L’agricoltura - italiana, europea e mondiale - settore fondamentale e vitale per l’umanità, oltre che per l’economia e la tenuta dei territori, vive anche di tante emergenze che, a volte, diventano difficoltà strutturali. Una, nel Belpaese ma non solo, riguarda il tema enorme e complesso del lavoro, da tanti punti di vista: disponibilità di manodopera, sicurezza, burocrazia, caporalato, costo del lavoro e così via, come emerso anche in una recente, analisi a WineNews, di Roberto Caponi, dg Confagricoltura. Ed ora, su questo fronte, arriva una novità importante a livello normativo italiano: nel decreto legge “Lavoro e Sicurezza”, approvato ieri dal Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Marina Elvira Calderone, è stato inserito il “Pacchetto Agricoltura”, promosso dal Ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, che, spiega lo stesso Ministero, è “volto a sostenere le imprese agricole virtuose e a rafforzare la rete del lavoro di qualità”.
“Lo Stato deve premiare chi rispetta le regole e investe nella sicurezza - dichiara il Ministro Lollobrigida - è un patto tra istituzioni e imprese agricole, per una crescita basata su legalità, qualità e tutela dei lavoratori. A chi rispetta le regole e mette la sicurezza al primo posto deve essere dato un riconoscimento tangibile, miriamo a dare il via ad un circuito virtuoso che renda ancora più conveniente il rispetto delle norme e garantire la sicurezza dei lavoratori”.
Tra le principali novità, la riduzione dei contributi Inail per le imprese agricole che non abbiano subito condanne o sanzioni gravi in materia di sicurezza. Si tratta di un incentivo concreto per chi opera correttamente, con l’obiettivo di ridurre gli infortuni e diffondere la cultura della prevenzione. Il decreto prevede anche una riforma della “Rete del Lavoro Agricolo di Qualità”, che introduce requisiti più rigorosi di iscrizione, inclusa la piena conformità delle imprese alle norme su salute e sicurezza. A chi aderirà a questa rete, sarà riservata una corsia preferenziale nei bandi Inail.
Infine, il decreto, spiega ancora il Ministero dell’Agricoltura, rafforza la formazione e la vigilanza in materia di sicurezza, con nuovi strumenti tecnologici, campagne informative e un potenziamento dell’Ispettorato nazionale del lavoro e del Comando Carabinieri per la tutela del lavoro.
“Vogliamo rendere la qualità del lavoro un vantaggio competitivo - aggiunge Lollobrigida - chi tutela i propri dipendenti deve avere più opportunità ed assolvere a meno burocrazia. Si tratta di un intervento organico, costruito in piena sinergia con il Ministro del Lavoro Marina Elvira Calderone, che ringrazio, per tutelare chi lavora onestamente, valorizza la qualità delle produzioni italiane e rende più sicuro e moderno il nostro sistema agricolo”.
Una novità normativa, questa, che piace alle principali organizzazioni del settore. “Il potenziamento della Rete del lavoro agricolo di qualità attraverso sistemi di premialità per le imprese che vi aderiscono risponde alle nostre richieste e rappresenta un passo importante per togliere spazi al caporalato e per la valorizzazione del lavoro della stragrande maggioranza delle aziende agricole virtuose - afferma il responsabile Lavoro Coldiretti, Romano Magrini - ora occorre completare la rete del lavoro agricolo di qualità a livello territoriale dando un ruolo centrale agli Enti bilaterali agricoli, fondamentali anche dal punto di vista della formazione per garantire la sicurezza sui luoghi di lavoro. In tale ottica serve anche investire sull’ammodernamento dei macchinari, potenziando ulteriormente il bando Isi Inail in termini di risorse, e sulla stessa formazione, facendo nascere una vera consapevolezza del rischio già a partire dalle scuole. Le imprese che assumono dipendenti in agricoltura sono oltre 185.000 ed occupano circa 1 milione di lavoratori, per oltre 120 milioni di giornate di lavoro, di cui circa 1/3 è rappresentato da occupati provenienti da altri Paesi, con rumeni, indiani, marocchini, albanesi e senegalesi in testa alla classifica delle nazionalità più presenti, secondo Coldiretti”.
