Vino, in Italia Conferenza mondiale dell’Oiv dall’11 al 13 aprile … Lollobrigida: in Italia delegazioni di 31 Paesi per la promozione enologica… Si riunisce per la prima volta in Italia l’Onu del vino: si terrà in Italia la due giorni della Conferenza internazionale sul vino dell’Oiv, l’Organisation internationale de la vigne et du vin, organismo fondato a Parigi nel 1924. La Conferenza, dall’11 al 13 aprile, si svolgerà prima in Franciacorta (Brescia) e poi a Verona in corrispondenza del Vinitaly, e vi prenderanno parte delegati e diplomatici di 31 paesi compresi 14 ministri agricoli. “Un evento importante – ha detto ieri alla presentazione della Conferenza il ministro dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare, Francesco Lollobrigida – per promuovere un alimento in grado di produrre benessere se assunto nelle giuste modalità. Avremo in Italia le delegazioni di 31 paesi che parlano lingue differenti e praticano religioni differenti ma che si ritrovano attorno al vino e all’esigenza di salvaguardare questo prodotto. Il concetto chiave che vogliamo diffondere è che il vino è anche alcol ma non solo alcol. È una materia più complessa che ha nella qualità e nel consumo moderato e associato ai pasti i propri pilastri”. Dopo la prima parte in Franciacorta i delegati della Conferenza saranno al Vinitaly di Veron “dove nessuno dei ministri europei presenti - ha aggiunto Lollobrigida - è mai stato prima. Vogliamo dar loro la possibilità di conoscere quanto il vino sia un elemento fondante della nostra cultura”. “L’Oiv è stata fondata a Parigi nel 1924 - ha spiegato il presidente dell’Oiv, l’italiano Luigi Moio (terzo italiano a presiederla dopo Mario Fregoni e Pier Giovanni Garoglio) – e attualmente comprende 52 stati che rappresentano il 90% della produzione mondiale divino e l’80% dei consumi globali. I 7 paesi fondatori (tutti europei) si riunirono nel 1923 per inaugurare un approccio al vino basato esclusivamente su studi scientifici. All’epoca, infatti, erano molto diffuse le frodi e quindi fu necessario mettere a punto dei metodi di analisi comuni che potessero offrire garanzie di qualità in modo da favorire gli scambi internazionali”. Adesso ci ritroviamo in un altro momento critico quello nel quale è in atto un radicale cambiamento dei consumi che può penalizzare il vino. “Un punto chiave - ha aggiunto Moio - è trasmettere ai giovani, che non lo conoscono, il valore di questa bevanda. Una trasmissione che, a mio avviso, a differenza delle generazioni precedenti è mancata perché nelle famiglie sono ormai rari i momenti in cui ci si riunisce attorno alla tavola. Dove cioè in passato si incominciava ad apprezzarla. Bisogna invece spiegare loro che il vino è una bevanda unica per come viene assunta: a piccoli sorsi e insieme al cibo. E bisogna ricordare che il vino è il risultato di un atto agricolo che lo lega ai territori di produzione e fa sì che la viticoltura sia uno strumento chiave per la difesa dalla desertificazione e dal dissesto idrogeologico”.
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