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IL PREZZO DEL VINO “QUOTIDIANO” DESTINATO A SALIRE DEL 20% PER IL RINCARO DELLE UVE. E IL MERCATO, SOPRATTUTTO QUELLO ITALIANO COME REAGIRÀ? A WINENEWS LE RIFLESSIONI DI MICHELE RADAELLI, AD CASA VINICOLA CALDIROLA

Italia
Michele Radaelli, ad della casa vinicola Caldirola

Che la vendemmia 2011 si chiuderà con un deciso calo in quantità è ormai una certezza. Come lo è, con qualche differenza tra zona e zona, il conseguente aumento del prezzo della materia prima, l’uva. Che se fa la gioia dei viticoltori, non desta unanime entusiasmo tra i produttori di vino. Soprattutto per chi sviluppa gran parte del suo fatturato in Italia, che non sembra pronta a “digerire” un aumento dei prezzi del vino dovuto al rincaro delle uve, che chi produce vini di prezzo e di largo consumo non ha grandi margini per assorbire, se non trasferendoli ai clienti. Lo scrive a WineNews Michele Radaelli, ad casa vinicola Caldirola, 47,5 milioni di bottiglie vendute e 52 milioni di euro di fatturato nel 2010 (il 75% in Italia), per il 65% nella gdo. Per Radaelli, il calo della produzione di uva “è arrivato, in certi casi, al -60% sul 2010, e l’assottigliarsi delle giacenze, complici anche le forti esportazioni degli ultimi anni, ci costringe a ridurre la produzione e ad approvvigionarci vini più costosi o all’estero, scontando gli aumenti che i produttori locali, per esempio in Spagna e Grecia, hanno applicato. Con un inevitabile aumento dei prezzi, che colpirà soprattutto il vino di “largo consumo”, commercializzato nella maggior parte in gdo. Dopo due anni di prezzi contenuti, grazie all’abbondanza di materia prima, sarà una vera e propria doccia fredda. Un aumento dei prezzi che, per il vino di consumo quotidiano, prevediamo almeno del +20%. Uno scossone notevole, se pensiamo che solo tre anni fa era possibile promuovere le vendite con sconti reali del 30%. Una instabilità che non accontenta nè i buyer, nè i consumatori”. I produttori di fascia alta, per Radaelli, non avranno problemi a ritoccare al rialzo i prezzi a due cifre delle loro bottiglie, ritenendo di creare valore per il mercato. “La situazione è più delicata e complessa, soprattutto per chi, come noi, si rivolge a un’ampia fascia di consumatori e sostiene in larga misura il buon andamento del comparto nella gdo”. La risposta? Come sempre, inesorabilmente, al mercato.

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