Imparato in Campania; il nero d'Avola Harmonium della casa vinicola Firriato di Girolamo e Salvatore Di Gaetano. E il Montefalco Sagrantino 25 anni di Arnaldo Caprai e di suo figlio Marco alla guida di un'azienda che rappresenta uno dei successi più concreti del settore e ha contribuito in maniera decisiva al rilancio dell'immagine del suo territorio sul mercato domestico e internazionale. Ancora rossi al settimo posto: come il Lupicaia 2000 prodotto nel Castello del Terriccio di Gian Annibale Rossi di Medelana (grande allevatore di cavalli da corsa). E all'ottavo, dove campeggiano due tra i migliori vini piemontesi firmati da Giorgio Rivetti titolare de La Spinetta e due vini figli del grande enologo Giacomo Tachis: il Sassicaia della Tenuta San Guido del marchese Nicolò Incisa della Rocchetta e il sardo Turriga, di Antonio, Franco e Giuseppe Argiolas. Al nono posto, un bianco siciliano interrompe la supremazia dei rossi: è il Cometa 2001 di Alessio, Francesca e Santi Planeta ormai proiettati tra le star del vino e presenti anche al 12mo posto con il rosso Burdese e al 18mo con lo chardonnay 2000. Tra i compagni di Cometa c'è l'Amarone della famiglia veneta Allegrini, il Montepulciano Villa Gemma dell'abruzzese Gianni Masciarelli, il Barolo di una grande firma come Roberto Voerzio, il Granato della trentina Elisabetta Foradori. Il Fratta di Fausto Maculan (cui va il merito di aver riscoperto il Torcolato, vino passito delle colline del vicentino) è al decimo posto, come il bianco di Les Cretes, la prima maison vinicola privata valdostana di proprietà di Costantino Charrère, o come il Deliella 2000, il nero d'avola del Feudo Principi di Butera di Gianni Zonin Vineyard: uno dei vini rivelazione del Sud. In effetti l'alto e condiviso punteggio del nuovo vino siciliano al suo esordio premia il viticoltore-banchiere veneto, il più grande proprietario di vigne in Italia con più di 1.800 ettari, che è stato tra i primi a credere nel rilancio della vitivinicoltura siciliana, con il suo corredo di vitigni autoctoni, come appunto il nero d'Avola. A quota 11 un altro exploit: quello del Giramonte 2000, nuovo nato della Tenuta di Castiglioni dei Marchesi Frescobaldi, nel Chianti dei colli fiorentini, che alla sua prima uscita ha già collezionato un ricco medagliere. La famiglia di vignaioli fiorentini (anche il primo posto a braccetto di Moldavi) conquista un altro piazzamento con il Chianti Rufina Montesodi al 12mo posto. Su questo stesso scalino c'è, tra gli altri, la cantina pugliese Conti Zecca di proprietà dell'omonima famiglia di Leverano nel Salento e la toscana Tenuta Sette Ponti dell'imprenditore della moda e del vino Antonio Moretti. Come si vede, tra un posto e l'altro della classifica dei vini superstar, la differenza è quasi sempre di un solo punto. In questa gara sul filo di lana, il supertuscan Casalferro prodotto dal barone Francesco Ricasoli, si colloca con 450 punti al 14mo posto. Stesso piazzamento per il Collio chardonnay di Villa Russiz: una realtà friulana che oltre a fare ottimo vino è anche un ente pubblico che destina i proventi della gestione vinicola al mantenimento della casa famiglia per minori disagiati. Poco sotto, ecco a quota 16 la chiantigiana Agricola Querciabella di Giuseppe e Sebastiano Castiglioni con il suo supertuscan Camartina ed ecco la cantina friulana Venica & Venica con il delizioso Ronco delle Mele, prodotto da Giorgio, Gianni, Giampaolo e Ornella Venica (anche presidente del Movimento del turismo del vino). Ancora avanti nella graduatoria si incontrano altri vini cult. Come il Passito Ben Ryè della siciliana Donna Fugata della famiglia Rallo, I sodi di San Niccolò del Castellare di Castellina di Paolo Panerai, le Vigne Cinquant'anni delle Vigne di Zamò di proprietà dell'omonima famiglia friulana o ancora l'Apparita del Castello di Ama di Marco Pallanti e Lorenza Sebasti. Complessivamente la ragione più rappresentata nella classifica è la Toscana con ben 45 cantine, seguita da Piemonte a quota 27.

