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IL PRESIDENTE DELLA COLDIRETTI MARINI: “AL BRENNERO PER FERMARE FURTI AD AGRICOLTURA” … DA FRONTIERE 3,5 MILIONI DI LITRI AL GIORNO DIVENTANO ITALIANI. E CONFAGRICOLTURA SUL LATTE: “SI’ ALL’ETICHETTATURA, MA NON BASTA”

“Al Brennero è cominciata la prima vera reazione a quelli che rappresentano i due furti ai quali è sottoposta giornalmente la nostra agricoltura”. Lo ha affermato il presidente della Coldiretti Sergio Marini parlando al presidio delle migliaia di allevatori per l’operazione verità a difesa del difesa del latte e dei formaggi italiani.
“Da una parte il furto di identità e di immagine che vede sfacciatamente immesso in commercio cibo proveniente da chissà quale parte del mondo come Italiano, un inganno enorme ai danni del consumatore e un modo scientifico per uccidere la nostra sana e onesta agricoltura di qualità” ha precisato Marini mentre “dall’altra parte il furto di valore aggiunto che vede sottopagati i nostri prodotti agricoli a causa di uno strapotere contrattuale da parte dei nuovi forti della filiera agroalimentare”.
“Lo avevamo detto il 30 aprile 2009 alla convention “per una filiera agricola tutta italiana”, che non avremmo più accettato queste ingiustizie” - ha continuato il presidente nel ricordare che “lanciammo in quella occasione un nostro progetto per riconquistare quel ruolo economico e sociale che ci spettava di diritto”. Ebbene - ha sostenuto - con questa mobilitazione stiamo mantenendo quell’impegno. Perché era ora di farla finita, la dignità della nostra agricoltura va difesa e la difenderemo sino in fondo usando tutti i mezzi leciti che una grande forza sociale libera e determinata come Coldiretti sa mettere in campo. Sono sicuro - ha continuato il presidente della Coldiretti - che con noi starà il 99% di cittadini e imprese, quelle oneste che comprendono che la nostra è una battaglia di civiltà e di giustizia”.
“Certo - ha affermato Marini - non gioiranno tutti coloro abituati a fare affari sulle debolezze di noi agricoltori, ma a questi mi sento di dare un consiglio: si mettano l’anima in pace, non si agitino troppo, perché a noi non piacciono nè i ricatti nè le intimidazioni, anzi … Abbiamo con noi - ha concluso Marini - la forza di quel paio di milioni di cittadini e famiglie a noi associati e della tanta altra gente stufa di essere presa in giro.

Focus - La Coldiretti: “da frontiere 3,5 milioni di litri al giorno diventano italiani”
Dalle frontiere italiane passano ogni giorno 3,5 milioni di litri di latte sterile, semilavorati e polveri di caseina per essere imbustati o trasformati industrialmente e diventare magicamente mozzarelle, formaggi o latte italiani, all’insaputa dei consumatori. Lo ha denunciato il presidente della Coldiretti Sergio Marini al valico del Brennero, scelto per la mobilitazione a difesa del latte e dei formaggi veramente italiani con la partecipazione di migliaia di allevatori provenienti da tutte le regioni italiane, dove si sono verificati blitz in numerosi punti strategici. Le migliaia di allevatori giunti da Veneto, Friuli, Lombardia, Piemonte, Emilia, Toscana, Umbria, Marche, Puglia e Campania, ma sono attesi anche da Ragusa in Sicilia, sono impegnati nel presidio in frontiera con l’obiettivo di sapere “cosa arriva e dove va a finire”.
Tre cartoni di latte a lunga conservazione su quattro venduti in Italia sono stranieri mentre la metà delle mozzarelle in vendita sono fatte con latte o addirittura cagliate provenienti dall’estero ma nessuno lo sa perché non è obbligatorio indicarlo in etichetta, denunciano gli allevatori della Coldiretti che hanno scoperto numerosi carichi di prodotti agricoli, dalla carne al latte, pronti per essere “nazionalizzati”. In Italia secondo i dati snocciolati dal presidente della Coldiretti Sergio Marini alla frontiera “in un anno sono arrivati ben 1,3 miliardi di litri di latte sterile, 86 milioni di chili di cagliate e 130 milioni di chili di polvere di latte di cui circa 15 milioni di chili di caseina utilizzati in latticini e formaggi all’insaputa dei consumatori e a danno degli allevatori”.
A rischio - sostiene la Coldiretti - ci sono 43.000 stalle, quasi 200.000 occupati e oltre 22 miliardi di euro di valore generato dalla filiera nel settore lattiero caseario che rappresenta la voce più importante dell’agroalimentare italiano. La situazione è destinata ad aggravarsi poiché dal 1 gennaio 2009 - denuncia la Coldiretti - può essere incorporato fino al 10 per cento di caseina e caseinati nel formaggio, al posto del latte, secondo quanto previsto dal regolamento (CE) n. 760/2008 del 31 luglio 2008.
“Il formaggio si fa con il latte e non con le polveri” gridano gli allevatori. Una situazione che - secondo la Coldiretti - danneggia allevatori e consumatori e contribuisce alla mancanza di trasparenza all’interno della filiera dove si lascia spazio alle speculazioni. La situazione di crisi delle stalle è comune in molti Paesi Europei ma l’Italia - sostiene la Coldiretti - tra i grandi Paesi produttori (Germania, Francia e Spagna) è l’unico dove la Commissione Europea ha rilevato un aumento dei prezzi al consumo per latte e formaggi, secondo i dati a febbraio 2009.
Nel nostro Paese - precisa Marini - il latte viene pagato in media agli allevatori italiani 0,31 euro al litro mentre sugli scaffali arriva a 1,35 con un ricarico del 350% dalla stalla allo scaffale. Oggi il latte agli allevatori italiani viene pagato meno di venti anni fa. Noi - sostiene Marini - non chiediamo risorse aggiuntive allo Stato ma semplici regole di buon senso per dare la possibilità ai consumatori di fare scelte di acquisto consapevoli e agli allevatori di distinguere il vero prodotto made in Italy dal falso.
Tra gli obiettivi della mobilitazione presentati dal Presidente della Coldiretti Sergio Marini al Ministro delle Politiche Agricole Luca Zaia che è intervenuto alla manifestazione, ci sono:
- rendere obbligatoria l’indicazione in etichetta dell’origine territoriale del latte a lunga conservazione e di quello impiegato per le produzioni casearie. - rendere obbligatoria l’indicazione nell’etichetta dei formaggi, come le mozzarelle e i latticini, delle sostanze diverse dal latte quali le cagliate prelavorate utilizzate come ingredienti nonché la loro origine territoriale. - vietare l’uso di caseine, caseinati e proteine concentrate del latte nella fabbricazione dei formaggi. - rendere pubblici i dati relativi alle ditte di destinazione delle importazioni di latte dall’estero attraverso internet. - creare le condizioni affinché si utilizzino prodotti locali da parte delle mense scolastiche, degli ospedali e, in generale, della ristorazione collettiva pubblica. - distinguere sugli scaffali della grande distribuzione i prodotti veramente italiani da quelli ottenuti da materie prime importate.

