“Il progetto di Collis Wine Group lavora da anni con l’obiettivo di valorizzare il territorio, fondamentale nella sua tipicità, e, ovviamente nelle sue diversità, un patrimonio su cui puntare, proprio con “Valorizzare le diversità nel settore vitivinicolo”, lo studio voluto e finanziato dall’Unar - Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali del Dipartimento pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri insieme alle 5 aziende del Gruppo, sulle discriminazioni di genere, età, etnia, cultura in vigna e in cantina”. A raccontare il progetto, che mette al centro l’individuo ed il rispetto della mano d’opera è il responsabile, Stefano Marabotto, segretario generale di Confapi Treviso, che ricorda come “nel prodotto vino ci siano i sentimenti di chi ci lavora e, di conseguenza, il nostro progetto non va solo a rilevare le caratteristiche delle aziende di Collis Wine, ma mettono anche l’individuo al centro, e se è vero che un prodotto si differenzia in virtù della tipicità e della territorialità, secondo noi è importante anche sottolineare l’elemento umano”.
La ricerca più recente condotta dall’Unar rivela che da gennaio a ottobre 2012 sono arrivare 1.022 denunce di soprusi e discriminazioni. Di queste, il 35% riguarda il mondo del lavoro, con particolare criticità nella fase di ingresso all’occupazione (75,5%). In questo scenario, il progetto “Valorizzare le diversità nel settore vinicolo” mira ad analizzare le presenza di ogni forma discriminatoria nel settore vitivinicolo, raccogliendo le testimonianze di 350 tra dipendenti e stagionali impiegati in tutto il ciclo produttivo. “Secondo le nostre prime conclusioni - continua Marabotto - riteniamo che non ci siano discriminazioni nelle aziende di Collis Wine Group. Ma questo non vuol dire abbassare la guardia, bisogna sempre vigilare, e formare la dirigenza in modo che, eventualmente, sappiano riconoscere eventuali discriminazioni e ridurle al minimo, perché le aziende crescono per il benessere organizzativo, a sua volta legato alla formazione di una classe dirigente preparata, formata e consapevole che la differenza la fanno le persone”. In senso pratico, le differenze “si superano con continui investimenti nell’organizzazione, e trovando metodi oggettivi - conclude Marabotto - di individuazione dei risultati raggiunti e dei modi in cui premiarli, mettendo in comune le esperienze delle diverse aziende del Gruppo”.
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