Buoni piazzamenti per molte etichette: la carica delle bottiglie che rincorrono la classifica

Un solo punto divide l'Asti De Miranda di Giuseppe Contratto dai vini che figurano in coda alla supergraduatoria: tanto per continuare il gioco delle classifiche, si può dire che sono tante le bottiglie che inseguono da vicino le prime 25. Qualche esempio? Un bel gruppo di etichette è a quota 437 punti: tra queste il Cabernet Sauvignon della bella azienda siciliana dei Tasca d'Almerita (che produce anche il Rosso del Conte,a 429 punti); il Rosso di sera della cantina toscana Poggio piano; l'Avvoltore 2000 di Moris Farms (uno dei pionieri del Morellino) o ancora il Barolo Confortino riserva 1995 di Giacomo Conterno. Tra i vini con 436 punti il Barolo Connubi di Paolo Scavino, il Corzano 1999 di Corzano e Conterno, il Bolgheri Levia Gravia di Caccia al Piano 1868, il Chaos rosso della fattoria Le Terrazze o Le braci della Masseria Monaco in Puglia. A quota 434 si piazza il Passito Fiordiruta delle Terre Cortesi Moncaro, inserito dalla guida dell'Espresso tra i migliori vini dolci dell'anno. Una bella soddisfazione per l'azienda cooperativa marchigiana che produce più di 6 milioni di bottiglie (tra Verdicchio, Rosso Piceno e Rosso Conero) in oltre 1.741 ettari di proprietà. Tra le etichette con 433 punti c'è l'Amarone della Valpolicella Terre di Cariano della Cecilia Beretta, fiore all'occhiello del gruppo Pasqua, dove l'omonima famiglia veneta ha deciso di produrre solo vini di alta gamma. È una tendenza: non sono poche le aziende con grandi fatturati che decidono di affiancare alla casa madre cantine boutique, dedicate alla qualità, con l'obiettivo di una nuova immagine. Un caso è anche quello di Gianni Martini che sta spendendo cifre notevoli nei Domini di Villae Lanata per farne il cuore di una produzione di massimo livello. Con la collaborazione di un uomo del mestiere come Gabriele Scaglione, Martini (anche presidente del Consorzio per la tutela del Gavi) sta cambiando il passo all'azienda di famiglia Fratelli Martini (ed è già arrivato un riconoscimento per l'Asti Sant'Orsola), ma soprattutto sta concentrando sotto il cappello di Villae Lanata il meglio delle sue proprietà. Al momento quattro tenute: Villa Lanata in Cossano Belbo, Casina lo zoccolaio in Barolo, Castello La Toledana in Gavi e Cascina La Doria in San Cristoforo: quattro postazioni, in altrettante zone vocate, dove si lavorano solo uve di proprietà. Ancora qualche esempio di vini al top: il Brut perlè millesimato delle Cantine Ferrari ha raggiunto i 432 punti, (e quotatissima è anche la Riserva del fondatore Giulio Ferrari); il Maximo degli Umani Ronchi i 431; il Brunello di Montalcino del Castello di Banfi (segnalato anche da Wine spectator) i 432. Insomma, le etichette che hanno meritato dai 420 punti in su non sono poche.Tra queste il Nemo 1999 del Castello di Monsanto di Fabrizio Bianchi, il taurasi di Mastroberardino o La Gavina Cabernet Sauvignon dei Cecchio. Altro punto fermo è lo Chardonnay passione 2000 dell'Azienda agricola Colonna in Piemonte, guidata da Alessandra Colonna. Una vignaiola instancabile che insegna anche economia e gestione delle imprese turistiche all'Università di Milano e nel tempo libero finanzia progetti di solidarietà L'ultimo? Il ricavato della vendita delle magnum del suo Cabernet Amani sarà destinato alle popolazioni africane. Un'ultima annotazione: ci sono non pochi vini che sono stati valutati benissimo da alcune guide, ma non altrettanto bene da altre. Ciò ha impedito loro di raggiungere punteggi elevati. Un caso per esempio riguarda il Kurni 2000 Montelpuciano della cantina Oasi degli Angeli che non ha convinto l'Espresso (e si è quindi ritrovato con soli 4 voti su 5).