La posizione Confagricoltura sul latte: “si’ all’etichettatura, ma non basta”
“Gli indicatori economici del comparto lattiero caseario e lo stato di agitazione che investe l’intera Europa segnano una crisi dalle caratteristiche strutturali che non può essere affrontata con le rituali attenzioni d’emergenza”. E’ il commento di Confagricoltura “agli ulteriori elementi negativi che giungono dai partner comunitari”.
“La sopravvivenza dell’allevamento da latte nella Ue, in presenza di una produzione in calo e di un andamento di mercato che non consente di coprire i costi di produzione, appare sempre più dipendente da interventi in grado di incidere sia sul piano contrattuale, sia sulla programmazione produttiva”.
“L’avvio del superamento, a livello europeo, del quadro legislativo che controlla i volumi produttivi ed il contestuale abbandono delle misure che negli anni avevano consentito di attenuare gli effetti di situazioni di crisi dei nostri prodotti di punta, non hanno generato gli attesi miglioramenti , anzi ne hanno accentuato le criticità”.
In questo contesto l’adozione di un corretto sistema di etichettatura arricchirà il nostro modello produttivo di ulteriori certezze e rassicurazioni sul piano della tracciabilità e dei controlli sanitari, ma andrà accompagnato da interventi utili a creare liquidità alle imprese. Confagricoltura sottolinea che “è necessario infondere fiducia alle aziende, aiutandole a migliorare le condizioni di competitività ed a superare questo difficile momento”.

Focus - Il mercato italiano del latte in cifre
Numero vacche, 1.839.000
Numero aziende di produzione latte, 43.861
- montagna, 20.835
- zone svantaggiate, 3.809
Produzione totale di latte bovino, 111.054.000 quintali
Caseifici e centrali del latte, 1.516
Cooperative, 637
Centri di raccolta, 82
Fonte: elaborazioni Coldiretti

Focus - il settore lattiero occupa circa 178.800 addetti
Occupati totali 178.800 di cui:
- negli allevamenti da latte bovino, 129.000
- nell’industria lattiero-casearia, 27.800
- nei servizi e commercializzazione, 22.000
Fonte: elaborazioni Coldiretti

Focus - Le importazioni di latte e derivati in italia
- Latte liquido sfuso in cisterna e confezionato - 21,3 miliardi di chili (tra cui 13 miliardi di chili di latte sterile)
- Formaggi - 4 miliardi di chili (tra cui sono comprese 86 milioni di chili di cagliate)
- Polveri di latte (tra le quali caseinati/concentrati proteici per 15 milioni di chili) - 130 milioni di chili
Fonte: elaborazioni Coldiretti

Focus - I consumi nazionali procapite di latte e caseari (kg)
Latte fresco - 20 kg Latte Uht - 26 kg Yogurt - 8,7 kg Burro- 2,2 kg Formaggi - 24 kg Fonte: elaborazioni Coldiretti

Focus - Prezzo medio annuo del latte alla stalla
(Riferimento: Regione Lombardia)
Anno, Prezzo (centesimi al litro)
1996 - 39,22
1997 - 36,20
1998 - 33,54
1999 - 33,13
2000 - 33,87
2001 - 36,65
2002 - 35,13
2003 - 33,96
2004 - 33,83
2005 - 33,76
2006 - 32,07
2007 - 34,45
2008 - 39,48
2009 - da 27 a 32 cent/kg
Fonte: elaborazioni Coldiretti

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