02-Planeta_manchette_175x100
Consorzio Collio 2024 (175x100)

IL VINO AL BICCHIERE VA BENE A TUTTI. LO SCRIVE ANCHE “LE MONDE”. MA NON SI DEVE SPECULARE PER NON METTERE IN DIFFICOLTA UNA MODALITÀ DI CONSUMO CHE AIUTA RISTORATORI, CONSUMATORI E PRODUTTORI A CONTRASTARE LA CRISI

Il “vino al bicchiere”, a cui anche “Le Monde”, il più importante quotidiano francese, ha dedicato, di recente, una pagina intera, piace a tutti, ristoratori e consumatori. Secondo il giornale, che riporta uno studio sul 2009 di France Agrimer, il vino al bicchiere, nei ristoranti francesi, è ormai la regola, ed è presente nel 90% dei locali, che, in media, propongono almeno 4 etichette. Ma, scrive ancora “Le Monde”, “a far arrabbiare è il prezzo medio al bicchiere: rimbalza a 2,90 euro in media per un calice di 12 cl. Lo studio del 2006 aveva registrato un prezzo molto meno elevato. Il passaggio all’euro ha avuto delle conseguenze incresciose. Per un “bag in box” comprato a 8 euro, prezzo di un vino da tavola dell’Ardèche, il ristoratore guadagna, quindi, circa 2 euro al bicchiere. Il vino continua ad essere la vacca da latte della ristorazione. Senza contare che il contenuto dei bicchieri è sempre più fantasioso: nello studio si parla di un bicchiere da 12 cl, che diventa molto spesso di 10 e perfino 8 cl”. Certo, il “vino al bicchiere”, come tutti gli strumenti, di per sé, non è né buono nè cattivo, dipende da come lo si usa. E in Italia, che, almeno nella produzione degli strumenti per la mescita al calice è il Paese leader (vedi La Prima di WineNews di ieri sul successo mondiale di Enomatic), è servito anche a sdoganare, per il grande pubblico, vini altrimenti inaccessibili ai più per gli alti costi e i ricarichi. Con beneficio di tutti: perché se è vero che il ristoratore può guadagnare di più vendendo una bottiglia “a bicchieri” invece che intera, è altrettanto vero che il cliente, pur pagando una quantità minore di vino un po’ più cara, in proporzione, può permettersi qualche sfizio in più. Ma bisogna stare attenti a non tirare troppo la corda, a non speculare. Perché se si rompe il patto di fiducia sul vino al bicchiere, va a scapito di tutti. Dei ristoratori, che perderanno un ottimo canale per svuotare le cantine e fare cassa; dei consumatori che avranno accesso a meno vini; dei produttori che vedranno diminuire gli ordini.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Altri articoli