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IL VICE PRESIDENTE DEL CONSIGLIO GIANFRANCO FINI A WINENEWS: “IL VINO È UN SETTORE IRRINUNCIABILE PER LA NOSTRA ECONOMIA E LA DIPLOMAZIA ITALIANA È SCHIERATA A DIFESA DEL MADE IN ITALY”

Italia
Gianfranco Fini con Marco Caprai

“Se Del Piero avesse accanto una bottiglia di buon vino invece dell’acqua minerale credo che sarebbe una buona cosa per tutti”. Con una battuta il vice presidente del Consiglio Gianfranco Fini ha così sintetizzato il suo pensiero: “sono convinto - ha affermato a WineNews - che serva un’azione promozionale per avvicinare i giovani al consumo corretto e responsabile di vino di qualità. E i produttori dovrebbero consorsiarzi per sostenere questa immagine positiva del vino ingaggiando dieci testimonial capaci di parlare al pubblico”. Ma il vice presidente del Consiglio ha anche confermato a WineNews che “il comparto agroalimentare ed il vino di qualità in particolare sono settori irrinunciabili per l’economia italiana”.

L’onorevole Gianfranco Fini ha anche aggiunto: “come Governo ci siamo molto impegnati nel sostegno dei nostri prodotti d’eccellenza. Ricordo la battaglia del vice ministro Urso per la difesa del “made in Italy” agroalimentare e abbiamo dotato ambasciate, Ice e Camere di Commercio estere di strumenti per incrementare il sostegno alla penetrazione commerciale dei nostri vini. Tuttavia, penso che, anche con iniziative importanti come Vinitaly, e anche come questo Salone del Vino, possiamo e dobbiamo impegnarci ancora di più. La nostra agricoltura di specialità va difesa e sostenuta”.

Guardando alle prospettive il vice premier e ministro degli Esteri ha dato un messaggio di fiducia agli operatori e ha anche sottolineato: “si sente il vento di un’imminente ripresa economica e credo che per il vino, nonostante la concorrenza fortissima che ci viene dall’estero, ci siano nuovi spazi di crescita”. Fini ha quindi “confessato”: “io credo di dare il buon esempio: non mi metto a tavola se non c’è un buon vino, di preferenza rosso. E del resto questo è sempre accaduto nelle famiglie italiane: è un pezzo della nostra identità al quale non possiamo e non dobbiamo rinunciare”.

Il ministro degli Esteri ha fatto il punto anche sulla diplomazia per il settore agricolo: “abbiamo schierato i nostri ambasciatori a difesa del “made in Italy” e questo dobbiamo farlo in particolare per l’agricoltura. In sede di Wto - ha sottolineato Fini - tenteremo un sorta di compromesso impossibile. L’Italia non intende rinunciare in alcun modo alla sua agricoltura di qualità e di specialità ma noto che non c’è in sede europea una posizione unitaria e questo indebolisce le posizioni di tutti. Dobbiamo ripartire dalla politica agricola comune. Non sono d’accordo con alcune affermazione che si sono sentite anche dal premier inglese Tony Blair: la Pac è uno strumento irrinunciabile. Poi se ne possono discutere i contenuti. Egualmente noto che i francesi non possono pensare di monopolizzare la politica agricola europea. Se si chiama comunitaria vuol dire che deve essere comune e devono essere rispettate le esigenze e le specificità di tutti i partners europei. In particolare, per quanto riguarda il vino italiano, non possiamo accettare né discussioni sulla sua qualità né limitazioni al commercio, né possiamo permettere che se ne discuta l’immagine. Siamo esposti noi italiani per primi, ma questo riguarda anche gli altri paesi europei produttori, ad una concorrenza fortissima da paesi non comunitari. E dobbiamo fare fronte comune per difendere e diffondere le nostre produzioni. Ecco perché sostengo che in sede Sto servono posizioni comuni europee ed ecco perché auspico che politica agricola comunitaria non voglia dire soltanto sostegno alle produzioni ma anche strategia di tutela e di marketing per le nostre produzioni di specialità”.

“L’Italia - ha concluso Fini - in passato ha guardato ad una agricoltura di quantità, oggi deve difendere un’agricoltura di qualità che è un pezzo decisivo del “mate in Itala”. E la diplomazia deve servire anche a difendere questi legittimi interessi”.

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