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MARCA BY BOLOGNAFIERE

Il ruolo della distribuzione moderna, argine ai rincari e volano per la crescita

“L’Italia di oggi e di domani: il ruolo sociale ed economico della distribuzione moderna”, l’analisi firmata The European House - Ambrosetti
BOLOGNAFIERE, DISTRIBUZIONEMODERNA, MARCA, MARCA DEL DISTRIBUTORE, Non Solo Vino, Non Solo Vino
Il ruolo della marca del distributore

La distribuzione moderna, anello chiave di una filiera lunga e articolata, dà un contributo complessivo - tra diretto e indiretto - alla crescita del Paese di oltre 52 miliardi di euro, è un presidio diffuso capillarmente in ogni parte del Paese e in modo più omogeneo di qualsiasi altra filiera, e consente di garantire alle persone prossimità, servizio ma anche un ruolo di vicinanza attiva con le comunità locali. Rilevante anche il sostegno all’occupazione, in particolare femminile, giovanile ed a tempo indeterminato, con 440.000 occupati diretti, che diventano 3,3 milioni se si considerano le filiere attivate, pari al 20% degli occupati totali in Italia. Ecco i numeri da cui prende l’abbrivio “L’Italia di oggi e di domani: il ruolo sociale ed economico della distribuzione moderna”, l’analisi sul settore realizzata da The European House - Ambrosetti per l’Associazione Distribuzione Moderna, presentata a Marca n. 19 by BolognaFiere, con gli interventi del Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste Francesco Lollobrigida, il Presidente della Regione Emilia Romagna, Stefano Bonaccini e il Viceministro delle Imprese e del Made in Italy Valentino Valentini.

Tra i dati più importanti, l’intervento del settore distributivo sui consumi nel 2022. Un dato su tutti: in un contesto inflattivo che non si vedeva da decenni le aziende della distribuzione moderna hanno offerto un argine ai rincari, assorbendo una parte dell’aumento dei prezzi dei beni alimentari stimabile in un risparmio fino a 77,4 euro al mese a famiglia, pari ad un valore annuo di 3,9 miliardi di euro. La distribuzione moderna si conferma, inoltre, un volano per la crescita di tutta la filiera agroalimentare e delle piccole e medie imprese, un contributo reso possibile dal progressivo apprezzamento da parte dei consumatori della marca del distributore, attraverso la quale cresce tutta la filiera di fornitura e che incide attualmente per il 60% circa nell’incremento del fatturato dell’industria alimentare a livello nazionale. Crescita che si prevede confermata nelle chiusure 2022: 7 imprese della marca del distributore partner su 10 stimano un incremento del giro d’affari.

Un contributo rilevante che la distribuzione moderna continua tutt’ora a svolgere insieme a tutte le imprese del largo consumo, ma che necessita anche di un’azione del Governo a sostegno della domanda e della filiera, come ha evidenziato il presidente di Associazione Distribuzione Moderna, Marco Pedroni: “la distribuzione moderna ha dimostrato di essere un comparto importante per l’economia del Paese, un attore dinamico della filiera agroalimentare che contribuisce alla crescita del settore e delle molte piccole e medie imprese, che costituiscono l’ossatura portante del made in Italy e che hanno trovato nei lunghi rapporti di fornitura con le aziende distributive una base di stabilità commerciale e uno stimolo all’innovazione di prodotto. Il tessuto produttivo italiano ha in più occasioni dato prova di grande versatilità e capacità di innovarsi, ma è necessario che le istituzioni lo sostengano tutelando il know how nazionale e l’impegno degli imprenditori in una produzione di alta qualità, etica e sostenibile. Perché il Paese possa continuare a crescere, in un contesto di elevata inflazione, è necessaria anche un’azione di sostegno ai consumi interni che valgono il 60% del Prodotto Interno Lordo”.

“Il Governo - ha commentato il Ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida - sarà sempre attento verso un mondo che dà lavoro, crea ricchezza e garantisce una filiera che fa emergere una delle potenzialità della nostra Nazione: la qualità. Un comparto, quello della distribuzione moderna, che durante la pandemia non si è mai fermato e ha garantito l’approvvigionamento di cibo. Bisogna fare sintesi tra le eccellenze, le diversità di produzione e la convenienza economica per gli acquisti delle famiglie, perché questo può essere il vero valore aggiunto per l’Italia. Il contesto economico e sociale che viviamo dimostra come il sistema della filiera lunga non garantisce serenità negli approvvigionamenti. In Europa dobbiamo immaginare una strategia diversa: non puntando, però, su di un modello produttivo autosufficiente bensì indipendente. Solo in questo modo potremo evitare che la mancanza di materie prime, causata da chi decide di chiudere un rubinetto, metta in ginocchio produzioni di qualità”. “Ritengo essenziale il ruolo svolto dalla marca del distributore - ha aggiunto il Viceministro delle Imprese e del Made in Italy, Valentino Valentini - per la tutela del potere di acquisto delle famiglie e la tenuta sia delle imprese della distribuzione che dei partner della marca del distributore, soprattutto imprese piccole e medie. Intendo compiere ogni sforzo affinché il made in Italy sia sempre più presente nella gamma dei prodotti, sia in Italia che all’estero, perché sinonimo di eccellenza e qualità, rappresentando un vero e proprio vantaggio competitivo.