Ad esprimere soddisfazione è anche la Confagricoltura, che plaude ad un provvedimento che l’organizzazione “chiedeva da tempo, al fine di ridurre le aliquote antinfortunistiche largamente sovradimensionate sia rispetto all’andamento della gestione, sia rispetto al trend degli infortuni, in sensibile miglioramento da oltre un decennio. Il tutto coerentemente con quanto già elaborato sul tema dall’Inail. Positiva anche l’introduzione di una misura premiale per le aziende virtuose che rispettano le regole e non hanno infortuni. Palazzo della Valle ha più volte evidenziato la necessità, per il settore primario, di ridurre il carico contributivo delle imprese a partire proprio dalla revisione delle aliquote Inail troppo onerose, a differenza di altri comparti produttivi. L’elevata pressione fiscale e contributiva che grava sul lavoro dipendente rappresenta una delle principali criticità del nostro Paese, creando gravi difficoltà alle aziende italiane quando sono chiamate a competere, ormai sempre più spesso, a livello internazionale. La misura approvata oggi - precisa la Confagricoltura - non diminuisce, ma, anzi, può contribuire a stimolare ulteriormente l’impegno delle imprese in tema di sicurezza. È ora auspicabile che queste misure vengano prontamente e pienamente attuate attraverso i provvedimenti necessari”. Una misura potenzialmente di grande portata per il settore, quella del “Pacchetto Agricoltura” voluto dal Ministero guidato da Lollobrigida, ed inserita nel Decreto legge “Lavoro e Sicurezza”, che arriva a pochi giorni dalla chiusura dei primi tre anni del Governo Meloni, con lo stesso Ministero che, a WineNews, ha voluto tracciare un bilancio ricordando alcune delle cose più importanti tra quelle realizzate e quelle messe in cantiere.
L’Italia ha toccato il record di 70 miliardi di euro di export agroalimentare nel 2024 (e nel vino il record con 8 miliardi di euro), con una crescita del +2% di valore aggiunto dell’agricoltura, silvicoltura e pesca, e con il reddito degli agricoltori cresciuto del 10,4%, in un’Italia che è la prima economia in Europa per valore aggiunto dell’agricoltura (44,4 miliardi di euro) superando Francia e Germania, ricorda il Ministero.
“Il Governo Meloni ha accompagnato le imprese nel raggiungere questi obiettivi con oltre 15 miliardi di euro in 3 anni per il comparto agroalimentare italiano, un record nella storia repubblicana”, sottolinea il Ministero dell’Agricoltura, che ha visto anche un incremento della sua capacità di spesa dal 57% al 79% in due anni. In un periodo in cui, lavorando sul Pnrr, le risorse di questa misura dirottate sull’agricoltura, spiega ancora il Dicastero di Via XX Settembre, sono passate da 3,6 miliardi di euro a 8,5 miliardi di euro, con ulteriori 2 miliardi di euro per i Contratti di filiera. Ma, a proposito di risorse, nei mesi scorsi, è arrivato anche il decreto “Coltiva Italia” (che avevamo approfondito qui), con una dotazione di oltre 1 miliardo di euro su varie misure (300 milioni di euro per il fondo sovranità alimentare; 300 per la zootecnia; 300 per il settore olivicolo; 150 per il ricambio generazionale; 13,5 per la ricerca; 10 per mitigare le oscillazioni di mercato, oltre a 8.417 ettari di terreno concedibili in comodato d’uso gratuito).
