“L’agricoltura industriale non è agricoltura, ma occupazione industriale dei campi con gli avvelenamenti, le dipendenze commerciali, bancarie, burocratiche, digitali, i danni alla salute e alla qualità del cibo tipici dell’industria”; il movimento dell’agricoltura artigiana, invece, “serve a costruire una strategia, che è uno spazio politico, tecnico, economico di conversione ecologica del territorio che tende a diffondersi in delle pratiche nuove virtualmente aperte a quasi tutti gli ambiti non solo agricoli”. Lo sottolinea Giannozzo Pucci, autore del “Manifesto per una nuova agricoltura contadina”, attivista ed editore (con Libreria Editrice Fiorentina), offrendo con Slow Food uno spunto di riflessione su “I 12 punti per l’agricoltura artigiana” per una conversione ecologica radicale.
“È pura illusione credere che si possano difendere le piccole aziende agricole - secondo Pucci (il cui intervento è stato tra i contributi dell’Assemblea Nazionale Slow Food Italia, nei giorni scorsi alla Fao a Roma) - occorre costruire un movimento di agricoltori artigiani liberi di occupare i territori abbandonati e che le industrie, con le loro macchine e monocolture, non sono tecnicamente e mentalmente in grado di gestire. Occorre sviluppare questo spazio economico, tecnico, politico, nuovo che può diventare vero movimento ecologista, coinvolgendo le associazioni, i comitati anti inquinamento, verso ogni forma di coltivazione senza veleni tramite alcuni obbiettivi straordinari comuni su cui convergere unanimi”. Lo scrittore riflette come “dal momento della secca del Po è cominciata in Italia un’altra Era, nella quale non è ammesso che ogni associazione ambientalista si faccia solo i fatti suoi, ma pur continuando a farli, è moralmente necessario che tutte si impegnino a scoprire alcuni obbiettivi completamente comuni e identici per moltiplicare le forze. Poiché senza moltiplicare centinaia di migliaia di volte la presenza di persone impegnate materialmente nella natura, nella campagna, nella produzione del cibo sano e nel territorio, non è possibile una conversione ecologica, propongo di riflettere sui 12 punti per l’agricoltura artigiana come obbiettivi per arrivare a maturare motivazioni forti e approfondite di un nuovo movimento di conversione ecologica radicale”, e “per costruire un’economia e una società totalmente in sintonia con la natura, secondo quanto indicato dalla Laudato si’”, l’Enciclica di Papa Francesco sull’ecologia integrale.
Focus - “I 12 punti per l’agricoltura artigiana” di Giannozzo Pucci
1. Dicesi agricoltura artigiana l’insieme di attività non imprenditoriali di cura e manutenzione del territorio tramite piante e animali con conseguenti produzioni alimentari senza uso di pesticidi e con la massima diversità di colture.
2. La coltivazione manuale e artigiana senza pesticidi a qualsiasi titolo di un terreno è certificazione in sé che supera qualsiasi certificazione urbanistica o di altro genere e costituisce titolo per far parte di un elenco speciale artigiano, indipendentemente dal numero di ore di lavoro.
3. Dall’assenza di scopi speculativi discende che la nuova agricoltura artigiana è esente dall’obbligo di iscriversi alla Camera di Commercio e all’Iva, perché come per i secoli passati è sottoposta al regime di esenzione dall’attività commerciale non comprando, ma producendo, per vendere.
4. La cura artigiana del territorio è un servizio pubblico e come tale oggetto di attività di volontariato coperto da assicurazione a carico pubblico.
5. L’agricoltura artigiana non ha obblighi di corsi di formazione basandosi sull’apprendistato e sul volontariato.
6. All’agricoltura artigiana non sono necessarie autorizzazioni ambientali non producendo inquinamenti.
7. Tutti gli enti e uffici amministrativi con competenze agricole per quanto riguarda l’agricoltura artigiana passano dal comune.
8. L’istituzione di un “salario di contadinanza” per chi intraprende un’attività di nuova agricoltura artigiana dopo periodi congrui di apprendistato e volontariato come studenti, è una politica economica essenziale per la fertilità e l’economia del territorio.
9. Occorre formare un nuovo catasto agricolo comprendente i terreni utilizzati in agricoltura artigiana agro-ecologica che non potranno essere urbanizzati.
10. Gli artigiani agro-ecologici hanno diritto all’analfabetismo burocratico e digitale. Tutte le pratiche col pubblico saranno a carico pubblico, con funzionari itineranti, incaricati di completarle senza lavoro-ombra a carico dell’artigiano agricoltore.
11. Gli artigiani agro ecologici potranno sperimentare nuove forme di collaborazione associativa e di apprendistato coi proprietari o possessori a qualsiasi titolo dei terreni.
12. Gli immigrati con competenze manuali nei campi artigiani in generale, agricoli, edilizi ecc. potranno ricevere un permesso di soggiorno da studente per apprendere competenze ecologiche aiutando in Italia a costruire, in territori abbandonati o semi abbandonati, un’economia totalmente ecologica.
Copyright © 2000/2025
Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit
Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2025