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IL MOSCATO DI PANTELLERIA 2009 FERRANDES, IL BARBARESCO CRICHËT PAJÉ 2004 ROAGNA E IL BAROLO VIGNA RIONDA 2007 MASSOLINO: ECCO IL TOP ASSOLUTO (20/20) DEL BELPAESE ENOICO PER LA GUIDA “I VINI D’ITALIA 2014” DE “L’ESPRESSO” BY VIZZARI-GENTILI-RIZZARI

Il Moscato di Pantelleria 2009 di Ferrandes, il Barbaresco Crichët Pajé 2004 di Roagna e il Barolo Vigna Rionda 2007 di Massolino: ecco il top assoluto del vino italiano per la guida “I vini d’Italia 2014” de “L’Espresso”, che sarà presentata ufficialmente giovedì 17 ottobre a Firenze (insieme alla guida “I Ristoranti d’Italia”, ndr), ma già in edicola. Due piemontesi e un siciliano, dunque, al vertice assoluto della qualità, rappresentata dalle “5 bottiglie”, il massimo riconoscimento assegnato dal team di degustatori, coordinato dal direttore de “Le Guide de l’Espresso” Enzo Vizzari e dai curatori Ernesto Gentili e Fabio Rizzari, ai vini con una valutazione dai 18/20 in poi (272 in totale). Ad un passo dalla qualità assoluta, con 19,5/20, ci sono il Barolo Monfortino 2006 di Giacomo Conterno e il Barolo Monprivato 2008 di Giuseppe Mascarello & Figlio, il Vin Santo di Montepulciano Occhio di Pernice 1999 di Avignonesi e il Valtellina Riserva Le Barbarine 2007 della Fondazione Fojanini.
Nel complesso, tra le Regioni, il Piemonte, con 61 vini da “5 bottiglie”, conferma la propria leadership e anche il Barolo resta al primo posto nella gerarchia delle denominazioni, con 27 vini. A ruota c’è la Toscana, con 56 eccellenze resta un punto di riferimento dell’enologia nazionale, grazie anche alla conferma ad alto livello del Brunello di Montalcino, alla rinascita del Chianti Classico e alla vitalità delle altre aree della regione. Molto positivo il riscontro ottenuto dai vini del nord-est: dal Trentino Alto Adige (29 le eccellenze), con i vini della Valle Isarco in bella evidenza, al Veneto (20 eccellenze), all’ottima performance friulana (15 eccellenze).
Nel complesso, l’edizione 2014 ha confermato una crescita generalizzata sul fronte dei vini bianchi, con un esiti particolarmente validi diffusi in quasi tutte le Regioni. “Da segnalare - si legge i una nota - il prepotente recupero dei friulani, la conferma degli altoatesini e dei campani, con note particolarmente positive per i bianchi dell’Etna, per i Lugana e per i Pigato. Tra i vini rossi si confermano, oltre alle tipologie sopra citate, tutte le principali denominazioni, dagli Amarone della Valpolicella ai Montepulciano d’Abruzzo, dai Sangiovese di Romagna ai possenti rossi pugliesi”.
Sedici, infine, le cantine premiate con le “Tre Stelle”, riconoscimento per quelle realtà che si sono distinte, negli anni, per la costanza qualitativa ad altissimi livelli, di cui 6 dal Piemonte (Cisa Asinari, Giacomo Conterno, Bruno Giacosa, I Paglieri - Roagna, Mascarello Giuseppe e Figlio, Giuseppe Rinaldi), 5 dalla Toscana (Isole e Olena, Montenidoli, Montevertine, Poggio di Sotto, San Guido) e poi l’abruzzese Valentini, l’altoatesina Produttori di Terlano, la veneta Quintarelli, la trentina Ferrari e la lombarda Ca’ del Bosco.

Focus - Ecco le cantine da “tre stelle”
Valentini, Abruzzo
Produttori Terlano, Alto Adige
Ca’ del Bosco, Lombardia
Cisa Asinari, Piemonte
Conterno Giacomo, Piemonte
Giacosa Bruno, Piemonte
I Paglieri - Roagna, Piemonte
Mascarello Giuseppe e Figlio, Piemonte
Rinaldi Giuseppe, Piemonte
Isole e Olena, Toscana
Montenidoli, Toscana
Montevertine, Toscana
Poggio di Sotto, Toscana
San Guido, Toscana
Ferrari, Trentino
Quintarelli Giuseppe, Veneto

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