Ma, oltre a misure economiche, tanti sono anche i punti fermi messi su temi come qualità e trasparenza che il Ministero rivendica. Dalla “decisa azione in sede di approvazione del Regolamento europeo sulle Ig per difendere e valorizzare ulteriormente questa dimensione di eccellenza, con l’introduzione di una disciplina più stringente per la protezione del patrimonio ad Indicazione geografica e, insieme, con il rafforzamento del ruolo dei consorzi sul fronte del turismo enogastronomico”, al Ddl Agroalimentare, “attualmente all’esame parlamentare, con cui si mira a riformare il sistema sanzionatorio nel settore primario, con misure più severe per la protezione delle Dop e Igp, e sanzioni specifiche contro la contraffazione e l’uso improprio dei marchi, le frodi alimentari ed il commercio di alimenti con segni mendaci”. Ancora, ricorda il Ministero, è “prevista la proroga anche per il 2026 del regime sperimentale italiano sull’indicazione in etichetta dell’origine della materia prima per pasta, riso, pomodoro, carni suine trasformate, latte e prodotti lattiero-caseari”. Ma una forte battaglia è stata fatta, ad oggi con successo, anche nel “contrasto ai modelli di etichettatura fuorvianti per i cittadini, come il Nustriscore, che penalizzano prodotti tipici della Dieta Mediterranea”, così come forte è stata “l’opposizione agli attacchi ideologici contro il vino, e alle etichette sanitarie allarmistiche” con l’Italia che, ricorda il Ministero, “è stata la prima nazione europea a vietare il cibo sintetico”.
Intenso è stato anche il lavoro sui controlli nel settore agroalimentare, a “difesa della qualità dei prodotti italiani” e per il “contrasto al fenomeno dell’Italian Sounding, grazie a un sistema rigoroso di controlli e verifiche che è stato potenziato con la costituzione di una Cabina di Regia per i controlli amministrativi nel settore agroalimentare. Nel 2024 l’Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari (Icqrf) - ricorda il Ministero - ha svolto oltre 54.800 controlli. La maggior parte ha riguardato prodotti Dop, Igp e biologici”.
Inoltre, sono stati “rafforzati i controlli contro le pratiche commerciali sleali nei rapporti tra imprese della filiera agricola e alimentare. Contrastare le pratiche commerciali sleali significa difendere l’equità, la dignità del lavoro agricolo e la sostenibilità del sistema agroalimentare italiano. Quando chi è in una posizione di forza impone al più debole condizioni squilibrate o ingiuste, come la vendita al di sotto dei costi di produzione o il pagamento oltre i termini, viene minato il corretto funzionamento delle nostre filiere. Il Dl Agricoltura ha previsto l’estensione delle disposizioni sulle pratiche sleali anche ai mercati all’ingrosso ed è stata introdotta la definizione di costo medio di produzione calcolato da Ismea”.
Non è mancato poi l’impegno sul “sostegno all’innovazione agricola, con investimenti per incrementare la meccanizzazione del settore e l’impiego di tecnologie capaci di migliorare le capacità produttive e ridurre gli sprechi. Con oltre 23.000 imprese supportate nella produzione di energia rinnovabile, e 700 milioni di euro investiti per l’innovazione di 14.000 imprese agricole”.
Il Governo Meloni, ricorda ancora il Ministero dell’Agricoltura, “ha autorizzando la sperimentazione in campo delle Tea fino al 31 dicembre 2025 (già avviata su vite e riso, con questo ultimo che è anche stato raccolto per la prima volta) e ha stanziato 9 milioni di euro per il Crea nella Legge di Bilancio 2025”. Ma molto è stato fatto, anche in termini di comunicazione, per la valorizzazione della cucina italiana e della cultura enogastronomica. Uno dei punti focali, ovviamente, è la candidatura della cucina italiana a Patrimonio Immateriale dell’Unesco, il cui esito è atteso a fine dicembre, e che è diventata anche parte integrante delle inziative per la valorizzazione e diffusione del made in Italy che hanno accompagnato il tour dell’Amerigo Vespucci nel mondo. Ma ancora, con “la “Legge Massari” è stato istituito il prestigioso premio “Maestro dell’arte della cucina italiana”. Il riconoscimento è stato assegnato a Iginio Massari per l’arte della pasticceria, Carlotta Fabbri per l’arte della gelateria, Franco Pepe per l’arte della pizza, Carlo Petrini per l’arte della gastronomia, Piercristiano Brazzale per l’arte casearia, Maria Francesca Di Martino per l’arte olivicola, Riccardo Cotarella per l’arte vitivinicola e Massimo Bottura per l’arte della cucina”, sottolinea il Ministero, che ricorda anche la creazione del “Fondo eccellenze”: “76 milioni di euro per valorizzare chi, ogni giorno, lavora per mantenere alta la bandiera del made in Italy”.