Come si legge la graduatoria

Le cinque guide dei vini italiani adottano diversi tipi di punteggio. Il Gambero Rosso-Slow Food assegna il voto attraverso il numero bicchieri: da uno a tre. Duemilavini, realizzata dall'Associazione Italiana Sommelier), utilizza i grappoli d'uva: da 3 a 5, precisando che i 3 grappoli equivalgono a un punteggio da 77 a 83/100, i 4 grappoli indicano un voto da 84 a 90/100 e infine i 5 grappoli un voto da 91 a 100/100. La Guida Oro di Luigi Veronelli assegna i voti direttamente in centesimi (e in più contiene i Soli attribuiti da Luigi Veronelli) e anche Luca Maroni ha scelto il sistema centesimale. L'Espresso invece ha optato per un giudizio in ventesimi. Per arrivare al punteggio complessivo e stilare la sua superclassifica, il Mondo ha cercato di rendere omogenee le votazioni delle cinque guide traducendole tutte in centesimi. Ecco il dettaglio. Duemilavini-Ais: 5 grappoli = 95/100, 4 grappoli = 87/100, 3 grappoli = 80/100. Gambero Rosso: 3 bicchieri = 95/100; 2 bicchieri rossi = 87/100 (sono quelli che arrivano alle selezioni finali); 2 bicchieri neri = 85/100. Espresso: l'equivalenza in centesimi è fissata considerando 1/17 pari a 90/100; ogni mezzo punto in giù o in su vale equivale a 1/100. Nei casi in cui il vino non sia stato degustato da una singola guida, “il Mondo” ha utilizzato il punteggio medio di quella guida, indicandolo nella tabella con un diverso colore. Non sono rientrati nella graduatoria i vini, anche eccellenti, che non sono stati degustati in quell'annata da più di una guida. I vini della gradutoria che hanno meritato anche il Sole di Luigi Veronelli sono stati segnalati con (*). Così come (**) indica i vini che figurano nella nuova classica dei Top 100 elaborata dalla rivista americana Wine spectator. Quest'anno sono presenti in questa graduatoria ben 21 etichette italiane. Come precisato da Luca Maroni, la valutazione del Sagrantino di Montefalco 25 anni che non è rientrata nella guida 2003 è pari a 84/100.

La classifica dei vini de "Il Mondo"

Masseto 1999, Tenuta dell'Ornellaia, Toscana;

Patrimo 2000, Feudi di San Gregorio, Campania;

Serpico 2000, Aglianico dell'Irpinia, Feudi di San Gregorio, Campania;
La Firma, Aglianico del Vulture 2000, Cantine del Notaio, Basilicata;
Siepi 2000, Fonterutoli, Toscana;
Bolgheri superiore Ornellaia 1999, Tenuta dell'Ornellaia,Toscana;
Langhe Nebbiolo Sorì San Lorenzo 1998, Gaja, Piemonte;
Langhe Nebbiolo Sorì Tildin 1998, Gaja, Piemonte;

Galatrona 2000 Merlot, Fattoria Petrolo, Toscana;
Solaia 1999, Marchesi Antinori, Toscana;
Montevetrano 2000, Montevetrano, Campania;
Brunello di Montalcino 1997, Fanti Tenuta San Filippo, Toscana;
Montefalco Sagrantino 25 Anni 1999, Arnaldo Caprai, Umbria;
Brunello di Montalcino Poggio Banale 1997, La Poderina, Toscana;
Harmonium 2000, Firriato, Sicilia;
Campoleone 2000, Lamborghini-La Fiorita Umbria;

Lupicaia 2000, Castello del Terriccio, Toscana;
Barbaresco Vigneto Starderi 1999, La Spinetta, Piemonte;
Bolgheri Sassicaia 1999, Tenuta San Guido, Toscana;
Barbera d'Asti superiore 2000, La Spinetta, Piemonte;
Turriga 1998, Argiolas, Sardegna;
Amarone della Valpolicella Classico 1998, Allegrini, Veneto;

Montepulciano d'Abruzzo Villa Gemma 1998, Masciarelli, Abruzzo;
Cometa 2001 (bianco), Planeta, Sicilia;
San Martino 1999, Villa Cafaggio, Toscana;
Barolo Brunate 1998, Roberto Voerzio, Piemonte;
Granato 2000, Teroldego, Foradori, Trentino;
Fratta 2000, Maculan, Veneto;
Deliella 2000 Nero d'Avola, Feudo Principi di Butera, Sicilia;
Montiano 2000, Merlot Falesco, Lazio;
Chardonnay Cuvée Frisonnière Cuvée Bois 2000 (bianco), Les Cretes, Val d'Aosta;
Chianti Classico Giorgio Primo 2000, Fattoria La Massa, Toscana.

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