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IL PROSECCO CONQUISTA GLI AMERICANI: INTERESSE CRESCENTE PER LE "BOLLICINE" DI VALDOBBIADENE

Italia
Una bella immagine di vigneti di Prosecco

Gli americani sono da sempre noti per la loro passione per le bollicine. Ma negli ultimi tempi pare che da Coca Cola e simili siano passati a ben altri bridisi: gli spumanti italiani vanno per la maggiore negli Stati Uniti, ed in particolare il Prosecco di Valdobbiadene, che risulta essere lo spumante con i ritmi di crescita più vertiginosi. Il Valdobbiadene, rispetto all’offerta di bollicine italiane, si sta ritagliando un’interessante nicchia di mercato perché in grado di proporre qualcosa di veramente originale in termini di gusto e piacevolezza. Al contrario del metodo classico, che riscontra maggiori difficoltà a causa della sua “vicinanza” con lo Champagne, di cui ricalca la tipologia. Lo sceglie una platea di consumatori attenti alla qualità e con elevato status economico: una bottiglia di Prosecco di Valdobbiadene viene infatti venduta negli Stati Uniti a partire dai 12 dollari fino ai 35 dollari del Cartizze in enoteca, ed al ristorante dai 40 dollari per il Prosecco fino ai 75 del Cartizze. Il successo dunque si realizza nonostante i prezzi assolutamente non competitivi: negli Usa la fascia bassa delle “bollicine” viene coperta dagli spumanti californiani, che arrivano al pubblico intorno ai 6 dollari a bottiglia. "In generale, a distanza di cinque mesi dall’11 settembre, si riscontra - spiega Gianluca Bisol, da poco tornato da un tour di presentazione in città come Las Vegas, San Francisco, Los Angeles, San Diego, Newport, Miami, Palm Beach: 18 giorni nei quali ha incontrato oltre 80 ristoratori ed enoteche - una generale ripresa del lavoro da parte di ristoratori ed enotecari, anche se non si raggiungono i livelli del corrispondente periodo degli anni precedenti. Secondo gli addetti ai lavori in questa fase il consumatore americano è meno disponibile a pagare cifre elevatissime per vini blasonati, e guarda invece con maggior interesse al rapporto qualità/prezzo.

Eleonora Ciolfi

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