Un quadro complesso, in cui solo poche aziende riescono a generare valore in modo significativo, in un contesto sempre più sfidante: l’aumento dei costi delle materie prime, la riduzione del potere d’acquisto dei consumatori, la crescente pressione competitiva e le nuove barriere all’internazionalizzazione, come i dazi, stanno infatti mettendo a dura prova il settore. Ma c’è anche una chiara tendenza alla “premiumization” (“bere meno, ma meglio”), e una forte crescita di categorie come i ready-to-drink e i prodotti low & no alcol; parallelamente, un crescente focus su scelte più salutari, con la ristorazione che assume un ruolo sempre più “esperienziale”, mentre il food delivery continua a crescere nelle conversazioni pubbliche. Per i brand, la sfida cruciale è catturare l’attenzione in un ambiente digitale saturo, dove l’Intelligenza artificiale guida oltre il 50% dei contenuti scoperti su piattaforme come Instagram. In particolare, la Gen Z utilizza la condivisione di contenuti visivi - come i reel - come linguaggio primario di connessione, ritenendola più intuitiva del testo. Questo lo scenario che emerge al “Wine & Food Summit” a Milano, edizione n. 5, dal titolo “Food & beverage in evoluzione. Opportunità e nuove sfide dei mercato”, promosso da Pambianco, società di consulenza strategica, insieme a PwC, network di servizi per le aziende, in cui è stato analizzato il settore in un momento di grande evoluzione, mettendo a confronto vari player sulle opportunità e le sfide.
Alberto Vigada, Consumer Goods & Retail Leader di PwC Strategy& Italia, ha approfondito come l’industria del food & wine abbia generato valore negli ultimi 5 anni, analizzando le performance sia in termini di flussi di cassa derivanti dal business operativo, sia nell’efficienza dell’impiego del capitale. Dall’analisi è emerso un quadro in cui solo poche aziende riescono a generare valore. Solo alcune aziende virtuose, focalizzandosi su un’attenta politica di ritorno degli investimenti, sono state capaci di avviare un percorso di crescita sostenuta e a conquistare quote di mercato nei propri segmenti di riferimento. Roberto Acquaviva, Industry Director di Meta in Italia, ha illustrato il complesso scenario decisionale in cui operano oggi i consumatori, i quali si trovano di fronte a una “scelta infinita” di alternative. Per costruire un brand duraturo, è necessario adottare tre leve: “rilevanza culturale” (catturare i micro-momenti, “attenzione aggregata” (privilegiando esposizioni brevi e ripetute) e “diversificazione creativa”. Meta connette le persone con la cultura, e i brand con i risultati, anche attraverso strumenti innovativi come i “reels trending ads” e le soluzioni omnicanale che avvicinano il mondo fisico e quello digitale. L’efficacia si riflette anche nell’alto potenziale commerciale offerto da WhatsApp per gestire tutte le conversazioni e le notifiche distribuite tra email, sms, customer care all’interno di unico thread di conversazione. Il messaggio finale per i brand è quindi quello di ottimizzare il percorso verso obiettivi di vendita finale e fare leva su contenuti che parlino il linguaggio nativo delle piattaforme.
Al summit sono intervenuti anche Gianni Bruno, Exhibition Manager Wine & Food di Veronafiere Spa, Cristina Ziliani, Vicepresidente e Responsabile delle Pubbliche Relazioni Berlucchi Franciacorta, Luciano Guidi, ceo e founder Phi Beach, Barbara Lunghi, Head of Primary Markets Italy, Borsa Italiana - Euronext Group, Matteo Colombini, co-ceo Gruppo Orsero, Massimo Maio, Founder Maio Group, Alberto Alemagna, ceo e co-founder T’a Milano, Paola Faccioli, ceo e Shareholder Cova, Giancarlo Moretti Polegato, presidente Villa Sandi, Fedele Angelillo, ceo e amministratore unico Mack & Schühle Italia, Tommaso Mazzanti, ceo e founder All’Antico Vinaio e Micaela Pallini, presidente e ad Pallini.
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