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IL SECOLO XIX

Brunello star ... ma piace il rosso prêt-à-porter ... A Montalcino i voti alla vendemmia ... Oggi nel borgo toscano presentano le nuove annate in vendita. Ma per chi vuole spendere meno ci sono le “seconde linee” ... Annate “stellari”. Giudizi lusinghieri dalle più influenti guide straniere. E personaggi del jet set internazionale che fanno a gara per conquistare un podere e prodursi il loro Brunello. La tempesta di “brunellopoli”, scoppiata tre anni fa quando la magistratura inquisì alcune aziende sospettate di aver “corretto” il Sangiovese con Cabernet o Merlot, sembra archiviata. E oggi a Montalcino, dove con “Benvenuto Brunello” verrà assegnato il rating da una a cinque stelle alla vendemmia 2011 e dove saranno presentate le nuove annate che entrano in commercio, il presidente del Consorzio, Ezio Rivella, potrà annunciare che nell’anno appena concluso i vini del territorio hanno generato un fatturato di 150 milioni di euro, superiore del 10% al 2010. Nel borgo toscano che custodisce il rosso italiano più prestigioso nel mondo è quindi tornato l’ottimismo. Le annate che entrano ora sul mercato il Brunello 2007, la Riserva 2006 e il Rosso 2010 vantano tutte il rating massimo, cinque stelle. E sul 2007, così come sul 2006, le più influenti guide americane si sono già espresse con entusiasmo. Gli stranieri che possono permetterselo, inoltre, non si limitano più a comprare le bottiglie, ma acquistano pezzi di terreno per diventare produttori. Ma, per chi vuole spendere meno, è interessante sapere che il Brunello ha anche un fratello minore, il Rosso, che ha la stessa origine, uve di Sangiovese in purezza, ma è più giovane, e arriva sui banchi di enoteche e supermercati a prezzi più accessibili. Come per altre denominazioni blasonate Barolo, Amarone, Sagrantino , dei vini esistono infatti “seconde linee”, espressioni del territorio tutelate da una Doc, un po’ trascurate in passato dalle aziende, di fronte all’export crescente dei vini più remunerativi, ma interessanti in una fase di recessione come quella attuale. A Montalcino sta tornando l’attenzione al Rosso, tanto che la produzione è salita dai 3,2milioni di bottiglie del 2010 ai 4,5milioni del 2011. E proprio attorno al Rosso,alcuni mesi, fa c’è stata battaglia in seno al Consorzio fra chi chiedeva di cambiare il disciplinare associando al Sangiovese altri vitigni e chi voleva mantenere la tradizione in purezza. Al momento l’hanno spuntata i tradizionalisti, con soddisfazione dei consumatori che possono gustare a prezzi ragionevoli vini che in certe annate e per certe aziende poco hanno da invidiare al prestigioso fratello maggiore. Del resto,«Montalcino non è solo Brunello» osserva Alessandro Regoli, direttore di WineNews, il più seguito sito italiano di informazione nel mondo del vino, che ha sede proprio nella cittadina toscana «è un vero e proprio terroir, caratterizzato da un paesaggio incontaminato, da un microclima particolare, da saperi antichi, da una stratificazione storica testimoniata dai monumenti. Ed a una vocazione enologica antica, se si pensa che già nel ’500 era famoso per il dolce Moscadello cantato dal Redi e prodotto tuttora». È certo, però, che il Brunello fa innamorare tutti, stranieri“vip”intesta. L’ultimo è stato, pochi mesi fa, Louis Camilleri, amministratore delegato di Altria, la holding che controlla il gruppo Philip Morris: ha rilevato Il Giardinello, una villa con terreno, e sta cercando vigneti già in produzione per farsi il suo Brunello. Recentemente, a piantare la bandiera sullo scacchiere di Montalcino è stata anche la famiglia di Ernesto Bertarelli, il magnate svizzero noto per aver disputato l’America’s Cup con Alinghi. Suo zio, Claudio Tipa,ha acquistato per 16milioni di euro Poggio di Sotto,una tenuta con 10 ettari di vigneto nei pressi della millenaria Abbazia di Sant’Antimo. Prima di loro,a fare shopping acquistando Il Palazzone era stato Richard Parsons, già ceo del colosso Time Warner e oggi consigliere del presidente Obama, che si è aggiunto ai numerosi vip italiani che hanno investito nel Brunello: dal maestro della Transavanguardia Sandro Chia, che ha realizzato una cantina d’autore al Castello di Romitorio, a numerosi imprenditori che, per affari o per passione hanno diversificato nel vino, come Ferragamo, Angelini, Loacker e Illy.

Ogni vino di classe ha un ottimo “fratello minore”

Brunello

Docg, 100% da uve Sangiovese grosso, deve invecchiare almeno 4 anni di cui 2 in botte. Prezzo medio: 40 45 euro. I best seller vanno dai 60 in su,ma si trovano ottimi Brunelli anche nella fascia 25 35 euro

Rosso di Montalcino

Doc, 100%da uve Sangiovese, invecchia solo un anno prima di essere messo in commercio. Prezzo medio: 8 12 euro. Qualche griffe storica arriva a 30 euro. In certe annate può surclassare il fratello maggiore


Nobile di Montepulciano

Docg, deve avere almeno il 70%di Prugnolo Gentile (Sangiovese), poi Canaiolo nero e altre varietà. È previsto un affinamento di 2 anni. Prezzo medio: 20 30 euro (ma si possono trovare vini molto buoni anche fra 15 e 20 euro)

Rosso di Montepulciano

Doc, Prugnolo Gentile per almeno il 70% e altri vitigni ammessi in provincia di Siena. Entra in commercio nella primavera successiva alla vendemmia. Prezzo medio: 8 10 euro


Sagrantino di Montefalco

Docg, 100% da uve Sagrantino, deve maturare per almeno 30 mesi prima di essere immesso sul mercato, gradazione minima 13°. Prezzi: da 20 a 35 40 euro

Montefalco Rosso

Doc, è a base di Sagrantino e Sangiovese, con eventuali aggiunte di Merlot o Cabernet. Gradazione minima 12°.Deve invecchiare per almeno 18mesi. Prezzo medio: da 10 a 20 euro


Barolo

Docg, 100%Nebbiolo, si richiedono almeno 3 anni di affinamento, di cui 2 in botte. Il prezzo medio si aggira sui 35 45 euro. Ma per le griffes più prestigiose il discorso cambia, una bottiglia può partire da 45 50 euro

Nebbiolo d’Alba

Doc, 100% Nebbiolo, deve invecchiare almeno un anno. È pronto da bere tre quattro anni dopo la vendemmia. Prezzo medio: 12 18 euro


Amarone

Docg, uve Corvina e Corvinone, con piccole percentuali di Rondinella e Molinara. Dopo la vendemmia le uve vengono fatte appassire sui graticci, quindi vinificate dopo 100 giorni. Deve maturare almeno 2 anni. Prezzi: da 30 a 60 euro. Ma può arrivano a 150

Valpolicella Ripasso

Doc, stesse uve dell’Amarone. È vinificato nel modo tradizionale e viene fatto rifermentare sulle fecce dell’Amarone. Prezzi: 10 15 euro

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