Ma il Ministero rivendica anche i tanti interventi sul fronte del vino. Andando a ritroso, infatti, “il 4 agosto il Ministro Lollobrigida ha convocato a Palazzo Chigi il Tavolo del Vino, per rispondere alle richieste sollevate dalla filiera vitivinicola e affrontare le questioni che riguardano il settore, anche con l’intervento del Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Grazie all’azione del Governo italiano che continua a sostenere fortemente l’azione del comparto vitivinicolo - spiega il Ministero - sono state confermate, nel 2025, le risorse europee destinate alla promozione dell’agroalimentare, per complessivi 132 milioni di euro, scongiurando la penalizzazione di vino e carni rosse. Il 15 maggio è stato pubblicato il nuovo bando per la promozione dei vini sui mercati dei Paesi terzi, con una dotazione di 98 milioni di euro (qui abbiamo riportato l’esito del bando sulla quota nazionale) introducendo elementi per la semplificazione e per rispondere meglio alle esigenze del settore vitivinicolo”.
Ancora, ricorda il Ministero, è arrivato il “nuovo contrassegno prodotto dall’Istituto Poligrafico e Zecca della Stato con la bandiera tricolore, per un’immediata identificazione e riconoscibilità delle produzioni made In Italy”, ed è stato nominato anche il nuovo Comitato Vini (guidato da Michele Zanardo, ndr).
Ma l’Italia del vino ha avuto anche una grande visibilità internazionale a livello istituzionale, in questi ultimi anni: “nel centenario dell’Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino (Oiv), nel 2024 l’Italia ha ospitato la prima Conferenza Internazionale sul Vino “Wine Ministerial Meeting” dell’Oiv in Franciacorta. Al Vinitaly 2025 abbiamo avuto gli interventi del Commissario Europeo per l’Agricoltura Christophe Hansen - che aveva già partecipato ad “Agricoltura È” - e del Commissario Europeo per la Salute Olivér Várhelyi, in cui sono stati sottolineati il sostegno al settore vitivinicolo e l’importanza di evitare ogni forma di demonizzazione del vino”, ricorda il Ministero, che sottolinea anche come “con il G7 Agricoltura di Siracusa (a settembre 2024) la sovranità alimentare è stata al centro dell’agenda politica mondiale. “DiviNazione Expo” ha celebrato l’eccellenza agroalimentare italiana”. Tra le tante iniziative legate al vino, poi, da ricordare il grande sbarco dell’arte a Vinitaly, negli spazi del Ministero dell’Agricoltura, già dal 2023, con le opere di Caravaggio e Guido Reni (che abbiamo documentato in questo video), poi nel 2024 con la mostra “Vino. Tra mito e cultura”, con 34 opere dal Muvit, il Museo del Vino di Torgiano, e da altri musei (che abbiamo raccontato qui), e nel 2025 con “The Reason Wine”, una mostra interattiva con opere antiche e non solo, per raccontare le ragioni del successo del vino italiano, in sinergia con il Ministero della Cultura.
Tante piccole o grandi “pietre miliari” di un percorso, quello del Ministro Francesco Lollobrigida, alla guida istituzionale dell’agricoltura italiana, che continua in uno scenario mondiale difficilissimo e incerto, tra guerre, inflazione, dazi e non solo, con tanto lavoro davanti ancora da fare e tante sfide ancora da affrontare per uno dei settori più identitari del Belpaese, e con l’Italia tra i leader nel mondo, soprattutto quando si parla di qualità.
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