02-Planeta_manchette_175x100
Allegrini 2024

IL SECOLO XIX

Viaggio nella terra dei grandi vini … Negli Chateaux si parla cinese ...
Hanno iniziato con discrezione, acquistando
alcune piccole tenute. Poi, con l’appoggio
di intermediari e consulenti,
hanno
moltiplicato le offerte facendo
breccia soprattutto là dove la proprietà
era divisa o più debole sotto
il profilo patrimoniale.
Oggi i capitali cinesi stringono in
un vero e proprio assedio Bordeaux
e i suoi blasonati chateaux dalle cui
cantine escono, da secoli, i vini più
famosi del mondo. Ufficialmente
una sessantina di castelli sulle due
sponde dell’estuario della Gironda sono già cadute nelle
mani degli aggressivi investitori di Pechino. Male ultime indiscrezioni evidenziano un’offensiva
ancor più massiccia. “Delle circa 6 mila cantine della
regione - afferma il portale WineNews - 90 sono ormai in mani
asiatiche,di privati o di società di investimento.
Le compravendite nel
2013 sono state 36, ma alla fine del
2014 la cifra sarà più alta”. L’assalto
ha raggiunto dimensioni tali da indurre
il premier cinese Xi Jinping a
porre freni e limitazioni a investimenti
e importazioni, fino a mettere
sotto inchiesta l’Haichang Group
di Dalian, reo di aver speso 31 milioni
di euro per acquisire 10 aziende nell’area bordolese. Ma ancor più viva è la preoccupazione
in Francia, Paese tradizionalmente
molto attento quando si
tratta di presidiare il proprio patrimonio
economico. Anche se, va
detto, come annota WineNews,
che dell’1,5% dei vigneti di Bordeaux
in mani asiatiche (su un totale
di2.000ettari),oltre la metà è classificato
con la denominazione più
comune, una Aoc (“appellation
d’origine controllée”) “generica” o
si trova, al massimo, in sottozone a
Bordeaux Supérieur.
In generale gli acquisti portati a
termine finora non riguardano,
salvo pochissime eccezioni,i marchi
più prestigiosi, tanto meno i
grand cru del Médoc selezionati
con la classificazione
del
1855 che vede al
vertice solo cinque premier cru
e,ascendere,altri quattro livelli,
e neppure le
aziende al top
delle più recenti
classifiche di
Pomerol e Saint-
Emilion.
Le conquiste di un certo peso finora
sono solo due: Le Bon Pasteur,
di cui l’influente enologo
Michel Rolland, già protagonista
del film “Mondovino”, ha ceduto
una quota,e Chateau Beychevelle,
dove ormai i capitali cinesi hanno
la maggioranza del capitale. “L’offensiva
cinese ha però già innescato
una resistenza in Francia” racconta il titolare della Cave d’Ulysse
a Margaux, una delle più qualificate
enoteche del bordolese. E cita
due casi recentissimi: Calon- Ségur,
a Saint-Estèphe, dove la famiglia
proprietaria ha respinto l’offerta
di un gruppo cinese e ha preferito
vendere a una banca francese
anche se a un prezzo inferiore
del 10%. E La Combe, dove la proprietà
ha deciso di vendere a un
gruppo americano per 200milioni
nonostante i cinesi avessero rilanciato
fino a 220 milioni.
A rischiare di sconvolgere l’assetto storico di Médoc e Pommerol
non è però solo l’offensiva cinese.
“Lo squilibrio può derivare anche
da un’eccessiva presenza di istituzioni
finanziarie, a partire da banche e assicurazioni”, osserva Jean-
Marie Garde, proprietario di Clos
René e presidente del Syndicat viticole
et agricole de Pomerol.
A rischio è la proprietà familiare,
soprattutto piccola, che deve fare i
conti con le imposte e con il frazionamento prodotto dalle successioni.
Ma anche nel caso delle grandi
aziende storiche non è facile per le
famiglie mantenere il controllo
degli chateaux di fronte all’avanzata
dei grandi gruppi finanziari che
diversificano nell’agricoltura con
significativi vantaggi fiscali. Ci sono
anche dei precedenti. Risale ad
alcuni anni fa, ad esempio, il cambio
della proprietà a Chateau
d’Yquem, storico marchio del Sauternes,
da secoli appartenente ai
marchesi Lur-Saluce. Divergenze
in seno alla famiglia hanno aperto
la strada al re del lusso, Bernard
Arnault, che alla fine ha avuto la
meglio sulla resistenza del marchese
Alexandre de Lur-Saluce. A
quest’ultimo non è rimasto che arrendersi
e scegliere
di concentrarsi
sulla
vicina tenuta di
Fargues, dove
sta restaurando
il millenario castello
e dove
produce un
Sauternes degno
delle rinomate
tradizioni
della famiglia.
La parte del leone sulla mappa
dei grandi chateaux, comunque, la
fanno ormai le famiglie che hanno
accumulato considerevoli ricchezze con la grande distribuzione
e il commercio. Anche l’ultimo
passaggio di mano va in questo
senso. È di pochi giorni fa, infatti,
la notizia che la coppia Daniel e
Florence Cathiard, proprietari di
Chateau Smith-Haut-Lafite, si è
alleata con la famiglia Moulin,proprietaria
dei grandi magazzini Lafayette,
per acquistare dalla banca
Bcpe quattro aziende, fra cui Chateau
Beauregarda Pomerol e Chateau
Bastor- Lamontagne a Sauternes.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Pubblicato su