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IL PROSECCO? CON UN RITMO DI CRESCITA DI 50 MILIONI DI BOTTIGLIE E DEL 6% DI DOMANDA L’ANNO, È LA PRIMA DOC IN ITALIA IN VOLUME E VALORE. MA AD AUMENTARE E’ ANCHE LA CONTRAFFAZIONE TANTO CHE DAL 2012 TUTTE LE BOTTIGLIE AVRANNO CONTRASSEGNO DI STATO

Il fenomeno Prosecco? Una questione di numeri. Da record: con 1.500.000 ettolitri e circa 200 milioni di bottiglie della vendemmia 2011, è la prima Doc in Italia per volume e valore, con un ritmo di crescita che viaggia a 50 milioni di bottiglie prodotte in più all’anno, se si guarda ai 1.162.000 ettolitri prodotti di Prosecco Doc per un totale di circa 155 milioni di bottiglie immesse nel mercato nel 2010. E, soprattutto, con un aumento medio della domanda del 6% all’anno, con la produzione destinata per il 40% ai consumi interni e per il 60% all’export, con destinazione Usa e Canada, Giappone, Russia, Paesi Baltici, Austria, Germania e Regno Unito. A tracciare lo stato dell’arte di una delle più importanti Doc nazionali, è il Consorzio di Tutela della Doc Prosecco. Purtroppo però, come sempre più spesso accade, ad aumentare non è solo il successo, ma anche il rischio contraffazione, tanto che dal 1 gennaio 2012 su tutte le bottiglie di Prosecco Doc dovrà essere apposto un Contrassegno di Stato, fornito dall’Istituto Poligrafico Zecca dello Stato per garantire l’origine del prodotto.

“Con 1.500.000 di ettolitri e circa 200 milioni di bottiglie della vendemmia 2011 - spiega il presidente del Consorzio Fulvio Brunetta - la denominazione rappresentata dal nostro Consorzio si attesta a tutti gli effetti la prima in Italia sia in termini di volume che in termini di valore complessivo. Un patrimonio che va assolutamente tutelato sia a garanzia del mondo produttivo, sia a favore dei consumatori che costituiscono la chiave del nostro successo”.

“Nel 2010 - osserva Brunetta - sono stati prodotti 1.162.000 ettolitri di Prosecco Doc per un totale di circa 155 milioni di bottiglie immesse nel mercato. La tendenza quindi, delineata anche per gli anni a venire, è di un incremento della produzione pari a 50 milioni di bottiglie l’anno. Si tenga inoltre presente - prosegue Brunetta - che vi è un aumento medio della domanda di Prosecco che si è attestato su circa il 6% annuo e che, complessivamente, la produzione è destinata per il 40% al consumo interno, mentre il restante 60% va all’export. Destinazioni principali risultano essere Usa e Canada, Giappone, Russia, Paesi Baltici, Austria, Germania e Regno Unito. Si tratta di numeri rilevanti - conclude Brunetta - che avvalorano l’importanza delle iniziative promosse dal nostro Consorzio al fine di contrastare la contraffazione che tanto danno reca al nostro settore così come all’intero sistema del made in Italy”.

Purtroppo, infatti, nel rovescio della medaglia di un successo come quello del Prosecco, c’è sempre, in agguato, il problema della crescita del rischio contraffazione. Tanto che dal 1 gennaio 2012, su tutte le bottiglie di Prosecco Doc dovrà essere apposto un Contrassegno di Stato, sistema di sicurezza dell’Istituto Poligrafico Zecca dello Stato. Oltre a ciò, Prosecco e Champagne sono al centro di un programma di attività di repressione delle frodi tra le forze di polizia di Interpol e Europol, che vede coinvolti i rispettivi Consorzi e l’Ispettorato Generale del Corpo Forestale dello Stato. Una, necessità, quella di guardare con particolare attenzione ai fenomeni che si registrano al di fuori del contesto europeo, secondo Laura Marisa La Torre, direttore generale del’Icqrf, perché se non adeguatamente affrontati, potrebbero minare seriamente il successo delle nostre produzioni nel mondo.

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