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I “PREMI SPECIALI”

Il miglior olio italiano? Nasce in Abruzzo: il Regina Dop Aprutino Pescarese di De Juliis

Così la guida “Oli d’Italia” 2024 by Gambero Rosso. “Frantoio dell’anno” è Marsicani, in Campania. Trionfa il Sud e la qualità spinge l’oleoturismo

Nasce in Abruzzo ed è una delle prime denominazioni dell’olio extravergine ad esser stata registrata in Italia: è il Regina Dop Aprutino Pescarese prodotto da De Juliis, a Pianella, il “Miglior olio Dop” d’Italia, tra i “Premi Speciali” della guida “Oli d’Italia” 2024 del Gambero Rosso. Per la quale, il “Miglior olio Igp” è il Tenuta Vasadonna Igp Sicilia Nocellara Messinese Bio della Fattoria Sant’Anastasia, eccellente esempio di Nocellara Messinese, e si resta in Sicilia anche per l’“Azienda dell’anno”, la Miceli & Sensat di Monreale, all’avanguardia e con un oliveto di 115 ettari, 100 dei quali dedicati ai grani antichi. Si trovano, invece, in Campania il “Frantoio dell’anno” di Nicolangelo Marsicani a Morigerati, ma il cui raggio d’azione va ben oltre i confini regionali, e nel Lazio l’“Olivicoltore dell’anno”, Alfredo Cetrone, che, a Sonnino, custodisce 20.000 piante di varietà itrana. Si rimane al Sud, anche per il “Consorzio dell’anno”, quello dell’Olio Evo Dop Lametia della Calabria, e per la “Cooperativa dell’anno”, gli Olivicoltori di Oliena della Sardegna; Ma ci sono anche i riconoscimenti “Olio & Vino”, a Fonterutoli, la storica Tenuta dei Marchesi Mazzei a Castellina in Chianti, dove, oltre al vino, si produce l’eccellente extravergine Dop Chianti Classico, e “Olio & Turismo”, con l’oleoturismo che è in crescita e premia la Masseria Pezze Galere a Fasano, in Puglia, della famiglia Semeraro, che coniuga ospitalità contemporanea e ulivi secolari, e la Fop a Guardistallo nelle colline pisane, in Toscana, dove la famiglia Fop preserva la produzione di extravergine in un antico monastero.
Tra le diverse tipologie di extravergine italiano, il “Miglior biologico” è l’Affiorante Monocultivar Moraiolo Bio di Marfuga di Campello sul Clitunno, in Umbira, una delle migliori espressioni della varietà Moraiolo. Il “Miglior blend” è la selezione di Le Ferre di Castellaneta, intreccio di note vegetali, frutta secca, erbacee e leguminose, e il “Miglior monocultivar” è il Monocultivar Coratina di Intini di Alberobello, una delle migliori espressioni della varietà Coratina, ed entrambi made in Puglia. Sono toscani, invece, il “Miglior fruttato leggero” è il Dop Terra di Siena Podere Ricavo di Buoni o Del Buono di Cetona, in Toscana, e il “Miglior fruttato medio” è il Riflessi Monocultivar Maurino di Fonte di Foiano di Castagneto Carducci (LI), mentre si produce in Abruzzo il “Miglior fruttato intenso”, il Crognale Monocultivar Crognalegno di Trappeto di Caprafico di Casoli. Il premio per il “Miglior rapporto qualità/prezzo” va, quindi, al Gran Pregio Monocultivar Coratina Bio di Maria Caputo, che lo produce a Molfetta, in Puglia. La “Novità dell’anno”? I Fratelli Carbone di Tricarico, in Basilicata, che hanno scelto di portare avanti la tradizione di famiglia iniziata alla fine dell’Ottocento, a partire proprio dall’extravergine.
Prodotto principe ed elemento cardine della Dieta Mediterranea, l’olio extravergine di oliva non è soltanto un condimento riconosciuto per i suoi numerosi effetti benefici sulla salute, ma rappresenta un vero e proprio patrimonio culturale e gastronomico, simbolo della tradizione e della maestria artigianale italiana. All’edizione n. 14, con il sostegno di Banca Monte dei Paschi di Siena, “Oli d’Italia” 2024 - con 389 aziende produttrici per 679 etichette di extravergine valutate e inserite in guida curata da Stefano Polacchi, di cui 191 “Tre Foglie” e 34 “Stelle”, che hanno ottenuto il massimo punteggio per dieci anni, risultato di un lungo percorso di ricerca, selezione e valutazione per individuare il gusto più sublime, ma anche riconoscere un maggiore impegno verso la sostenibilità, in un’economia globale che si fa concorrenza sul fronte dei prezzi più bassi - traccia una mappa che vuole celebrare la ricchezza e la diversità delle varietà di olive e di oli presenti nel nostro Paese, evidenziando le peculiarità di ogni regione, con l’esclusione solo di Valle d’Aosta e Friuli-Venezia Giulia, e valorizzando le storie dei produttori che portano avanti con passione e dedizione la tradizione millenaria della produzione olearia: dalla rinomata Taggiasca ligure, alla robusta Leccino, passando per la Frantoio e la vigorosa Carboncella fino alla Ogliarola, tipica della zona barese, garganica e salentina.

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