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IL PIEMONTE DEL VINO: 80% E’ DOC … MA LA REGIONE VARA NUOVE STRATEGIE DI PRODUZIONE E PROMOZIONALI

Puntare prevalentemente sulla qualità medio-alta o cercare di allargare il mercato dei prodotti medi. E’ il bivio al quale è arrivato il Piemonte vitivinicolo, un mondo di 28.500 aziende che coltiva 53.000 ettari e produce ogni anno 3 milioni di ettolitri di vino, con esportazioni pari a 1 miliardo di euro. Una ricchezza di doc e docg (80% della produzione regionale) affermate che teme però di non reggere la grande concorrenza internazionale, come è stato osservato oggi a Canelli a “Vigneto Piemonte”, incontro voluto e promosso dalla Regione Piemonte.
“Dobbiamo trovare un’identità entro breve tempo - ha spiegato Mino Taricco, assessore regionale all’agricoltura - il sistema è sano, ma ha bisogno di correttivi e di nuovo impulso, altrimenti rischiamo di perdere intere aree agricole e molte imprese chiuderanno, se i giovani non subentreranno agli anziani. E dobbiamo decidere quale scelta fare: puntare soprattutto sulla produzione d’elite significa coinvolgere l’intero settore del turismo sul target medio-alto, credo che si possa far conciliare l’esigenza di insistere sull’elite produttive ma aumentare allo stesso tempo l’offerta di vini di buona qualità a vini più contenuti, per allargare la base dei consumatori”.
“Serve una regia della promozione - ha detto ancora Taricco - perché finora è mancato il gioco di squadra ed ha prevalso una babele di strategie diverse: abbiamo così pensato ai distretti agro-industriali dei prodotti di qualità, che saranno sul tavolo della giunta regionale dopo domani”.
C’é il paradosso - sottolineato da Taricco - che grandi vini spesso non sono associati al nome del Piemonte all’estero, a cominciare da mercati importanti come quello statunitense”, perché la promozione non è stata finora efficace. E Lamberto Vallarino Gancia, presidente della storica azienda di Canelli e presidente del Comitato europeo imprese vinicole, suggerisce di seguire l’esempio di “Francia e Spagna che hanno contraddistinto intere aree geografiche vinicole con Igt (Indicazioni Geografiche Territoriali, ndr). Il vitigno deve avere un forte legame con il territorio”.
Taricco ha elencato, tra le crititicà da superare, “la dimensione troppo piccola delle cantine cooperative e lo scarso orientamento al mercato”. La stessa frammentazione delle aziende vinicole “é una ricchezza, ma può essere un limite se le imprese non hanno una strategia comune nella fase della valorizzazione e della commercializzazione del prodotto. La Regione ha recentemente destinato 6 milioni di euro al sistema delle cooperative che produrrà investimenti per 20 milioni”.

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