Il tappo a vite consolida la propria leadership nel Regno Unito ed in Australia, mentre gli Stati Uniti restano fedeli al sughero naturale. È il mondo delle chiusure raccontato dall’ultimo rapporto di “Wine Intelligence” (www.wineintelligence.com), “Closures Trends in Australia, Uk & Us”, che se da una parte registra il sempre maggior apprezzamento dei consumatori di Australia ed Uk per lo screw-cap, dall’altra ne evidenzia le difficoltà negli Stati Uniti.
Nel Nuovissimo Mondo il 55% dei wine lover indica proprio il tappo a vite come chiusura preferita, contro il 38% del sughero naturale, mentre in Gran Bretagna la percentuale scende al 40%, allo stesso livello del sughero, ampiamente preferito allo screw-cap, al contrario, negli Stati Uniti, dal 64% sei consumatori, contro il 21% di chi indica il tappo a vite. Una discrepanza che prende le mosse dall’analisi dei dati degli ultimi 7 anni, che rivelano come sia strettamente correlata alla frequenza di utilizzo: il 70% dei consumatori di Australia e Uk, infatti, compra almeno una bottiglia di vino chiusa con il tappo a vite ogni 4 settimane. Per il tappo di sughero, la buona notizia è che il suo utilizzo è ancora fortemente associato al vino di qualità, in tutti e tre i mercati analizzati, anche se la differenza maggiore è proprio in Usa, dove il prezzo medio di una bottiglia chiusa con il tappo di sughero naturale è di 15,85 dollari, contro i 9,42 dollari della bottiglia chiusa con il tappo a vite.
“I nostri dati - commenta Richard Halstead, Ceo di Wine Intelligence - suggeriscono che il tappo a vite ha consolidato il suo peso nell’industria delle chiusure, nel Regno Unito e in Australia, ma confermano anche che gli americani hanno ancora un atteggiamento molto diverso. Anche qui, comunque, ci sono evidenze del fatto che il tappo a vite si sta facendo strada, con il 42% dei consumatori che hanno acquistato un vino con il tappo a vite nelle ultime 4 settimane, mentre una minoranza significativa di consumatori resta scettica”.
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