“La Marca - chiosa Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia Romagna - rappresenta un segmento fondamentale della distribuzione e ha assunto un ruolo ancora più importante in un periodo storico così difficile, in cui corriamo il rischio di una crescita zero con un conseguente calo del potere di acquisto delle famiglie e dei cittadini. Sostenibilità, qualità e internazionalizzazione sono gli assi portanti lungo cui sviluppare ulteriormente questo settore e la Regione Emilia-Romagna è pronta a collaborare in questa direzione, anche mettendo a disposizione il Tecnopolo di Bologna, che ospita il quarto supercomputer più veloce al mondo”. “Marca by BolognaFiere - ha commentato Gianpiero Calzolari, presidente Bologna Fiere - è un evento che ha ormai acquisito un’importanza significativa, è il primo e più strategico appuntamento dove gli operatori si incontrano per pianificare il programma di lavoro dell’anno appena iniziato. Parliamo di un settore sul quale c’è un’attenzione particolare e che si trova all’interno di una congiuntura difficile: anche per questo siamo particolarmente orgogliosi di mettere a disposizione una sede autorevole per favorire l’incrocio tra domanda e offerta. Nonostante il momento di difficoltà, abbiamo trovato conferma della grande volontà degli imprenditori di presentarsi e di mettere a disposizione prodotti innovativi e risultati delle ricerche nella nostra manifestazione”.


Focus - Il futuro del settore secondo The European House - Ambrosetti

Il Position Paper volge l’attenzione anche al futuro del settore e individua 9 direttrici di cambiamento su cui la distribuzione moderna dovrà orientarsi da qui al 2030: dalle evoluzioni socio-demografiche alla polarizzazione della ricchezza, dalla territorialità alla concentrazione del mercato, dall’offerta di servizi inediti alla omnicanalità, dall’attenzione alla sostenibilità alla inclusività e attrattività, nell’ottica di favorire partnership ed alleanze. Il Paper analizza in modo particolare il futuro del settore agroalimentare rispetto a un mercato interno che vede un progressivo invecchiamento della popolazione italiana compensato principalmente dagli stranieri, un elevato tasso di disoccupazione giovanile (29,7%) e la più elevata percentuale a livello europeo di giovani NEET - che non studiano e non lavorano (23,1%).

Alla luce di questi cambiamenti dello scenario di riferimento, il Paper disegna il futuro della distribuzione moderna che ruota intorno ad una serie di direttrici:

Rimodulazione di un’offerta integrata di prodotti e servizi in grado di rispondere a nuovi bisogni dei consumatori riassumibili in 4 macro categorie: Food experience (prodotti rich in, free from e ad alto contenuto di servizio); Benessere e wellness (servizi parasanitari, nutraceutica); Tempo libero e famiglia (animali, viaggi); Servizi (telefonia, pagamento bollette). Il percorso di evoluzione è già in atto, coinvolge ad oggi oltre 500 punti vendita in cui sono stati aperti parafarmacie, ottici, bar, benzinai, pet store, profumerie.

La sostenibilità come denominatore comune nell’introduzione di nuovi prodotti alimentari e nella revisione di quelli già presenti a scaffale. Il tema è molto sentito dal 62% degli italiani e viene spesso unito alla richiesta di origine nazionale e sicurezza alimentare delle referenze. Un impegno delle insegne che trova un riscontro anche nel percepito dei clienti verso la marca del distributore: il 55% la considera attenta ai temi legati all’ambiente e alla sostenibilità e il 50% la ritiene attenta ai temi etici e sociali.

Crescita della quota di marca del distributore. In questo contesto anche la marca del distributore evolverà verso le nuove esigenze dei consumatori: sarà più focalizzata sui prodotti premium, più sostenibile, allargherà l’offerta e sarà ancora più attenta alla valorizzazione dei prodotti locali. Nel percepito del 72% dei consumatori la marca del distributore alimentare risponde all’esigenza di conciliare qualità e prezzo e per il 67% permette l’acquisto di prodotti bio a un prezzo contenuto. Dà anche un grande contributo alla distribuzione su tutto il territorio nazionale dei prodotti certificati del made in Italy: in media ciascuna insegna propone 125 referenze DOP e IGP a Marca del Distributore.

Omnicanalità e digitalizzazione. L’uso della rete per fare acquisti sta entrando nelle abitudini anche degli italiani (il 74% usa la connessione a questo scopo), perciò gli spazi online e off line della Distribuzione sono destinati a diventare rapidamente un ecosistema unico e omnicanale. Le aziende della distribuzione moderna si confronteranno quindi con un ripensamento della propria offerta di servizi nei due spazi, integrando le piattaforme e-commerce come strumento di relazione e di fidelizzazione dei clienti.

Cambierà anche l’approccio verso il mondo del lavoro, puntando all’incremento di nuove competenze qualificate. La compenetrazione tra fisico e digitale comporta infatti un aggiornamento dei sistemi logistici, delle attività di marketing e della distribuzione stessa dei prodotti che richiederà l’introduzione di nuove figure professionali, come il data analyst e il visual merchandiser. Compito della distribuzione moderna sarà far vivere e raccontare “il bello di lavorare nel retail”.

Per ampliare i servizi offerti la distribuzione moderna dovrà, inoltre, allacciare nuove partnership intra e inter settoriali con tutta la filiera agroalimentare, ma anche con altre filiere, come quella farmaceutica o della cura degli animali, centri medici, agenzie viaggi ...

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