“Ogni anno perdiamo ettari di vigneto per virus e malattie portati dai portainnesti (è la base selvatica della vite sulla quale viene poi innestata la varietà europea, che è quella che poi dà il frutto, ndr). Dunque, non commettiamo un errore, sicuramente, se coltiviamo dei portainnesti Ogm, in grado cioè di resistere alle calamità che colpiscono la vite in tutto il mondo”. Lo ha detto a Winenews il professor Mario Fregoni, ordinario di viticoltura all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza ed uno dei massimi uomini di scienza della vite e del vino in Italia e nel mondo. Il professor Fregoni ha poi aggiunto che “la politica sta frenando questo processo scientifico in viticoltura”. “I portainnesti - ha spiegato il professor Fregoni - non influenzano infatti le caratteristiche qualitative dell’uva e del vino e non provocano problemi o rischi per la salute. Come ricercatore, ho quindi il dovere di mettere a disposizione questi portainnesti. Sono certo che, almeno per la viticoltura, entro qualche anno, cambieremo le opinioni in tema di Ogm”. “La scienza sta già preparando - ha continuato Fregoni - portainnesti resistenti al virus e tra 1-2 anni saranno pronti. Bisogna adesso che ci consentano di utilizzarli (oggi, in Italia, c’è la legge che vieta di usare qualsiasi Ogm, ndr)”. “E’ invece ancora difficile pensare - ha concluso l’ordinario di viticoltura all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza - alla creazione di varietà di uva resistenti alle malattie. Ma, ripeto, per dare le migliori soluzioni alla viticoltura, abbiamo il dovere invece di coltivare in Italia i portainnesti Ogm”.
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